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Una donna su cinque sbaglia la taglia del reggiseno. Guida pratica alla scelta di bralette e push up

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  • La taglia del seno di una donna cambia in media sette volte nel corso della vita. Incorrere in errori quando si acquista un reggipetto non è così raro. Vi spieghiamo le cinque regole da seguire per non sbagliare.
  • Calano le vendite dei push up. Le donne preferiscono le bralette, più comode e sportive. L'inversione di tendenza si è verificata a partire dal 2016 e i prezzi si sono comportati di conseguenza: un push up costava in media 28 euro, mentre due anni dopo il suo prezzo era sceso a 25 e quello della bralette è passato da 17 a 29.
  • Culotte che sembrano bignè: lo stile retrò sexy di Jennipie. Il brand strizza l'occhio alla lingerie francese e alla decadenza della corte di Maria Antonietta.
  • New York, Parigi, Los Angeles: tre città per definire il look intimo di una donna. Livy gioca sulla dinamicità di tre tra le mete più amate al mondo per dettare consigli di stile.
  • Frasi ricamate sugli slip: il messaggio segreto diventa un'arma di seduzione. Il marchio Shh Milano gioca con slip arricciati e frasi ammiccanti per conquistare pubblico femminile (e maschile).
  • Spalline removibili e coppa a balconcino per un seno pieno e sensuale. Il successo di Fleur de Mal è tutto nella capacità di creare capi senza tempo in grado di attrarre qualsiasi tipo di donna.

Lo speciale comprende sei articoli, gallery fotografiche e video.

Brasile, Bolsonaro finisce in carcere
L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro (Ansa)
Il giudice De Moraes revoca i domiciliari all’ex leader: «Pericolo di fuga durante la veglia di preghiera organizzata dal figlio». Atteso il ricorso sul tentato golpe.
Bruxelles ha stanziato 11 miliardi ai Paesi sub-sahariani: fondi finiti a chi non aveva bisogno. Corte dei Conti: «Zero controlli».
Parigi senza bilancio, promozione per Roma
Emmanuel Macron (Ansa)
Per la prima volta nella storia, quasi l’intera Assemblea francese ha bocciato la legge finanziaria. C’è la concreta possibilità di arrivare a una sorta di proroga che costerebbe 11 miliardi. Nelle stesse ore Moody’s migliorava il giudizio sul debito italiano.

C’era una volta l’Italia pecora nera dell’Europa. Era il tempo in cui Parigi e Berlino si ergevano a garanti della stabilità economica europea, arrivando al punto di condizionare la vita di un governo e «consigliare» un cambio della guardia a Palazzo Chigi (come fu la staffetta tra Berlusconi e Monti con lo spread ai massimi). Sembra preistoria se si guarda alla situazione attuale con la premier Giorgia Meloni che riceve l’endorsement di organi di stampa, come l’Economist, anni luce distante ideologicamente dal centro destra e mai tenero con l’Italia e, più recente, la promozione delle agenzie di rating.

Addio Gaza, Greta riprende le eco-follie
Greta Thunberg (Ansa)
Greta Thunberg prosegue il suo tour da attivista, tingendo di verde il Canal Grande per denunciare un presunto «ecocidio», consapevole che nessun magistrato si muoverà per lei. Luca Zaia tuona: «Sono gesti che rovinano Venezia, necessari interventi».

Se c’è di mezzo Greta Thunberg e il vandalismo viene fatto passare come «grido di dolore» per il pianeta Terra «distrutto dall’uomo», i magistrati tacciono. Forse le toghe condividono lo scempio operato ancora una volta nelle nostre città tingendo di rosso o di verde la Laguna di Venezia, fiumi, laghetti, torrenti.

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