2024-04-27
Orrore: Lituania e Polonia pronte a spedire al fronte i rifugiati ucraini
Dopo aver accolto i profughi, i due Stati europei si dichiarano disposti a rastrellare tutti i maschi adulti per rimandarli oltreconfine, verso la morte certa della prima linea. Qualcuno ponga fine a questa tragedia. In Ucraina è caccia all’uomo. Attenzione, non ai russi o agli infiltrati sospettati di passare notizie riservate a Mosca. No, la caccia è ai giovani in età da trincea, per spedirli al fronte, con tutta probabilità a farsi ammazzare. Da quando le truppe di Putin hanno varcato il confine per cercare di raggiungere Kiev, molti ucraini sono scappati all’estero. E fra di loro non c’erano solo donne, bambini e anziani. Tra i profughi c’erano anche giovanotti che non avevano alcuna intenzione di imbracciare le armi. Infatti, basta aggirarsi per le città europee per scorgere vetture con la bandiera giallo azzurra e a condurle non sono signore e nemmeno pensionati. L’aspetto semmai è quello di uomini benestanti, talvolta giovani.Che una parte di coloro che avrebbero dovuto indossare la divisa e combattere per il proprio Paese se la sia data a gambe levate, del resto, lo ha ammesso anche lo stesso presidente ucraino. Volodymyr Zelensky in più di un’occasione ha rivolto appelli ai connazionali espatriati invitandoli a tornare. Per essere più convincente ha anche lasciato intendere che chi non si rassegna a rientrare rischia grosso, perché con la legge marziale e la mobilitazione di tutte le forze disponibili, si può passare per disertori. Ma non ci sono soltanto i giovani fuggiti all’estero, bensì anche coloro che si nascondono in patria, diventando renitenti all’arruolamento. In rete girano filmati in cui si vedono i giovani fermati dalle milizie ucraine, denudati e legati ai pali della luce per svergognarli davanti a tutti. E sempre in rete circolano racconti di uomini in età da combattimento praticamente sequestrati e inviati a forza al fronte. Ma ci sono anche storie di ragazzi che si sono dati alla macchia, preferendo attraversare a nuoto fiumi o percorrere lande semidesertiche pur di sfuggire alla polizia militare.La questione delle forze da inviare al fronte in effetti, è al momento il problema più grosso per Zelensky e compagni. Senza uomini non si fa la guerra. Le munizioni, i cannoni e gli aerei servono. Ma poi per sparare missili o proiettili non basta l’intelligenza artificiale: ci vogliono i soldati e questi, sul fronte orientale dove l’Ucraina rischia di soccombere, scarseggiano. Non so se la notizia dell’uccisione di quasi mezzo milione di militari di Kiev sia vera. Probabilmente no, visto che la propaganda dall’una e dall’altra parte è molto attiva. Tuttavia, dopo oltre due anni di guerra è assai probabile che le perdite siano enormi e non si vada molto lontano dal vero pensando che morti e feriti di parte ucraina siano centinaia di migliaia. Notizia che certo non può essere minimizzata pensando che sul fronte russo è anche peggio. Con centinaia di migliaia di caduti è evidente che l’Ucraina ha bisogno di trovare altri giovani da mandare a combattere. Ed è altrettanto evidente che molti di coloro che a forza sono costretti a indossare la divisa sono candidati alla morte. Tempo fa ho letto il rapporto di un istituto statistico ucraino, secondo cui in due anni Kiev ha perso una generazione e ciò influirà in maniera drammatica sulla popolazione del Paese, destinata a diminuire fortemente nei prossimi anni, sia a causa delle vittime sia per l’emigrazione.Ma la notizia più agghiacciante dal mio punto di vista non è questa, bensì quella che ho letto ieri. Lituania e Polonia, due dei Paesi confinanti che sin da subito hanno offerto ospitalità ai profughi in fuga dalle bombe russe, vorrebbero «restituire» a Zelensky i giovani che tutt’ora soggiornano sul loro territorio. In pratica, visto che questi ucraini non si rassegnano davanti al loro destino, Vilnius e Varsavia sono pronti a rastrellamenti fra gli immigrati ucraini, per poi consegnarli alla polizia militare affinché li spedisca a combattere. Questi «espatriati» sono ovviamente dei disertori, ma l’idea che i democratici Paesi dell’Europa li «arrestino» per mandarli a morire nel loro Paese la trovo terrificante. Per mesi ci hanno raccontato che la tecnologia militare avrebbe sconfitto Putin. Che le nuove armi avrebbero spazzato via un’armata improvvisata e sciatta. Poi scopriamo che i nuovissimi e potentissimi carrarmati americani Abrams devono essere ritirati perché i droni russi li fanno a pezzi. Ora scopriamo che non bastano le nuove armi, serve nuova carne da cannone. Non so voi, ma io di bugie ne ho piene le tasche e vorrei che l’Europa cominciasse a guardare in faccia la realtà. Che può essere bella o brutta, accettabile o meno, ma che non puoi nascondere con altri massacri.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)