2023-04-28
L’offensiva degli eurosocialisti punta a rinchiudere l’Italia in un angolo
La riforma del Patto di stabilità, come le regole su casa e auto green, colpisce soprattutto il nostro Paese. L’obiettivo è mettere in difficoltà la Meloni e le destre, candidate a vincere le prossime elezioni Ue.Va bene, ammettiamolo pure: anche noi italiani, come ogni altro popolo di questo mondo, avremo certamente i nostri difetti. Ma trattarci da deficienti, pretendere contemporaneamente di bullizzarci e di prendersi gioco di noi, pare francamente un po’ troppo. Perfino per i professionisti bruxellesi del commissariamento dei governi e dei Paesi sgraditi. E allora ricapitoliamo gli eventi delle ultime settimane, provvedendo - come nei più elementari giochi di enigmistica - a unire i puntini. Lo spagnolo Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per la politica estera, materiale autore della nomina di Luigi Di Maio come inviato speciale europeo per il Golfo Persico, è un esponente socialista. L’italiano Paolo Gentiloni, commissario economico e padre della cosiddetta «mediazione» sulla riforma del Patto di stabilità, che in realtà, come La Verità ha spiegato, si tradurrà in una mazzata per il nostro Paese, rischiando di comprimere o sopprimere del tutto gli spazi per una riduzione fiscale, è un esponente socialista. L’olandese Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue e gran tessitore delle sette devastanti ecotrappole europee (casa green, bando alle auto diesel e benzina entro il 2035, norme anti pesca, norme anti allevamenti, norme anti coltivazioni, regole su imballaggi, pacchetto Ets), è un esponente socialista. Non occorre un genio della politica per fare due più due e tirare le somme. Per un verso, i socialisti europei sono i campioni del dirigismo, della regolamentazione ossessiva, della pianificazione più illiberale, e ciò è di per sé pericoloso. Ma per altro verso il complesso delle misure promosse da questi esponenti eurosocialisti ha un’altra caratteristica: quella di colpire in modo peculiare e specialissimo l’Italia. La nomina di Di Maio è un autentico sfregio a Roma, che aveva detto no. La riforma del Patto di stabilità è sbagliata per tutti, ma mette addosso all’Italia - come Paese a debito alto - un neanche troppo metaforico bersaglio, facendone l’obiettivo naturale di misure restrittive, con il corredo di attacchi mediatici e speculativi. Quanto al pacchetto green, anch’esso è sbagliato complessivamente e fa arrabbiare tanti (in Olanda è nata una lista di protesta che ha colto un autentico trionfo alle amministrative), ma per l’Italia rappresenterà qualcosa di particolarmente devastante. Quanto alle case, infatti, solo noi abbiamo una proprietà immobiliare diffusa, con il 70% degli italiani proprietari di un immobile. Quanto alle auto, si stimano 70-80.000 posti di lavoro a rischio in Italia. Quanto al settore ittico, rischiano di essere colpite dalle nuove norme anti pesca a strascico circa il 50% delle aziende del settore. Quanto alle misure che equiparerebbero un allevamento a un’industria (in termini di inquinamento) o che abbasserebbero drasticamente la possibilità di usare fitofarmaci, esse porterebbero migliaia di nostre imprese agricole o al fallimento o a un esponenziale aumento dei costi (e quindi dei prezzi di tutta la filiera). Lo stesso dicasi per le norme sugli imballaggi, dopo che per anni le aziende italiane, seguendo peraltro le precedenti indicazioni europee, si erano mosse in altra direzione. E quanto ai meccanismi Ets, si tratta di un altro modo di rimettere pesantemente in causa casa e trasporti. Come si vede, sono tutti siluri puntati contro le caratteristiche italiane della casa, del risparmio, della piccola impresa. Non può trattarsi di un caso. Inutile girarci intorno. L’esperimento del governo di Giorgia Meloni è inviso ai socialisti europei, che per la prima volta temono, alle Europee del 2024, di essere battuti e messi in minoranza (sia nel prossimo Parlamento, sia - a cascata - nella prossima Commissione) da una sempre più probabile alleanza Ecr-Ppe. E allora? Si giocano il tutto per tutto in quest’anno finale di legislatura, mettono in campo tutte le armi a disposizione, si preparano a sparare l’ultima raffica. Ma il problema è che - in un fazzoletto di mesi - rischiano di provocare danni irreparabili all’Italia, alle nostre famiglie e al nostro tessuto produttivo. Questa operazione va denunciata per quello che è: un deliberato attacco politico, un tentativo di fare male a un Paese nella speranza di comprimere il voto a favore dei partiti di centrodestra che lo governano. A maggior ragione, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, pur nelle loro attuali diverse collocazioni europee, faranno bene a denunciare il disegno, a chiamare gli italiani al voto del 2024 proprio per impedire queste forzature (o eventualmente per cancellarle, se nel frattempo saranno passate), e -già da ora - a denunciare la spregiudicatezza e lo spirito anti italiano di chi (a partire dal Pd e dal resto della sinistra) dovesse continuare a offrire sponda e supporto politico a questo disegno. È l’ora di chiamare le cose con il loro nome. Senza sperare che possano funzionare mere azioni di «riduzione del danno», di attenuazione degli eurodisastri, o di spalmatura nel tempo dei loro effetti negativi. La battaglia inizia ora e dura fino al voto europeo del 2024.
Jose Mourinho (Getty Images)