2024-11-11
ll trafficante russo liberato da Biden ora fa affari (milionari) con gli Huthi
Il presidente americano uscente rilasciò Viktor Bout nel 2022 in uno scambio di prigionieri tra Washington e Mosca, che lo riaccolse come una star. Adesso il «mercante di morte» foraggia con armi i ribelli yemeniti.L’esperto di terrorismo: «Diede inizio a una nuova fase di presa di ostaggi. Trump invece rifiutò di aderire alle richieste di Putin».Lo speciale contiene due articoliIl noto trafficante di armi russo Viktor Bout, rilasciato dalla custodia americana nel 2022 come parte di uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia, ha ricominciato ancora una volta a esercitare il suo vecchio mestiere, questa volta vendendo armi agli Huthi dello Yemen. Probabile che Bout stia operando con la tacita approvazione delle autorità russe (alleate dell’Iran protettore degli Huthi) che lo stanno usando per nascondere il loro coinvolgimento nell’operazione. Secondo il Wall Street Journal, Bout ha incontrato gli emissari Huthi a Mosca nell’agosto 2023 per negoziare la vendita di armi leggere per un valore di circa 10 milioni di dollari. Le spedizioni sarebbero iniziate lo scorso mese, a ottobre, camuffate da scorte alimentari, con le prime due consegne che si dice siano costituite principalmente da fucili d’assalto AK-74. Gli Huthi avrebbero espresso interesse anche per altri armamenti russi, tra cui i missili anticarro Kornet e altre armi antiaeree non specificate. Viktor Bout era un tempo il più importante trafficante d’armi del mondo fino al suo arresto in Thailandia nel 2008 e alla successiva estradizione negli Stati Uniti. Soprannominato il «Mercante di Morte», ha alimentato conflitti in Paesi che vanno dall’Afghanistan al Ruanda e ha guadagnato centinaia di milioni di dollari con il suo business. «Bout ha la capacità di trasportare carri armati, elicotteri e armi a tonnellate praticamente in qualsiasi punto del mondo», ha affermato all’epoca il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Nato nel 1967 a Dushanbe, in Tagikistan, allora facente parte dell’Unione Sovietica, secondo i documenti ufficiali Bout ha servito come traduttore militare, imparando il francese, l’inglese, l’arabo, il persiano e il portoghese. Fu inviato a supportare le forze angolane durante una guerra civile negli anni Ottanta. Dopo il crollo del blocco comunista nel 1991 acquistò aerei da trasporto militari russi e li utilizzò per trasportare le Forze di pace delle Nazioni Unite in Africa. Bout, che è anche un ex ufficiale della Direzione dell’intelligence militare di Mosca (Gru), divenne noto al pubblico per la prima volta quando, nel 2005, gli Stati Uniti lo sanzionarono per aver scambiato armi in cambio di diamanti con Charles Taylor, ex presidente della Liberia e criminale di guerra condannato. Gli esperti delle Nazioni Unite lo accusarono anche di aver infranto gli embarghi internazionali sulle armi in Angola e nella Repubblica democratica del Congo. Bout fu arrestato in Thailandia nel 2008 in un’operazione sotto copertura condotta dagli agenti della Drug enforcement administration (Dea) statunitense, che si spacciavano per ribelli colombiani di sinistra. Nel 2011 è stato poi condannato per cospirazione finalizzata all’uccisione di cittadini statunitensi e per tentato traffico di armi ai ribelli colombiani, ricevendo una pena di 25 anni di carcere. L’arresto di Bout e la sua condanna a 25 anni di prigione provocarono l’ira di Mosca, che si attivò per ottenere il suo ritorno. Dopo che l’amministrazione Trump si rifiutò di scambiare Bout con Paul Whelan, un ex marine imprigionato ingiustamente da Mosca, i russi catturarono un altro ex marine, Trevor Reed. Alla fine, Mosca scambiò Reed con il trafficante di droga russo condannato negli Stati Uniti, Konstantin Yaroshenko, nell’aprile del 2022. Nel dicembre successivo, l’amministrazione Biden, nonostante l’opinione contraria del dipartimento di Giustizia, decise di scambiare Bout con la star della WNba Brittney Griner, la cestista arrestata in Russia nel febbraio del 2022 con l’accusa di possesso illegale di droga e contrabbando di una «quantità significativa di stupefacenti», quando in realtà nel suo bagaglio erano stati trovati solo 0,7 grammi di olio di cannabis. Quest’ultima è stata infine scambiata in un accordo in cui Mosca ottenne il rilascio di diverse spie e criminali russi in più Paesi, tra cui Vadim Krasikov, 58 anni, colonnello dei servizi segreti russi Fsb, condannato all’ergastolo in Germania per l’omicidio di Zelimkhan Khangoshvili, dissidente ceceno nato in Georgia.Tornato in Russia, Viktor Bout ha ricevuto un’accoglienza degna di una celebrità dopo essere stato rilasciato dalla custodia degli Stati Uniti, iniziando una sorta di «tour della vittoria» in tutto il Paese. Quattro giorni dopo il suo ritorno in patria, si è unito ufficialmente come membro al Partito liberal democratico russo, conosciuto in Russia con l’acronimo Ldpr. Questo partito, fondato dal nazionalista Vladimir V. Zhirinovsky, è formalmente un partito di opposizione ma in realtà serve il Cremlino.Bout si è inoltre candidato per l’Assemblea regionale di Ulyanovsk, un territorio di 1,3 milioni di persone a circa 750 chilometri a est di Mosca, luogo di nascita di Lenin e ha anche esposto opere d’arte in gallerie a Mosca e San Pietroburgo. Ai giornali americani che gli hanno chiesto delle sua avventura politica, dopo aver spiegato che durante la detenzione teneva sempre la foto di Vladimir Putin sulla parete della sua cella e di essere d’accordo con l’invasione russa dell’Ucraina, Bout ha spiegato: «Sono stato rinchiuso nel vostro sistema federale per 15 anni. Quindi cosa vi aspettate da me, che debba prendermi del tempo per farmi una vacanza? Diamine, no. Devo fare tutto per il mio Paese». Da quando è stato rilasciato dalla prigione, Bout appare spesso sulla televisione russa come commentatore della politica russa e critico degli Usa, che ha detto essere determinati a smantellare la Russia, e viene altresì citato occasionalmente nei media russi come esperto nel commercio di armi. A metà del 2023 ha lanciato diverse iniziative imprenditoriali nel commercio di gas, carburante e attrezzature industriali. Bout ha anche partecipato a un panel sulla logistica al summit Russia-Africa del luglio del 2023, dove ha affermato di voler lavorare con gli ex partner commerciali africani. Non solo: nello stesso anno è stato visto più volte con Yevgeny Prigozhin, il defunto capo della compagnia militare privata Wagner, che ha una vasta presenza militare e commerciale in tutta l’Africa. Ma appena «il cuoco di Putin» ha sfidato il Cremlino, Bout lo ha prontamente abbandonato al suo destino. La vendita delle armi di Bout agli Huthi arriva mentre la Russia ha approfondito le relazioni con i protettori iraniani del gruppo yemenita e sta cercando modi per rispondere all’Occidente. Sebbene il ruolo di Mosca nella vendita non sia provato, l’intelligence russa ne è senza dubbio a conoscenza e lo spregiudicato Bout è perfetto per questo genere di operazioni. Il ritorno di Bout sulla scena del traffico internazionale di armi deve senz’altro far riflettere le future amministrazioni statunitensi che dovranno scambiare prigionieri con Mosca. Nel frattempo, gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero utilizzare le risorse militari, le sanzioni e le forze dell’ordine di cui dispongono per fermare le spedizioni di Bout agli Huthi e ad altri suoi clienti, che di certo si annunceranno.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ll-trafficante-russo-liberato-da-biden-ora-fa-affari-milionari-con-gli-huthi-2669741764.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-scarcerazione-fu-un-fallimento-del-governo-dem" data-post-id="2669741764" data-published-at="1731223255" data-use-pagination="False"> «La scarcerazione fu un fallimento del governo dem» Adrian Calamel è un ricercatore dell’Arabian Peninsula Institute e docente in Storia del Medio Oriente e del terrorismo. Molti ritengono che la vicenda del trafficante d’armi russo Viktor Bout sia l’ennesimo fallimento dell’amministrazione Biden in politica estera. È davvero così? Cosa è successo davvero? «Assolutamente sì, l’amministrazione Biden ha creato un pericoloso precedente in questo episodio di diplomazia degli ostaggi e ha inaugurato una nuova fase di presa di ostaggi a causa di una serie di decisioni/contratti sbagliati volti a garantire il rilascio di americani ingiustamente detenuti. Per capire cosa è successo veramente e come evitare un altro scambio disastroso, dobbiamo guardare alla campagna della Russia per far uscire Bout e altri con lunghe pene detentive in Occidente. Quando Putin ha tentato di ottenere il rilascio di Bout in cambio di Paul Whelan, detenuto ingiustamente, ed è stato respinto da Trump, lo Stato russo ha iniziato una campagna di arresti di occidentali e doppi cittadini, imprigionandoli ingiustamente con lunghe pene detentive per creare un effetto leva. Il governo statunitense farà sempre tutto il possibile per ottenere il rilascio degli ostaggi, ma ci sono due regole d’oro quando si negozia con Paesi o attori che utilizzano gli ostaggi come forma di diplomazia. In primo luogo, mai pagare in contanti per gli ostaggi: l’amministrazione Biden ha messo un cartellino del prezzo di 1,3 miliardi di dollari sulla testa di ogni americano quando ha consegnato a Teheran 6 miliardi di dollari per cinque ostaggi nel novembre 2023. In secondo luogo, quando si effettua uno scambio è fondamentale rilasciare una risorsa di basso livello che preferibilmente ha ancora pochi anni o mesi di carcere. L’amministrazione Biden ha infranto questa regola quando ha scambiato Victor Bout con Brittney Griner. Il più famoso trafficante d’armi del mondo per una giocatrice di basket detenuta per meno di un anno in Russia. Dopo questa vittoria, la Russia è riuscita a estorcere all’America e a più Paesi un accordo: Putin ha ottenuto il rilascio di spie, criminali e assassini in cambio di Paul Whelan e di tutte le “pedine” gettate nelle prigioni russe quando il primo tentativo di forzare il rilascio di Bout è fallito». Quali armi ha venduto Viktor Bout agli Huthi? «Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Bout si è incontrato per la prima volta con i rappresentanti degli Houthi durante una visita a Mosca nell’agosto del 2023 ed è probabile che il primo accordo sia stato negoziato per la maggior parte di armi di piccolo calibro, ma gli AK-74 sono probabilmente solo l’inizio. È stato riferito che gli Huthi sono interessati anche ai sistemi anticarro russi Kornet portatili e alle armi antiaeree, il che potrebbe essere un terribile avvertimento per milioni di persone che vivono nello Yemen. Se è vero, questo segnala un’altra offensiva con cui gli Huthi tentano di completare la presa del Paese». Come è stato possibile per un «mercante di morte» come lui ricominciare a vendere armi in tutto il mondo? «Due fattori hanno reso semplice per Bout ricominciare a vendere, il più importante dei quali è la copertura fornita dalla Russia di Putin e dai servizi segreti (Gru). È così che ha fatto carriera prima dell’arresto nel 2008 e ora sta semplicemente tornando in affari. L’altro fattore è la posizione della Russia nell’Asse della Resistenza nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran e il suo metodo preferito di guerra per procura utilizzando l’asimmetria e il terrorismo». Quando sono avvenute queste forniture, prima e dopo il 7 ottobre 2023? «Il coinvolgimento di Bout con gli Huthi è certamente successivo al 7 ottobre e la possibilità che la Russia abbia fornito armi agli Huthi prima del massacro di Nova sembra improbabile. Gli Huthi si sono tradizionalmente affidati al sequestro delle scorte del governo yemenita e a grandi spedizioni dall’Iran». Quanti missili hanno ancora a disposizione gli Huthi e perché finora si sono limitati a piccole operazioni contro di loro? «È difficile dire quanti missili, droni e armi antinave gli Huthi possano avere nel loro arsenale. Un’arma che non hanno, ma di cui si sono vantati, è un missile ipersonico, un riconoscimento importante: né gli Huthi né Teheran ne hanno dimostrato la capacità lungo molte soglie critiche. Si può anche dire che hanno usato un’ampia gamma di missili sia balistici che da crociera, che sono cresciuti sempre più sofisticati da quando ho iniziato a seguirli. In passato gli Huthi avevano messo insieme diverse varianti di Scud con scarsa precisione e raggio d’azione limitato, mentre gli attacchi a lungo raggio erano condotti da droni a basso impatto e facilmente intercettabili. Il gioco è cambiato con Teheran che ha investito più dollari per accelerare la capacità bellica degli Huthi e integrarli nelle azioni militari regionali del regime. Ci sono due semplici ragioni per cui gli Huthi ne sono usciti in gran parte indenni e una di queste è stata rimossa quando Kamala Harris ha perso le elezioni: la sua politica sarebbe stata una continuazione dell’acquiescenza a Teheran che ha dato agli Huthi mano libera negli ultimi quattro anni. La seconda sta rapidamente scomparendo, poiché le minacce vicine di Hamas e Hezbollah sono state gravemente degradate, la distanza e le capacità hanno collocato gli Huthi più in basso nella matrice della minaccia. Per Abdul-Malik al-Huthi si avvicina rapidamente la resa dei conti».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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