2021-02-23
Lo zar divide l’Europa col suo Sputnik
Vladimir Putin (Mikhail Metzel\TASS via Getty Images)
Al vaccino manca l'ok dell'Ema: Vladimir Putin punterebbe a offrire il siero ai singoli Stati e incrinare la strategia di Bruxelles. A Mr Bce potrebbe spettare il ruolo di mediatore.Il lancio dello Sputnik V è stato annunciato l'11 agosto 2020 dal presidente russo Vladimir Putin evocando il primo satellite artificiale con il quale l'Urss vinse la corsa allo spazio nel 1957. Già si si intuiva dal nome, quindi, che il vaccino russo , sarebbe potuto diventare un'arma strategica da far pesare sullo scacchiere geopolitico. Al netto delle suggestioni da guerra fredda, lo Sputnik negli ultimi giorni è tornato al centro anche del dibattito italiano. Venerdì scorso sono infatti arrivate tre notizie: San Marino ha firmato un protocollo per acquistarlo; l'ultimo studio russo sull'efficacia al 91,6% del vaccino pubblicato il 2 febbraio sulla rivista Lancet è stato rilanciato dall'Istituto Spallanzani di Roma e il presidente di Intesa Russia, Antonio Fallico, ha sottolineato che «le aziende italiane hanno la capacità, e in alcuni casi sarebbero già pronte, a produrlo ma serve capire qual è l'agenda del governo italiano che non appena avrà completato la sua compagine al livello dei sottosegretari potrà esprimersi al riguardo». Tre segnali che hanno riportato lo Sputnik sulla scena. Proprio mentre il piano vaccinale della Commissione Ue è oggetto di molte critiche e quando il nuovo premier Mario Draghi (anche in qualità di presidente di turno del G20) è diventato un importante punto di riferimento per gli Usa di Joe Biden, nel rilancio di un patto atlantico anche sui vaccini, aprendo comunque al «dialogo» con Mosca.La Russia può forse contare sul sostegno di Angela Merkel che si era offerta di accelerare il processo di approvazione. A Bruxelles, però, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen ha detto che «Sputnik non ha chiesto l'autorizzazione all'Ema finora. Se lo faranno, devono presentare tutti i dati e sottoporsi allo scrutinio come gli altri. Inoltre, non producono in Ue, quindi ci deve essere un'ispezione ai siti di produzione, perché dobbiamo avere standard di produzione stabili». Ma cosa frulla, dunque, nella testa dello «zar» (che ancora pare non si sia vaccinato) e perché non sono state ancora avviate le pratiche per avere il via libera dell'agenzia europea del farmaco? «È in corso un lavoro per adattare gli standard russi a quelli europei. Il processo si completerà entro la fine del mese, dopo l'Ema dovrà studiare la documentazione», ha detto Fallico venerdì. Draghi potrebbe dunque avere un ruolo da mediatore portando i vari attori attorno allo stesso tavolo. L'idea di base del Fondo degli Investimenti Diretti - responsabile per la commercializzazione all'estero del vaccino - è quella della localizzazione della produzione in vari Paesi. Per produrlo anche in Europa, andrebbero però rifatte almeno le due ultime due fasi di sperimentazione clinica in maniera standardizzata. E questo richiede del tempo.Non solo. Da un lato c'è il business industriale ma dall'altro c'è la geopolitica. E l'obiettivo di Putin in questo senso, potrebbe però essere quello di aumentare il numero di Stati europei che, come l'Ungheria di Orbán, facciano approvare lo Sputnik dalle agenzie del farmaco nazionali. Incrinando, di fatto, la strategia unica della Von der Leyen. In Italia il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, ha detto ieri in un'intervista che «i dati pubblicati su Lancet sono ottimi. La protezione verso la malattia è del 91%, ma sarà l'Ema a verificarlo e ad esaminare i siti produttivi». Il piano di Putin sta intanto spaccando il fronte del cosiddetto gruppo di Visegrád, l'accordo di cooperazione politica che riunisce Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Oltre all'Ungheria, che è diventato il primo Paese dei 27 ad approvare il vaccino, a Bratislava il governo di coalizione slovacco ha avviato le discussioni per seguire la stessa strada dopo aver criticato il meccanismo di acquisto congiunto di vaccini dell'Unione europea e dei presunti ritardi nelle consegne dei vaccini. Infine, anche i media locali croati confermano il vivo interesse del governo di Andrej Plenkovic per il farmaco di Mosca. Difficile che la Polonia li segua.
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Giancarlo Tancredi (Ansa)