Una donna su cinque sbaglia la taglia del reggiseno. Guida pratica alla scelta di bralette e push up
- La taglia del seno di una donna cambia in media sette volte nel corso della vita. Incorrere in errori quando si acquista un reggipetto non è così raro. Vi spieghiamo le cinque regole da seguire per non sbagliare.
- Calano le vendite dei push up. Le donne preferiscono le bralette, più comode e sportive. L'inversione di tendenza si è verificata a partire dal 2016 e i prezzi si sono comportati di conseguenza: un push up costava in media 28 euro, mentre due anni dopo il suo prezzo era sceso a 25 e quello della bralette è passato da 17 a 29.
- Culotte che sembrano bignè: lo stile retrò sexy di Jennipie. Il brand strizza l'occhio alla lingerie francese e alla decadenza della corte di Maria Antonietta.
- New York, Parigi, Los Angeles: tre città per definire il look intimo di una donna. Livy gioca sulla dinamicità di tre tra le mete più amate al mondo per dettare consigli di stile.
- Frasi ricamate sugli slip: il messaggio segreto diventa un'arma di seduzione. Il marchio Shh Milano gioca con slip arricciati e frasi ammiccanti per conquistare pubblico femminile (e maschile).
- Spalline removibili e coppa a balconcino per un seno pieno e sensuale. Il successo di Fleur de Mal è tutto nella capacità di creare capi senza tempo in grado di attrarre qualsiasi tipo di donna.
Lo speciale comprende sei articoli, gallery fotografiche e video.
Si dice che il seno perfetto sia quello che sta perfettamente in una coppa di champagne. Credenza popolare, poi, è quella che il ferretto sia il nemico numero uno della scollatura femminile e che nuoccia gravemente alla salute. E ancora si pensa che chi è molto prosperosa non possa fare sport o soffra di continui mal di schiena e chi invece è troppo piatta debba ricorrere per forza a sostegni simili a palizzate di stoffa per sentirsi meglio con se stessa e in mezzo agli altri.
Scegliere un reggiseno, come comprenderete, è quindi cosa assai complicata. Al punto che spesso sono necessarie delle «bra expert», come le chiamano gli inglesi, ovvero esperte nella scelta dell'intimo perfetto.
Queste «expert» non sono altro che le nostre vecchie bustaie che, metro alla mano, misurano alla perfezione il nostro corpo così da indicarci la misura più adatta a noi.
Anche in questo caso, è d'obbligo una precisazione. In Italia da sempre le taglie di reggiseno si indicano con prima, seconda, terza e così via. Questo tipo di misurazione non è del tutto corretto perché non tiene in considerazione il rapporto tra la larghezza del busto e la coppa. Il girotorace, infatti, può essere inversamente proporzionale alla dimensione dei seni. Così possono esserci busti minuscoli, una nostra prima con un seno di una terza e al contrario un busto di una quarta con un seno che è una semplice seconda. Questo rapporto tra le misure del nostro corpo è stato capito e studiato a fondo negli Stati Uniti dove sono presenti decine di combinazioni di taglie diverse create con numero (32, 24, 36, 28, ecc) per indicare l'ampiezza toracica e una lettera (A,B,C,D, ecc) per la profondità della coppa. Questo nuovo ventaglio di misure permette non solo di trovare diverse combinazioni in base al modello di reggiseno ma anche di poter seguire con più facilità le variazioni del nostro corpo senza dover rinunciare al modello perfetto.

Come selezionare dunque il reggiseno più adatto a noi?
Quello che dovete sapere innanzitutto è che la vostra taglia cambierà, in media, circa 7 volte nella vostra vita e che solo il 20% delle donne porta quello che è considerato il reggiseno perfetto. Detto questo, ci sono cinque semplici regole da seguire per arrivare alla - quasi - perfezione.
1. Controllare che non lasci la pelle arrossata o segnata
Calano le vendite dei push up. Le donne preferiscono le bralette
Nessuna donna al mondo può fare a meno dell'intimo e quasi tutte sono disposte a spendere anche cifre considerevoli per "ciò che non si vede": per questi motivi il mercato della lingerie non smette di crescere. Non solo reggiseni e slip, ma anche altri capi più raffinati, oppure sportivi e di uso quotidiano: l'abbigliamento intimo è da sempre parte integrante del guardaroba femminile. E sviluppa un fatturato di tutto rispetto: secondo le stime della società statunitense Transparency Market Research, nel 2024 il mercato globale della lingerie genererà ricavi per 55,83 miliardi di dollari, contro i 33,18 miliardi di dollari del 2015. Dal 2016 al 2024, il tasso di crescita previsto per questo mercato è del 6,4%. L'Europa è destinata a mantenere la leadership con una quota di mercato che, nel 2024, dovrebbe attestarsi al 33,64%. Per quel che riguarda invece le categorie merceologiche, il reggiseno si conferma il prodotto principe: nel 2024 la quota relativa a questo articolo sarà pari al 36% del mercato complessivo della lingerie.
Tuttavia, le abitudini e i gusti dei consumatori stanno cambiando, e questo ovviamente influenza i trend di mercato. Come rivela un approfondimento della società di analisi di mercato specializzata Edited, negli ultimi anni il crescente interesse nei confronti del fitness e degli stili di vita attivi ha provocato, specie negli Usa, una fuga dei consumatori dai prodotti un tempo considerati di punta, come i reggiseni push up. Questi ultimi sono scesi in fondo alla lista delle preferenze delle americane, rimpiazzati dai reggiseni sportivi – al terzo posto tra gli stili preferiti – e dai modelli a triangolo o bralette. L'inversione di tendenza si è verificata a partire dalla fine del 2016 e i prezzi si sono comportati di conseguenza: all'inizio di quell'anno, infatti, negli Usa un push up costava in media 28 euro, mentre due anni dopo il suo prezzo era sceso a 25, e quello della bralette era arrivato in media a 29. Molto più elevati i prezzi dei reggiseni sportivi, che hanno visto il cartellino medio salire da 44,95 a 47,37 dollari. Per quanto riguarda invece slip e altri pezzi di underwear, la tendenza negli Usa ha visto un aumento delle vendite del 15% dal 2016 al 2018 per tanga e slip; ma la maggiore crescita ha riguardato un segmento di nicchia come l'intimo modellante, che ha visto un incremento del 29% in due anni.
Tendenze a parte, secondo Edited nel prossimo futuro il mercato dell'intimo globale subirà pressioni da due direzioni diverse. La prima riguarda l'ingresso nel mercato di player totalmente digitali, come Lonely, Lively, The Nude Label e Negative Project, che presentano ampi assortimenti di prodotti focalizzati sul comfort e grandi community di utenti online molto interessati alle tematiche del body positivity. Il secondo aspetto riguarda le esigenze dei consumatori, specie i più giovani, che chiedono e chiederanno sempre più in futuro maggiore inclusività e un ripensamento dell'immagine, tradizionalmente molto sessualizzata, dell'industria di settore.
Anche per quanto riguarda l'intimo il made in Italy viene molto apprezzato dai consumatori stranieri. In Italia il settore della produzione della biancheria intima, secondo le elaborazioni dell'ufficio studi della Camera di Commercio di Pistoia su dati Infocamere e Istat, al 30 settembre dello scorso anno contava 1.649 imprese attive, con un totale di circa 14.201 addetti.
Il settore è particolarmente vivace in Lombardia, dove ci sono 439 imprese che costituiscono il 24,2% del totale, a cui seguono la Puglia (327 imprese, il 19,8% del totale) e la Campania. Al quarto posto la Toscana con 118 imprese attive, seguita dal Veneto. Nonostante la contrazione del numero delle imprese dovuta alla crisi, il valore delle esportazioni dei settori intimo e calzetteria resta notevole.
Per quanto riguarda la biancheria intima, nei primi 9 mesi del 2018 sono stati esportati prodotti per un valore di 2 miliardi e 667 milioni di euro, un dato sostanzialmente in linea con l'anno precedente. L'export riguarda per il 76% i Paesi europei, con la Germania in testa (11% del totale) seguita da Francia, Spagna, Uk e Svizzera. L'8,5% del totale è destinato ai Paesi Bric, che hanno visto una crescita del 14,9%: fra questi spiccano Russia (+8,5%) e Cina (+14,9%). Bene anche l'Asia, che rappresenta il 16,9% del totale esportato con un aumento del 5,2%, e gli Usa, che contano per il 4,7% del totale con una crescita del 4,9%, mentre nel Medio Oriente, a cui è destinato il 3,5% del valore esportato totale, si è registrata una flessione del 9,2%.
Chiara Merico
New York, Parigi, Los Angeles: tre città per definire il look intimo

«Voglio creare una lingerie che sia più che un semplice capo. Voglio creare uno stile di vita, una firma, una specifica silhouette. Voglio immaginare la lingerie e inventarla di nuovo».
Così Lisa Chavy presenta il suo marchio Livy. Nato a Parigi, come la sua fondatrice, questo brand fonde il know how francese e i suoi materiali tipici - come il pizzo di Calais - a tessuti tecnici, per rappresentare una donna che ricerca una sensualità nuova, più vicina allo stile di vita moderno.
Nella fase di acquisto, Livy ha un approccio decisamente fuori dagli schemi. Quando si trova davanti al loro portale, alla cliente viene chiesto di fare una scelta. Com'è il tuo stile? Ci sono tre città a rappresentare la donna pensata da Lisa Chavy: New York, Parigi e Los Angeles. Ognuno di questi luoghi ha caratteristiche specifiche.
La Grande Mela è adatta a una donna forte che vuole una lingerie innovativa che sottolinea ogni curva e la enfatizza con un gioco di trasparenze.
La donna parigina è invece tanto chic quanto sensuale. Qui il pizzo è protagonista assoluto, insieme alla seta.
Per finire la donna della costa Ovest è colei che cerca un look rilassato. Alla moda sì, ma senza pretese. Capi essenziali, che esaltano le curve in maniera sobria e raffinata.
Livy si è fatta conoscere negli ultimi mesi grazie a una partnership d'eccezione con Victoria's Secret, che per circa sei mesi ha abbandonato il suo look rosa shocking lasciando spazio alla sensualità minimal di questo brand francese, di cui sentiremo molto parlare nei prossimi anni.
Culotte che sembrano bignè: lo stile retrò sexy di Jennipie
Nel 2006 usciva nelle sale italiane una pellicola dedicata alla vita di Marie Antoinette, diretta della regista Sofia Coppola. Una delle scene più famose del film ritrae la sovrana di Francia mentre insieme alle amiche mangia pasticcini che ricordano vere e proprie opere d'arte e prova vestiti stravaganti (ignorando la povertà del suo popolo, che solo qualche anno dopo la condannerà a morte).
Il connubio tra moda e dolci - entrambi lussuosi e decadenti - è da sempre parte dell'immaginario comune e JenniPie lo illustra perfettamente. Nato quindici anni fa, questo marchio di lingerie presenta maliziose culotte come fossero bignè. L'idea di Jennifer Dalla Zorza nasce guardando le donne attorno a sé.
«Lavorando come producer pubblicitaria vedevo femmine sempre troppo aggressive, mascoline. Il mio desiderio era rivestirle di dolcezza. Da qui l'idea di legare la collezione al mondo della pasticceria». Così nasce "La Petite Four Lingerie», una serie di capi fatti a mano che ricordano cioccolatini fondenti, biscottini ricoperti di glassa colorata e golosi pasticcini pieni di crema.
Una sensualità nuova, un po' retrò, dove i tessuti sono morbidi e impalpabili. Imperdibile il babydoll in tonalità cioccolato bianco o fondente. Un mix di sensazione dove palato e pelle si fondono in un'esperienza unica.
Frasi ricamate sugli slip: il messaggio segreto diventa un'arma di seduzione
Sai tenere un segreto? Elena e Sara, creatrici del marchio Shh, sembrano aver trovato la giusta risposta.
Una linea di lingerie che nasconde un messaggio segreto da mostrare solo a chi si desidera. Shh nasce guardando al passato, alle icone di un tempo, ai lunghi pomeriggi estivi, quando si giocava con gli guardi e la seduzione si ritrovava nei piccoli gesti.
I capi sono creati in cotone, e reinterpretati con diversi colori e stampe. Un materiale che esalta le forme di ogni donna e che permette alle due creatrici di applicare ricami personalizzati. Il capo più famoso è sicuramente rappresentato dagli slip arricciati - un po' bon ton - che nascono frasi divertenti e provocanti come «La dolce vita», «Mica è sempre domenica», «Drama queen», «Stessa spiaggia, stesso mare» e «Lucky you» (Sei fortunato, ndr).
E proprio questo stile che non si prende mai sul serio che ha colpito il marchio L'Autre Chose, che insieme a Elena e Sara ha voluto creare una capsule collection perfetta per l'estate. La linea Shh for L'Autre Chose include una selezione esclusiva di reggiseni bralette, slip e sottovesti dalle silhouette accattivanti e femminili, simbolo di seduzione sofisticata. I modelli in morbida seta o cotone puro sono impreziositi con profili arricciati e ricami a contrasto con i messaggi «Rsvp», «Et voilà» e «Souvenir d'Italie».
Spalline removibili e a balconcino per un seno pieno e sensuale
Jennifer Zuccarini, fondatrice di Fleur de Mal, è stata definita da Forbes «un'imprenditrice nata». E il successo della sua linea di lingerie ne è la prova.
Dopo aver co-fondato Kiki de Montparnasse nel 2005 e aver lavorato per qualche anno per Victoria's Secret, Jennifer ha deciso di creare - nel 2012 - la sua linea. Lo slogan di Fleur de Mal è «ispira ad agghindarsi e a togliersi gli abiti di dosso», messaggio a volte criticato, ma che secondo la sua fondatrice riflette perfettamente l'idea del brand che vuole presentare la lingerie come una parte dell'abbigliamento quotidiano e non come qualcosa di lussoso, da tenere nel cassetto per le occasioni speciali.
Fleur de Mal vuole esprimere quella che Jennifer definisce «joie de vivre», vuole vestire una donna che guarda la moda e vuole essere sexy ma senza perdere la sua identità. Da queste premesse nasce la linea Essentiel, composta da capi che non sono affatto basici - come il nome potrebbe suggerire - ma così senza tempo da conquistare qualsiasi tipo di donna e riuscire a farla sentire a suo agio in ogni situazione.
Il pezzo forte della collezione è senza dubbio il reggiseno in seta con spalline rimovibili. Tagliato a balconcino fa apparire il seno più pieno e e sensuale, mentre le spalline rimovibili permettono di indossarlo con ogni capo, di giorno al lavoro come di sera a un evento speciale.



































