Da inizio anno le azioni del Vecchio continente sono cresciute in media del 9%, contro il 16% di quelle Usa. Pesano la crisi dell’auto provocata dal Green deal e quella del lusso. Bene invece banche, tech e farmaci.
Da inizio anno le azioni del Vecchio continente sono cresciute in media del 9%, contro il 16% di quelle Usa. Pesano la crisi dell’auto provocata dal Green deal e quella del lusso. Bene invece banche, tech e farmaci.I primi sette mesi del 2024 hanno visto le azioni europee crescere mediamente del 9%. Un risultato positivo, ma che impallidisce se confrontato con la performance della Borsa Usa, dove l’indice S&P 500 ha messo a segno un +16%, trainato dal settore tecnologico e da utili aziendali in forte crescita. Questa divergenza riflette il rallentamento economico che sta attraversando il Vecchio continente. Da un lato, l’industria automobilistica tradizionale, in particolare in Germania e Francia, è minacciata dall’avanzata delle auto elettriche cinesi. Dall’altro, i consumatori cinesi, motore cruciale per il lusso globale, stanno riducendo gli acquisti di prodotti europei, come dimostra il crollo del titolo Lvmh (-20% da marzo) che controlla marchi del calibro di Louis Vuitton, Christian Dior e Tiffany & Co.A pesare sulla performance dell’indice Euro stoxx 50 è anche la scarsa presenza di titoli tecnologici di punta. «Tuttavia, il mercato azionario europeo presenta valutazioni decisamente più basse rispetto ai listini americani, il che potrebbe rappresentare un’opportunità», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di Soldiexpert scf, società di consulenza finanziaria indipendente. «Le previsioni indicano inoltre una discesa dell’inflazione nella zona euro e un miglioramento della fiducia dei consumatori. La Commissione europea stima una crescita economica dello 0,8% nell’area euro per il 2024, evidenziando un miglioramento lento ma costante. E fra le oltre 500 azioni europee che monitoriamo nei portafogli consigliati di storie interessanti se ne trovano diverse». Analizzando le performance settoriali, a trainare i listini europei da inizio anno sono state le banche (+25,2%), seguite dai media (+16,5%) e, negli ultimi mesi, dal settore farmaceutico (+13,4%). Al contrario, i consumi discrezionali, in particolare il lusso, sono in forte sofferenza, penalizzati dalla frenata dell’economia cinese e dalla crescente attenzione verso un «lusso silenzioso». A testimoniare il momento difficile del settore sono i deludenti risultati trimestrali di colossi come Burberry e Swatch, che hanno avuto ripercussioni negative anche su realtà italiane come Brunello Cucinelli. Pure il settore automobilistico sta attraversando una fase complessa. Il sogno «elettrico» si sta trasformando in un incubo per molte case, costrette a fare i conti con la debole domanda e la carenza di componenti.«Per quanto non vediamo (ancora) realtà della stessa portata di Nvidia, due settori particolarmente interessanti sono quello industriale e tecnologico», dice Gabriel Debach, analista di mercato di eToro. «Entrambi offrono un potenziale di rialzo tra i più significativi, soprattutto grazie al successo e agli sviluppi legati all’Ai». Per quanto riguarda le performance delle singole Borse, Piazza Affari si distingue con un +14%, seguita da Germania e Belgio (+10%) e Gran Bretagna (+7%). La Borsa di Parigi, invece, ha azzerato i guadagni della prima parte dell’anno a causa delle turbolenze legate alle presidenziali francesi.
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.
S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».
Maurizio Landini (Ansa)
- Aumentano gli scontenti dopo il divorzio dalla Uil. Ma il leader insiste sulla linea movimentista e anti Meloni In vista di elezioni e referendum è pronto a imporre il fedelissimo Gesmundo come segretario organizzativo.
- Proteste contro l’emendamento che chiede di comunicare 7 giorni prima l’adesione.
Lo speciale contiene due articoli.
Da mesi, chi segue da vicino le vicende del sindacato e della politica economica del Paese si pone una domanda, se vogliamo banale: ma è possibile che di fronte alla trasformazione della Cgil in una sorta di movimento d’opposizione al governo, ai continui no rispetto a qualsiasi accordo o contratto di lavoro che possa coinvolgere la Meloni e a cospetto di un isolamento sempre più profondo, non ci sia nessuno che dall’interno critichi o comunque ponga qualche domanda a Maurizio Landini?
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».
Roberto Fico (Ansa)
Dopo il gozzo «scortato», l’ex presidente della Camera inciampa nel box divenuto casa.
Nella campagna elettorale campana c’è un personaggio che, senza volerlo, sembra vivere in una sorta di commedia politica degli equivoci. È Roberto Fico, l’ex presidente della Camera, candidato governatore. Storico volto «anticasta» che si muoveva in autobus mentre Montecitorio lo aspettava, dopo essere stato beccato con il gozzo ormeggiato a Nisida, oggi scaglia anatemi contro i condoni edilizi, accusando il centrodestra di voler «ingannare i cittadini». «Serve garantire il diritto alla casa, non fare condoni», ha scritto Fico sui social, accusando il centrodestra di «disperazione elettorale». Ma mentre tuona contro le sanatorie, il suo passato «amministrativo» ci racconta una storia molto meno lineare: una casa di famiglia (dove è comproprietario con la sorella Gabriella) è stata regolarizzata proprio grazie a una sanatoria chiusa nel 2017, un anno prima di diventare presidente della Camera.






