
L'inchiesta sugli affidi facili si allarga al Comune di Reggio Emilia. Nel mirino dei magistrati finisce una funzionaria pubblica molto legata a Federica Anghinolfi: avrebbe rilasciato false dichiarazioni.L'inchiesta sullo scandalo dei bambini strappati alle famiglie di Bibbiano va avanti e si allarga al Comune di Reggio Emilia, dove una funzionaria è stata iscritta nel registro degli indagati. «Te lo do brevi manu, perché non vorrei mai che intercettassero delle cose anche nei giri di mail privati». Daniela Scrittore, funzionaria del Comune di Reggio del settore Politiche familiari, era in strettissimo contatto con Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali dell'Unione Val d'Enza e ritenuta il personaggio chiave nell'inchiesta «Angeli e Demoni». E con lei si scambiava, come emerge dall'intercettazione telefonica mandata in onda in un servizio di Luca Ponzi del Tgr Emilia Romagna, documenti e informazioni. Sono una cinquantina le telefonate intercettate tra le due. Era stata Scrittore, stando a quanto emerge dall'inchiesta, a suggerire al dirigente dell'Ausl Attilio Mattioli, già indagato, di assegnare un appalto a Claudio Foti e all'Hansel e Gretel. Alcune funzionarie dell'Ausl avrebbero poi raccontato che la donna era stata vista nella segreteria dell'ufficio che aveva bandito la gara. Scrittore, sentita come testimone, avrebbe negato la circostanza. Ed ecco perché è stata iscritta nel registro degli indagati per false dichiarazioni. Insomma, avrebbe sviato le indagini. A giugno, prima delle misure cautelari, Mattioli, accusato di aver procurato un ingiusto profitto a Foti favorendolo, si legge negli atti d'accusa, in una procedura a evidenza pubblica per un corso di formazione per operatori socio sanitari, era stato interrogato dai magistrati. Gli investigatori gli chiesero perché avesse affidato il servizio alla Onlus piemontese. Lui avrebbe risposto di essersi avvalso in via informale della sua collega del Comune per chiederle a quale servizio di psicoterapia avrebbe potuto affidare quell'appalto, essendo lui un dirigente amministrativo. Scrittore avrebbe fatto il nome di Hansel e Gretel. Sarebbe questo il suggerimento arrivato agli uffici dell'Ausl. Una circostanza che, però, è stata negata dalla funzionaria. A quel punto è stato sentito il personale della segreteria di Mattioli. E in quel momento sono arrivati i riscontri ai sospetti dei magistrati. La funzionaria del Comune, stando alle testimonianze, si sarebbe presentata in ufficio al momento dell'apertura delle buste o, pare, al momento dell'affidamento dell'incarico.Scrittore, difesa dall'avvocato Liborio Cataliotti, a quel punto è stata iscritta nel registro degli indagati. I carabinieri ora stanno sbobinando le telefonate intercettate tra la funzionaria e Aghinolfi. E sono previsti ulteriori sviluppi investigativi. Venerdì le è stato sequestrato il telefono cellulare per accertamenti tecnici nel filone dell'inchiesta che ipotizza l'abuso d'ufficio nella procedura d'appalto del comune di Bibbiano che ha favorito l'ingresso della Hansel e Gretel. Scrittore, quale membro del Tavolo regionale sulle linee di indirizzo per l'accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento e abuso, era stata sentita il 30 settembre dalla Commissione regionale affidi, che dopo «Angeli e demoni» sta facendo una ricognizione sull'accaduto. E anche in quella occasione ha tergiversato. Sollecitata dai consiglieri regionali a esprimersi sul caso Val d'Enza, ha commentato così i numeri degli affidi nella provincia di Reggio Emilia: «Non si tratta assolutamente di numeri anomali, ma di numeri compositi, nel senso che comprendono sia gli affidi consensuali che giudiziali, a tempo pieno e a tempo parziale». Si parla, per il 2017, di 133 casi di affidi a tempo parziale consensuale, 13 a tempo parziale giudiziale, 26 a tempo pieno consensuale e 180 a tempo pieno giudiziale. Secondo la funzionaria indagata, «se qui ci sono più affidi è perché li preferiamo agli inserimenti in comunità, pensiamo che la famiglia sia sempre una soluzione migliore per i bambini». Un passaggio dell'audizione ha riguardato anche il Centro La Cura e il ricorso alle consulenze della Onlus Hansel e Gretel. E Scrittore l'ha liquidata così: «Perché i Comuni ricorrono a centri privati? Perché il servizio pubblico in ambito sanitario purtroppo spesso non è sufficiente e non sempre riesce a garantire la cura. Non abbiamo luoghi adatti per fare colloqui e accogliere gli utenti. È come dire alle famiglie: “Ti ho fatto una buona diagnosi, ma ora non posso metterti a disposizione il trattamento"». E addirittura, Scrittore si è avventurata a commentare il caso della bambina di Reggio Emilia allontanata dai genitori da agenti delle forze dell'ordine travestiti da operatori della protezione animali e in presenza di assistenti sociali del Comune (la bimba per fortuna è stata riconsegnata ai genitori con un provvedimento del giudice). «L'allontanamento», sostiene Scrittore, «era stato deciso dal Tribunale per i minorenni e si cerca il più possibile di intervenire affinché la separazione non sia troppo traumatica. In alcuni casi però, quando reiterati tentativi di dialogo con i genitori non vanno a buon fine, è necessario agire diversamente. Rimane un caso eccezionale nel quale i servizi sociali non hanno deciso le modalità d'intervento». E mentre i carabinieri stanno verificando i contenuti delle 50 conversazioni con Aghinolfi, c'è chi è pronto a scommettere che presto salteranno fuori altri casi eccezionali della stessa gravità. Perché l'incubo in cui sono piombate Bibbiano e Reggio Emilia non è ancora finito.
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