2020-09-09
L'Italia riapre le frontiere per le coppie binazionali: per viaggiare basterà un'autocertificazione
True
L'ultimo Dpcm apre uno spiraglio per le coppie che vivono un amore a distanza e costrette alla lontananza forzata con la chiusura dei confini. Basterà infatti certificare che «si andrà a vivere da qualcuno con cui si ha una relazione stabile» per potersi ricongiungere con il proprio partner. Viaggiare. È senza dubbio uno degli aspetti che la pandemia ha cambiato totalmente. Chi era abituato a saltare su un aereo e partire da un momento all'altro allo scoperta del mondo, si è visto costretto a rimanere con i piedi per terra e a guardare il cielo solo da lontano. Tra chi viaggia per piacere e per affari, però, c'è anche chi viaggia per amore. Chi ha un partner lontano, dall'altra parte del mondo magari, si è ritrovato improvvisamente a vivere una relazione totalmente virtuale, senza certezze su quando e come sarebbe stato possibile incontrarsi nuovamente. Chi non l'ha vissuto non lo può nemmeno immaginare. L'ansia di ricongiungersi, la voglia di correre in aeroporto verso l'uscita per rivedere il volto del proprio amato, il godere di ogni minuto passato insieme perché poi chissà quando potrebbe ricapitare. Sono tutte sensazioni che il Covid-19 ha eliminato dalla vita di chi vive come una coppia binazionale. Michele De Santis ci ha raccontato la sua relazione con una persona non europea. «Ormai da quasi due anni io e la mia ragazza messicana siamo insieme senza però ovviamente che la nostra relazione sia stata riconosciuta legalmente» spiega «Io vivo in Italia, lei in Messico ed abbiamo cercato di vederci ogni qualvolta avevamo la possibilità in attesa di vivere presto nello stesso Paese». «Purtroppo, l'arrivo del Covid ci ha separato per ormai 7 mesi e non intravediamo la possibilità di poterci incontrare. I viaggi fuori dall'area Schengen non sono infatti consentiti se non per pochi motivi». È qui che entra in gioco il movimento Love is not Tourism che, in questi mesi, non ha mai perso l'occasione di far sentire la propria voce. Non ha mai smesso di sperare. «La scelta di chiudere le frontiere per contrastare l'emergenza sanitaria è stata, ed è tuttora, comprensibile e necessaria. È stato di vitale importanza porre un freno al turismo per proteggere i nostri cari e noi stessi. Ma l'amore non è turismo e una relazione stabile non può essere equiparata ad una vacanza estiva» riporta Andrea Iannozzi, portavoce del movimento #LoveIsNotTourism Italia. L'Italia ha assunto fin da subito lo scomodo ruolo di apripista nella battaglia al Coronavirus e le inevitabili misure di sicurezza intraprese nel nostro Paese in primis e successivamente nel resto del mondo hanno pesantemente gravato non solo sulle imprese, ma anche sulle famiglie e le coppie separate dai confini Schengen. «In un mondo in cui la globalizzazione è totale e le coppie con partner non coniugati di diversa nazionalità sono sempre più numerose, il diritto di ricongiungerci ci viene negato nonostante gli Articoli 2 (2) e 3 (2) (b) della Direttiva 2004/38/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio. Eppure, le nostre relazioni non valgono di meno di quelle delle coppie sposate o di quelle certificate da un documento che ne attesti l'unione civile. L'amore dovrebbe essere considerato un motivo essenziale per viaggiare e consentire ai cittadini non UE di entrare nell'Unione (+ Stati associati) insieme a tutti gli altri viaggiatori essenziali consentiti, come lavoratori transfrontalieri, passeggeri che viaggiano per motivi familiari imperativi, assistenza sanitaria personale». Se governi di Germania, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Islanda, Austria, Repubblica Ceca, Olanda, Finlandia hanno già provveduto da mesi a rispondere all'azione di #LoveIsNotTourism inserendo le coppie aderenti al movimento tra quelle esenti dal divieto di ingresso, in Italia solo con l'ultimo Dpcm è stato aperto uno spiraglio per gli amori a distanza. Il premier Conte ha infatti aperto ai viaggi per le coppie con «una relazione stabile affettiva che non vivono nello stesso Paese». Per viaggiare sarà necessario, almeno fino al 7 ottobre un'autocertificazione che attesti che si vivrà a casa di una persona con cui si intrattiene un rapporto stabile. Il documento servirà anche per la comunicazione alla Asl e sarà obbligatoria una quarantena di 14 giorni. Gli stati per cui era vietato l'ingresso in Italia sono: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Montenegro, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana, Serbia, Colombia. Un piccolo passo avanti, che non risolve certo la situazione ma permetterà a molte coppie lontane da ormai più di 7 mesi di potersi finalmente ricongiungere.