2024-03-02
Lo zar mette il cappello sulla Wagner e guadagna altre posizioni in Africa
Il gruppo passa alle dipendenze del Cremlino. Che lo utilizza nel Continente nero.La Russia non allenta la presa su Libia e Sahel. Quando Evgenij Prigozhin rimase ucciso in un controverso incidente aereo ad agosto, ci si domandò se la politica africana di Mosca sarebbe collassata o comunque entrata in una fase di difficoltà. In fin dei conti, il Wagner Group ha sempre rappresentato il principale vettore degli interessi di Mosca in quell’area. Ebbene, oggi sappiamo che il Cremlino continua a essere particolarmente attivo in Africa. Come sottolineato da un rapporto del think tank britannico Rusi, la componente estera del Wagner Group è stata posta sotto il controllo del Gru, il servizio segreto militare russo. «Il Gru ha incorporato le funzioni del Gruppo Wagner e sta perseguendo aggressivamente l’espansione delle sue partnership in Africa con l’intento esplicito di soppiantare le partnership occidentali», si legge nel documento.In particolare, quest’ala del Wagner è attualmente comandata dal generale Andrei Averyanov, che – a settembre scorso – si è recato in Libia per incontrare Khalifa Haftar: l’uomo forte della Cirenaica, storicamente spalleggiato da Mosca. Non solo. Averyanov ha successivamente compiuto viaggi in Burkina Faso, Repubblica centrafricana e Mali: tutti Paesi che, negli ultimi anni, sono progressivamente entrati nell’orbita russa. Tra l’altro, proprio a settembre scorso, Mali e Burkina hanno firmato con il Niger un patto di mutua assistenza militare.Tutti questi elementi significano dunque principalmente due cose. Innanzitutto, la Russia ha consolidato la propria longa manus sullo scacchiere africano. In secondo luogo, oggi il Wagner Group è maggiormente vicino agli apparati governativi russi rispetto ai tempi della gestione di Prigozhin. Certo: quest’ultimo era vicinissimo a Vladimir Putin e in gran parte dipendente dal governo di Mosca. Godeva tuttavia di un qualche margine di autonomia.Il Rusi ha anche denunciato una forma di colonialismo russo in Africa. Secondo il rapporto, Mosca punta innanzitutto a «sfruttare le risorse naturali del continente». Dall’altra parte, prosegue lo studio, si assiste a una crescente alleanza tra la Russia e varie giunte militari che, soprattutto nel Sahel, hanno preso il potere attraverso dei colpi di Stato. Anche l’ultima relazione dell’intelligence italiana ha del resto sottolineato che il Cremlino è «rimasto più che mai intenzionato a mantenere una propria presenza strutturata in Nord Africa e Sahel, esercitando così una pressione sul fronte Sud dell’Alleanza Atlantica».Sotto questo aspetto, è interessante notare un ulteriore elemento. L’altro ieri, il premier del governo libico occidentale, Abdul Hamid Dbeibah, ha ricevuto a Tripoli Hemedti, il capo delle forze paramilitari sudanesi: quelle Rsf che, da quasi un anno, sono in lotta con l’esercito del Sudan. Ebbene, questo gruppo intrattiene storici legami con i Wagner. Ad aprile, la Cnn rivelò che i mercenari russi avevano fornito armamenti alle Rsf, servendosi delle basi di Haftar. E non è finita qui. Il governo libico orientale di Osama Hammad, gravitante attorno a Mosca e allo stesso Haftar, ha annunciato di voler mettere a disposizione del Niger il porto di Bengasi per aiutare il Paese a fronteggiare le sanzioni dell’Ecowas. Già in autunno, Bloomberg News riportò che le autorità di Mosca erano in trattative con quelle dell’Est libico per aprire una base russa presso il porto di Tobruk.E attenzione: assai probabilmente sulla scia della Russia, anche l’Iran sta portando avanti le sue manovre in Africa. A dicembre, il vicepremier del governo libico occidentale, Ramadan Abu Janah, si è recato a Teheran, dove ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano, Amir Abdollahian. Era invece ottobre scorso, quando l’Iran ha siglato otto accordi di cooperazione con il Burkina. Infine, a gennaio, il primo ministro del Niger, Ali Mahaman Lamine Zeine, ha avuto un incontro con il vicepresidente iraniano, Mohammad Mokhber. Insomma, la situazione complessiva è preoccupante. Ecco perché il fianco meridionale della Nato dovrebbe essere urgentemente rilanciato.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.