2021-01-09
Report dell’Oms bloccato da Speranza
L'organizzazione disse di aver bloccato il documento sull'Italia per «inesattezze fattuali». Invece fu per le proteste del ministero A furia di dire mezze bugie e bugie intere, si sono fatti scappare la verità. I vertici dell'Oms ci hanno finalmente confermato - pur senza volerlo - come sia andata realmente la bruttissima vicenda del report sulla gestione italiana del Covid pubblicato e poi subito censurato. Stiamo parlando del documento intitolato Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell'Italia al Covid-19, dettagliata analisi curata da un gruppo di ricercatori guidato dall'italiano Francesco Zambon, che sarebbe dovuta servire a mettere in guardia altri Stati (in particolare quelli dell'Est) affinché non ripetessero alcuni errori fatti dal nostro Paese, evitando così un probabilissimo aumento dei morti a livello europeo. Proprio per scongiurare disastri, lo studio fu realizzato a gran velocità, fu approvato dalla catena di controllo dell'Oms e pubblicato sulla Rete in maggio. Ma nell'arco di una giornata fu ritirato e mai più ripubblicato. Per quale motivo? Beh, la ragione sembra abbastanza chiara: perché metteva in imbarazzo il governo italiano, rilevando tra le altre cose che l'Italia non aveva un piano pandemico aggiornato e che aveva gestito l'emergenza in modo «improvvisato, caotico e creativo». L'uomo che più di tutti si è infuriato a causa del report è Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms distaccato in Italia e consulente del Cts. In alcune mail (rese pubbliche da Report), egli intimava a Zambon di modificare alcuni contenuti del documento, in particolare quelli relativi al piano anti pandemia (il nostro risaliva al 2006, ma avrebbe dovuto essere aggiornato in base alle nuove linee guida internazionali del 2009, 2013 e 2017). Comprensibile: Guerra era il responsabile della Prevenzione del ministero della Salute proprio negli anni in cui si sarebbe dovuto produrre un nuovo piano... Come avrebbe potuto tollerare di essere messo in imbarazzo dalla sua stessa organizzazione? Ovviamente, benché sia stato accusato da Zambon di aver fatto indebite pressioni, Guerra ha sempre negato di aver chiesto la censura del report sull'Italia. E ha negato pure che esso sia stato tolto di mezzo per non scontentare il governo. Ieri, però, abbiamo avuto la conferma che le cose sono andate più o meno come avevamo immaginato. Il direttore regionale per l'Europa dell'Oms, Hans Kluge, ha partecipato a un incontro con la stampa e ha fornito qualche interessante spiegazione. Il succo del suo discorso lo ha ben sintetizzato un titolo di Repubblica: «Virus, ritiro del report sull'Italia. Il direttore dell'Oms svela il perché: “Il ministro non era stato informato"». Kluge e gli altri portavoce dell'Oms, infatti, hanno dichiarato che il report, prima della pubblicazione, non era stato condiviso «con il nostro partner principale, che è il ministro della Salute». È stata sempre Repubblica a notare che «la spiegazione fornita da Kluge si avvicina molto a un'argomentazione di Ranieri Guerra, che in un'intervista raccontava di aver ricevuto il 14 maggio una telefonata dal ministro Speranza, contrariato per non essere stato avvisato: “Pubblicate un rapporto sull'Italia e io lo vengo a sapere dal sito web?"». Per comprendere bene la portata delle parole di Kluge dobbiamo fare alcune considerazioni. 1 Non è scritto da nessuna parte che l'Oms debba condividere un report su uno Stato con il ministro della Salute. Altrimenti come potrebbe essere indipendente e non farsi condizionare da pressioni politiche? Se il report è stato ritirato, come si evince dalle versioni fornite da Kluge e da Guerra, siamo di fronte a un episodio molto grave, che mina decisamente la credibilità dell'organizzazione. Come si può ammettere che un documento venga ritirato perché non condiviso con i politici del Paese che prende in esame e allo stesso tempo sostenere che non si tratti di una «valutazione politica»? È semplicemente assurdo. 2 Le parole di Kluge dimostrano che l'Oms ha mentito. L'organizzazione, qualche settimana fa, ha fornito ai propri dipendenti un documento contenente risposte preconfezionate utili a evitare domande fastidiose da parte dei media. Ebbene, in quel documento è scritto che il documento fu rimosso perché conteneva «inesattezze fattuali». Delle due l'una: o il report è stato tolto perché conteneva errori, oppure è stato tolto perché Speranza non lo aveva visto e in qualche modo approvato. Se l'Oms non è in grado di correggere eventuali «inesattezze» senza l'aiuto di un governo, viene da chiedersi se la sua esistenza sia giustificata. 3 Sempre nel documento prodotto dall'Oms per rispondere ai giornalisti, si sostiene che il governo italiano non ha mai chiesto di rimuovere il report. Un'altra contraddizione: se il nostro esecutivo non ha mai chiesto censure, perché ora ci viene detto che il report è stato tolto perché non condiviso con il ministero? 4 Ammettiamo pure che il report, prima delle pubblicazione, dovesse essere condiviso con il ministero della Salute. Chi doveva farlo? Ranieri Guerra e l'Oms dicono che avrebbe dovuto farlo Zambon. Ma Zambon non era autorizzato ad avere contatti con il ministero senza esplicita autorizzazione del suo direttore regionale (Kluge). Dunque toccava a Guerra, che è stato inviato in Italia proprio per fare da tramite con il governo. Significa che anche Guerra non la racconta giusta.5 Restando su Guerra, che ha da dire l'Oms sulle sue mail mostrate da Report? Perché i vari responsabili continuano a scaricarsi a vicenda il barile? 6 Se il nostro governo non sapeva niente di niente, perché l'Oms ha scritto che ci fu una «consultazione iniziale» con il ministero? Mah... C'è solo una persona che può - e deve - chiarire: Roberto Speranza. Dunque domandiamo: perché si ostina a tacere?