2019-10-11
Lo Stato etico si rimangia i contratti per far la cresta ai tributi sui giochi
Il sottosegretario Antonio Misiani sta studiando la rimodulazione delle imposte. Per le concessionarie 70 milioni in più. Altri 60 graveranno sul fumo.Lo Stato etico piace tanto alla sinistra. Adesso poi che invece di tingersi di rosso prende il colore verde dell'ambiente, il governo insegna quanto sia bello e pulito utilizzare le borracce e quanto sia opportuno girare con l'auto elettrica piuttosto che con gli scooter green. Sappiamo tutti che il «Green new deal» nasconde nuove tasse, nasconde un decreto ambiente che taglierà più di 16 miliardi di incentivi alle aziende per ridistribuirne in parte ad altre. Ma solo in parte perché il resto diventerà imposte e con l'occasione del contrasto all'evasione lo Stato etico che ama dire ai cittadini che cosa è bene e che cosa è male (mai che cosa è legale o illegale) si veste in Stato di polizia tributaria. Lo si vede analizzando la bozza del decreto fiscale pronto per finire in cdm. Nella prima metà, dentro le nuove norme, per il contrasto agli illeciti tributari, spunta una sfilza di adempimenti burocratici e di poteri aggiuntivi per fiamme gialle e Agenzia delle entrate. Sarà previsto l'accesso libero ai dati della fatturazione elettronica da parte di Guardia di finanza e non solo dell'Agenzia delle entrate. Senza che sia evidenziato un reato, sarà possibile l'utilizzo dei dati contenuti nelle fatture. Previsto il via libera a indagini alimentate dalla e-fattura per spesa pubblica, mercato dei capitali e tutela della proprietà intellettuale.In campo penale tributario arriva la confisca per sproporzione, un nuovo strumento che consentirà di sottrarre all'indagato per reati fiscali beni che sono di valore sproporzionato rispetto al suo reddito. Ovviamente la norma è pensata per contrastare la mafia, ma potrà riguardare chiunque. Così come la stretta sulle compensazioni tra i crediti d'imposta e e i debiti verso l'Erario: lo Stato procederà a incassare i crediti in modo automatico. Insomma, una serie di disposizioni che limiteranno i margini di tutela quando le Entrate sbaglieranno. Cosa che accade spesso. Ma non è l'unica anomalia del decreto. Nella seconda metà del testo, il governo si concentra sui giochi e fa cadere il velo sullo storytelling degli interventi fiscali ai fini etici. Perché le concessioni per i giochi sono l'altra medaglia della fuffa «verde». I 5 stelle da anni hanno fatto del contrasto alla ludopatia il proprio cavallo di battaglia. Dichiarazioni tutte volte a demonizzare il gioco, interventi legislativi mirati ufficialmente a limitare il gioco e a ridurre il perimetro dello Stato. Nella realtà l'Erario usa il gioco per fare cassa e mentre lo demonizza, sottobanco chiede più soldi. Così facendo da un lato rischia di distruggere un comparto industriale che vale migliaia di posti di lavoro, dall'altro confonde le idee tanto che i cittadini non riescono più a distinguere i giochi legali da quelli d'azzardo.In questo modo scaturisce un circolo vizioso che abbatte le tutele legali (l'esatto opposto di quanto lo Stato etico dichiari di voler fare) e dall'altro riduce il gettito destinato a riempire le casse e quindi sostenere i servizi. Siccome al male non c'è mai fine, la fusione tra Pd e 5 stelle ha portato al governo giallorosso, il quale stavolta è riuscito a raschiare il barile dell'ipocrisia. Non sapendo più che cosa inventarsi per chiedere più tasse al comparto del gioco è arrivato a stoppare ben due gare d'appalto in corso. Si tratta di quella per le scommesse e quella per il Bingo. Con la scusa che gli esiti non si sarebbero potuti finalizzare entro la fine del 2019, il Mef avrebbe deciso di prorogare le due pratiche fino a giugno 2020. Ovviamente questo ritardo - ribadiamo dovuto allo Stato - diventa oneroso. Indovinate per chi? Ma per le concessionarie che si troveranno in tutto a pagare 70 milioni di euro in più. Un'assurdità, che va contro qualunque rapporto contrattuale. Siamo, infatti, di fronte a scelte unilaterali dove lo Stato è il re e l'azienda è il suddito, anzi il servo della gleba. Un'assenza di dialogo in cui la fame di soldi offusca la mente. Non ci si ferma a vedere gli errori del passato. Ma si va avanti tassando e bastonando i cittadini. E lo stesso vale per il fumo. Il sottosegretario Antonio Misiani sta studiando la rimodulazione delle imposte sul fumo tradizionale o sulla sigaretta elettronica. Senza un particolare criterio, semplicemente servono 60 milioni di euro per tappare un buco. Eppure per capire che così non si fa basterebbe studiare il decreto Dignità che ha fatto tabula rasa dei rapporti tra le concessionarie dei giochi, le aziende editoriali e le squadre di calcio. La serie A ha però un centinaio di milioni di sponsorizzazioni. I 5 stelle hanno festeggiato, nonostante lo Stato abbia perso la possibilità di far girare il Pil e tassare il lavoro e al tempo stesso ha spinto molte squadre di calcio a trovare sponsor a Malta o in altri paradisi fiscali. Risultato? Penalizzata solo l'industria del gioco italiana.
Jose Mourinho (Getty Images)