2021-06-17
L’Italia buca l’Emmenthal svizzero e stacca il biglietto per gli ottavi
Gli azzurri battono 3-0 anche i modesti svizzeri. Fantastico Manuel Locatelli: prima raccoglie l'assist di Domenico Berardi, poi indovina una botta perfetta da fuori. Nel finale chiude Immobile. La qualificazione è già matematica.Tre buchi nell'Emmenthal, avanti tutta. L'Italia stronca anche la Svizzera (3-0), che più d'una squadra sembra una rotatoria di Bellinzona: pulita e ordinata, con i papaveri al posto giusto. Ma desolatamente ferma, per batterla basta il Sassuolo. Due gol di Manuel Locatelli, la Nazionale guadagna gli ottavi degli Europei senza prendere gol e per andarci da prima deve liquidare il Galles domenica pomeriggio. I britannici hanno quattro punti, vedono il passaggio del turno dopo i due gol inflitti alla Turchia (2-0) a Baku. La partita anticipa quella dell'Italia e ci dà due cattive notizie: Gareth Bale sembra rinato e i turchi sono i più scarsi del girone. Quindi la nostra non fu un'impresa ma una passeggiata. Più o meno come quella di ieri sera. Un altro 3-0, tutto così divertente. Ha ragione Fabio Capello: «Meglio essere euforici che depressi». Fotografa lui con una romantica banalità lo spirito di un'Italia che prova a trasformare semplici partite in notti magiche. Ci sta riuscendo, anche se per ora sembra tutto facile, troppo facile. Questa volta impiega meno di un tempo per indirizzare la sfida con gli svizzeri, entra in campo determinata a non dialogare ma a puntare dritta all'area avversaria. E a prendere a pallate il mondo. La squadra di Roberto Mancini fa subito capire le intenzioni, cogliendo un aspetto fondamentale: gli avversari sono lenti, escono dalla difesa passeggiando come quei pensionati che svernano sul lago di Ginevra fra i cigni. È solo questione di tempo. Al 18' quando su calcio d'angolo provocato da un errore di Kevin Mbabu (un Bob Marley fuori dal tempo, mediocre ala trasformata in terzino), Giorgio Chiellini segna in mischia con un piattone da stopper. Tutti in piedi, dai tifosi a Fabio Caressa, ma l'arbitro russo Sergei Karasev è perplesso, si fida del Var e annulla. Il centrale della Juventus aveva commesso non uno ma due falli: mano e sfondamento. Sei minuti dopo il capitano è costretto a uscire per una contrattura, sostituito da Francesco Acerbi. L'Italia domina, controlla ogni zona del campo con personalità e, come si suol dire, il gol valido è nell'aria. Arriva al 25' quando Domenico Berardi può scatenarsi in contropiede da anni Settanta nella prateria di destra: punta Ricardo Rodriguez (che già al Milan aveva mostrato limiti atletici), lo salta e crossa dal fondo per Locatelli che sfonda la porta. Uno a zero, qualificazione in cassaforte a meno di follie, perché la multinazionale elvetica è più prevedibile del cioccolato al latte. Per due volte gli azzurri hanno la palla del raddoppio: prima con Lorenzo Insigne che si fa ribattere di testa sulla linea da un difensore il solito tiro a giro, specialità della casa, poi con Leonardo Spinazzola che si divora il gol impappinandosi davanti a Yann Sommer, il portiere più basso del torneo. Un ragazzo che sta vivendo due sogni: la platea continentale e l'arrivo (a ore) di un figlio. Nella micidiale afa notturna, mentre le squadre si rilassano, c'è il tempo per annotare che la Svizzera è più pericolosa nei nomi che nel gioco. Le cosce bioniche di Xherdan Shaqiri (Liverpool), la sapienza calcistica di Granit Xhaka (Arsenal), il dinamismo di Remo Freuler (motore dell'Atalanta) e il fisico possente di Breel Embolo, il Lukaku dei poveri, non bastano a spaventare la nostra Nazionale. L'anima balcanica della squadra è cementata dalla saggezza di Vladimir Petkovic, che conosce bene l'Olimpico per avere guidato la Lazio dalla panchina. Tutto facile ma non c'è da fidarsi.Consapevole dei rischi, l'Italia che torna in campo sembra più conservativa. Cinque minuti inutili e poi la fiammata: un'altra ripartenza, Nicolò Barella e Berardi appoggiano l'azione e ancora Locatelli la conclude con una sassata dal limite nell'angolo basso. Una doppietta da campione, da leader, per il giovane (23 anni) centrocampista del Sassuolo nato a Galbiate (Lecco), panorami manzoniani. È cresciuto nel Milan, mostrava fin da junior doti pazzesche, ma è stato lasciato partire in anni di follia organizzativa da una dirigenza nel marasma che gli preferì il bollito Lucas Biglia; era il periodo Jonghong Li presidente, con Marco Fassone e Domenico Mirabelli sulla tolda. Oggi è un diamante del mercato, Max Allegri vuole portarlo alla Juventus ma i due gol lo mettono definitivamente anche sul taccuino di Real Madrid e Manchester City.Adesso la partita scorre via senza storia, la Svizzera ha due marce in meno e in difesa è composta da autentici paracarri montani non in grado di frenare le accelerazioni dei piccoli azzurri. Si guadagna il premio partita anche Gianluigi Donnarumma, con una doppia parata di personalità - della serie, ragazzi quando serve ci sono anch'io - in uno dei pochi spunti elvetici. Il resto è accademia, entrano le seconde linee, Mancini pensa al Galles di Aaron Ramsey e Bale, l'Italia sbaglia millanta palle gol in contropiede prima della rete finale di Ciro Immobile. Poi si festeggia felici, tutti. Aspettando le squadre vere.