A dicembre l’indice del carovita ha segnato lo 0,5% contro il 2,9% dell’Eurozona. Dipende dal maggior calo dei costi energetici, ma anche dalla nostra economia che ha trasmesso in modo meno invasivo gli aumenti del gas sugli altri settori e sui servizi.
A dicembre l’indice del carovita ha segnato lo 0,5% contro il 2,9% dell’Eurozona. Dipende dal maggior calo dei costi energetici, ma anche dalla nostra economia che ha trasmesso in modo meno invasivo gli aumenti del gas sugli altri settori e sui servizi.I dati preliminari relativi all’inflazione nel mese di dicembre pubblicati venerdì scorso, ci consegnano, una volta di più, l’immagine di un’Eurozona spaccata come una mela, le cui principali economie manifestano tendenze diverse. Talvolta nella stessa direzione ma solo sfasate temporalmente, in alcuni casi proprio divergenti. In mezzo a questi segnali così eterogenei, c’è un solo arbitro, la Bce, che ha a disposizione un ventaglio di strumenti che è necessariamente unico per tutti. E, come la storia di 25 anni di Eurozona ci ha insegnato, un abito a taglia unica non si adatta bene a nessuno.La variazione dei prezzi a dicembre 2023 (verso dicembre 2022) ha visto l’Italia differenziarsi in modo rilevante da tutte le altre tre principali economie dell’unione monetaria che, con l’Italia, valgono il 73% del Pil complessivo. L’indice armonizzato ha fatto segnare lo 0,5%, contro il 2,9% dell’Eurozona, 4,1% della Francia, 3,8% della Germania e 3,3% della Spagna. A novembre lo stesso dato era stato rispettivamente pari a 0,6%, 3,9%, 2,3% e 3,3%. Si rileva quindi che l’Italia è stato l’unico Paese che a dicembre ha fatto segnare un’ulteriore discesa dell’inflazione.Tutto merito (o demerito) della componente dei prezzi dei prodotti energetici che registra un -25% su dicembre 2022 e, pur pesando solo il 10,6% sull’indice totale, influisce in modo decisivo sul risultato finale.Ma tale decisiva variazione è anche figlia del confronto con dicembre 2022. Infatti, come si vede nel grafico in pagina, quel mese fu l’ultimo di un trimestre terribile in cui l’inflazione in Italia - sempre a causa dell’eccezionale aumento dei prezzi dei prodotti energetici - fu più alta di 3,1 punti rispetto alla media dell’Eurozona (12,3% contro 9,2%). Un autentico salasso e l’ultimo lascito delle scelte estive del governo Draghi e della folle corsa agli acquisti di gas. Solo la Germania, per ovvi motivi, nell’ultimo trimestre 2022 fece registrare un’inflazione superiore alle media dell’Eurozona. Francia - per la disponibilità di energia nucleare e significativi provvedimenti per mitigare il caro energia - e Spagna - per la maggiore disponibilità di Gnl via nave e analoghi provvedimenti calmiere - negli stessi mesi avevano un’inflazione intorno al 6-7%. Confrontandosi con una base così elevata, ecco spiegato il perché del dato italiano eccezionalmente basso. Viceversa, per gli altri Paesi, una base di confronto relativamente inferiore, spiega il tasso di inflazione più alto di questo dicembre.Proprio per il cambiamento della base di confronto, a fine gennaio è molto probabile che l’Istat comunicherà un dato di inflazione molto vicino al 2% e non ci sarà da scandalizzarsi per l’improvvisa risalita. Per ipotesi, se la variazione dei prezzi rispetto a dicembre fosse nulla, l’inflazione tendenziale sarebbe del 2% (con +0,2% congiunturale, avremmo un +2,2% tendenziale).Osservando il fenomeno con una prospettiva più ampia e confrontando l’indice armonizzato dei prezzi di dicembre 2023 con quello di dicembre 2021 - quando la risalita dell’inflazione era già in atto, ma non nella modalità esplosiva registrata poi nel 2022 - l’Italia resta tra i Paesi maggiormente danneggiati dall’inflazione. La nostra inflazione è stata del 12,9%, contro il 12,4% dell’Eurozona, il 13,7% della Germania, l’8,9% della Spagna e l’11,1% della Francia. Nonostante la frenata degli ultimi due mesi, la cicatrice è purtroppo molto profonda.Essendo stata decisiva la componente energetica nel determinare le differenze (prima al rialzo e poi al ribasso) rispetto agli altri Paesi, ha quindi torto il ministro Adolfo Urso che ha subito inneggiato sui social al «pieno successo del carrello tricolore»? No, ha ragione. Ha solo omesso di aggiungere un grafico. E per comprenderlo, basta osservare l’andamento dell’inflazione al netto di energia, alimentari e tabacco o, ancora meglio, solo al netto di energia e alimentari freschi (inflazione di fondo). In entrambi i casi, l’Italia a dicembre fa segnare rispettivamente un’inflazione del 3% e del 3,2%, con un significativo calo rispetto a novembre (3,3% e 3,7%). Il confronto internazionale negli ultimi 24 mesi ci vede costantemente al di sotto del dato medio dell’Eurozona (3,9% a dicembre) e, da luglio, l’Italia fa rilevare regolarmente un’inflazione di fondo più bassa anche di Spagna e Francia. Allo stesso tempo, la Germania è in seria difficoltà, con un massimo dell’8% a marzo 2023 - quando l’Italia ha fatto rilevare il 6,8% - e, da allora, è sempre stata almeno mezzo punto più alta della nostra.L’impennata dei prezzi dei prodotti energetici ha colpito violentemente il nostro Paese, in misura maggiore rispetto agli altri. Tuttavia la progressiva trasmissione dell’onda d’urto degli aumenti a tutti gli altri settori, soprattutto ai servizi, tradizionalmente meno flessibili, è avvenuta con minore intensità rispetto alle altre tre principali economie dell’eurozona. Questo dicono i dati e tanto basta, a prescindere o anche grazie al carrello di Urso.La relativa moderazione degli aumenti trova l’altra faccia della medaglia osservando l’andamento della produzione industriale, più debole da noi che altrove. Confrontando l’indice del terzo trimestre 2023 con il terzo trimestre 2021, l’Italia segna un -2,5%, l’Eurozona -1%, Germania -1,1%, Spagna +2,7% e Francia +1%. Insomma, la dinamica dei prezzi è stata meno sostenuta anche perché la produzione industriale, sotto i colpi della crisi dei prezzi energetici, ha frenato più qui che altrove. A fronte di questa situazione, Christine Lagarde non può restare ferma. Anche se i tassi sulle scadenze medio-lunghe sono diminuiti di circa 100 punti base rispetto ai massimi di ottobre, i tassi sulle scadenze brevi (Euribor 1 e 3 mesi) sono inchiodati da mesi tra il 3,8% e il 3,9%. E questo è semplicemente insostenibile per famiglie e imprese. E anche il Presidente Giorgia Meloni, nella conferenza stampa del 4 gennaio, ha fatto riferimento ad un atteso positivo effetto sui conti, derivante dall’auspicata discesa dei tassi.Risale al 10 novembre scorso una dichiarazione della Lagarde al Financial Times, nella quale annunciò che la Bce avrebbe cominciato a tagliare i tassi non prima dei prossimi due trimestri. Le prossime riunioni del Consiglio Direttivo sono fissate per il 25 gennaio, 7 marzo e 11 aprile. Già il 25 gennaio rischia di essere troppo tardi.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).





