2019-12-25
Lo spritz è il cocktail più famoso
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Milioni di persone scelgono il drink tutto italiano per il loro aperitivo o anche per pasteggiare al posto del più tradizionale calice di vino. Ma come è nata questa vera e propria mania? I motivi sono molteplici, ma il segreto di Campari: portare la bevanda dal Veneto agli Hamptons con una spruzzata di marketing. Tutto inizia nel 2003, quando il gruppo Campari acquisisce il brand Aperol e dà il via a una campagna di marketing globale per promuovere l'Aperol spritz. Il liquore, unito a prosecco, soda e una fettina d'arancia, è perfetto per il consumatore moderno, che preferisce bevande a basso tasso alcolico cui abbinare buon cibo e quattro chiacchiere tra amici. Il risultato è immediato. Aperol vanta una crescita a doppia cifra ogni anno e in meno di dieci anni, le vendite risultano quadruplicate, raggiungendo l'11% del fatturato totale di Campari, un'azienda da 1,3 miliardi di euro. L'Italia è innamorata dello spritz e i giovani passano dall'incontrarsi per una cena a organizzare il più divertente «aperitivo» consumando principalmente questo tipo di cocktail. Si dice che in Veneto, che ha dato i natali al drink, ne vengano addirittura consumati circa 300.000 ogni giorno. Negli ultimi anni però lo spritz ha contagiato anche il resto del mondo. Melanie Batchelor, vice presidente marketing di Campari America, che descrive questo cocktail come «il sole in un bicchiere», ha iniziato una campagna tappezzando le maggiori città americane di manifesti e «booth» nel bel mezzo degli eventi più importanti dell'estate. Persino l'Hampton Jitney - il famoso bus che trasporta i newyorkesi negli Hamptons nei weekend d'estate - era stato vestito d'arancio in onore del cocktail veneto. Quell'anno, grazie anche alla campagna su strada, le vendite di Aperol sono cresciute del 48% in tutta l'America. «Merito» secondo i baristi statunitensi «del sapore intenso ma al contempo facilmente abbinabile in ogni circostanza, e dell'inconfondibile colore arancione che lo distingue da qualsiasi altro cocktail in circolazione».<Un altro importante mercato per questo drink è l'Inghilterra>. Nick Williamson è il direttore marketing di Campari Uk da tre anni, quando l'azienda ha deciso di aprire una filiale. Williamson è partito dai dati relativi al prosecco, un altro drink molto amato dagli inglesi. «In un anno si consumano circa mezzo miliardo di bicchieri di prosecco. Se solo riuscissimo ad aggiungere un po' di Aperol non più al 2% di questi cocktail ma al 5% ci troveremmo di fonte a un mercato incredibile» ha affermato. Ecco allora che per le strade e le metropolitane delle più grandi città dell'Inghilterra sono comparsi cartelloni dedicati all'Aperol spritz. La promozione del concetto di «aperitivo» ha portato a un crescita dell'Aperol del 98% e un aumento delle ricerche su Google del 50%.Con risultati del genere è impossibile non avere qualche detrattore. Ecco allora che proprio quest'anno il New York Times ha pubblicato un articolo dal titolo decisamente eloquente: «L'aperol spritz non è un buon drink». La giornalista Rebekah Peppler procede nello spiegare che il cocktail non sarebbe meglio di «un succo di frutta dopo un allenamento di football in una giornata calda». L'errore starebbe proprio nella scelta degli ingredienti. Il prosecco è usato in maniera troppo generosa e l'aggiunta di un bitter troppo zuccheroso come l'Aperol porta il cocktail ad avere lo stesso gusto delle «vitamine per bambini». La soluzione della Peppler sarebbe abbandonare l'Aperol a favore di un vermouth per un mix meno dolce e più piacevole, nonostante si debba così dire addio al brillante arancione che ha fatto diventare lo spritz un hashtag usato in tutto il mondo. Quasi 20.000 post su Instagram sono taggati #spritzlife. Prova ne è che, nonostante le critiche, lo spritz resta la scelta più amata per l'aperitivo in giro per il mondo. E che il drink Made in Veneto, famoso in tutto il mondo, non sarà una moda passeggera. Nemmeno oltreoceano.<