2024-04-15
L’Iran bombarda Israele. Monito di G7 e Usa: «Evitare un’escalation»
Lo Stato ebraico promette ritorsioni, però Joe Biden frena Benjamin Netanyahu. Teheran: «Azione limitata, non miriamo agli americani». Riunione del Consiglio Onu.Israele, insieme agli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia, ha respinto con successo l’operazione aerea iraniana di sabato notte. Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, nonostante l’evidente débâcle, in una nota scrive: «I coraggiosi figli della Guardia rivoluzionaria, con la collaborazione e il coordinamento di tutti i settori politici e della difesa del Paese, hanno aperto ieri sera una nuova pagina nella storia dell’autorità iraniana e hanno dato una lezione al nemico sionista». La tv di Stato iraniana ha trasmesso anche il video di un incendio in Cile, sostenendo che si trattava dei missili che colpivano con successo obiettivi in Israele. Lo sostiene la Bbc, secondo cui la clip, trasmessa più volte durante la diretta della rappresaglia iraniana, mostra un’autostrada mentre un enorme incendio colora di rosso il cielo e si sente una donna parlare in spagnolo.L’attacco iraniano ha messo alla prova il piano difensivo delle Forze di difesa israeliane (Idf), sviluppato su una base di intelligence accurata, l’abilità dei piloti dell’aeronautica militare e l’efficacia dei sistemi di difesa attiva. L’Iran ha utilizzato due approcci: in primo luogo ha attaccato le basi aeree a Nebatim e altre infrastrutture, poi ha provato a impiegare la tattica di «saturazione», ovvero ha provato a sovraccaricare e a paralizzare i sistemi difensivi israeliani con tre ondate di missili e droni. Nonostante tutti questi sforzi, l’approccio iraniano basato sulla quantità non ha avuto alcun successo. Questo fallimento non solo ha confermato l’efficacia dell’intelligence e la superiorità aerea di Israele, ma avrà conseguenze politiche rilevanti, perché ha offerto all’Occidente l’opportunità di correggere il suo percorso e a Israele di ristabilire la propria legittimità, superando l’isolamento politico derivante dalla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Ora, la principale questione in sospeso riguarda la natura e la tempistica della risposta di Israele.Secondo i media israeliani e il New York Times, Benjamin Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato dopo essere stato dissuaso nella notte da Joe Biden, con il quale c’è stata una lunga telefonata; inoltre, bisogna tenere conto delle richieste di Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada, Italia, Giordania e persino della Turchia, che vogliono che Israele eviti una risposta che potrebbe destabilizzare completamente la regione, mentre la Russia si è limitata a chiedere «moderazione», pur sottolineando che «se Biden sostiene Israele, non staremo seduti in posizione ideale a non fare nulla». Probabile che la reazione di Gerusalemme vedrà l’intensificarsi degli attacchi aerei intensivi sulla Siria, quelli in profondità in Iran, ulteriori attacchi aerei in Libano e in Iraq, nuove operazioni di assassinio altamente selettive in Iraq, Siria, Libano e Iran peraltro già in corso.A proposito della Turchia, nel corso di una telefonata con l’omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahian, il ministro turco degli Esteri, Hakan Fidan, ha detto che Ankara non vuole un’ulteriore escalation in Medio Oriente. In ogni caso a Teheran non sono certo tranquilli, tanto che Abdollahian ha precisato di avere avvisato gli Usa dell’attacco: «Con un messaggio alla Casa Bianca abbiamo annunciato che la nostra operazione sarebbe stata limitata, minima e mirata alla legittima difesa e alla punizione del regime israeliano, non cerchiamo individui o basi americane nella regione».Ieri il Gabinetto di guerra ha preso atto delle richieste di Itamar Ben Gabir e Bezalel Smotrich, che hanno chiesto una risposta immediata tuttavia, la linea è quella del ministro Benny Gantz: «Costruiremo una coalizione regionale contro la minaccia iraniana e chiederemo loro un prezzo, nel modo e nel momento che ci conviene». Sempre nella giornata di ieri si è tenuta la riunione del G7, convocata dalla presidenza italiana per discutere dell’attacco iraniano contro Israele. I leader del G7 hanno adottato una dichiarazione congiunta che condanna fermamente il lancio di droni e di missili dall’Iran, ribadendo pieno sostegno alla sicurezza di Israele. Durante il forum è stata sottolineata «l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad acuire la tensione nella Regione. A tale scopo, i leader del G7 hanno rivolto un appello per porre fine alla crisi a Gaza attraverso la cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Hanno infine garantito la prosecuzione dell’aiuto umanitario verso la popolazione palestinese». Alle 22.00, invece, si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, dopo la richiesta avanzata da Israele a seguito dell’attacco iraniano.E a che punto sono le trattative per il cessate il fuoco e il possibile rilascio degli ostaggi? Lo abbiamo chiesto al colonello dell’Idf, Peter Lerner, durante un briefing dell’Organizzazione non governativa European leadership network (Elnet): «Come sapete, nei giorni scorsi, Hamas ha rifiutato la nostra ultima proposta e da allora non ci sono più canali aperti e allo stato attuale non ci sono trattative in corso».Infine, oggi riaprono i mercati finanziari e gli occhi sono tutti sul prezzo del petrolio, già in ascesa prima dell’attacco di sabato, mentre in Israele si fanno i conti dopo l’attacco di sabato: per fermare droni e missili Gerusalemme ha speso circa 1 miliardo di dollari, mentre l’Iran circa 100 milioni.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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