2020-07-18
L’industria soffre, l’auto scompare
L'Istat registra a maggio un rimbalzo scontato, con il fatturato che sale del 41,9%. Interi settori, tuttavia, continuano a boccheggiare, tra cui le quattro ruote (-43,7%).Secondo l'Istat, a maggio l'andamento dell'industria italiana ha registrato un incremento del fatturato del 41,9%. Ma in realtà non c'è molto da festeggiare. Come segnala l'istituto nazionale di statistica ci sono interi settori ancora in grave difficoltà. Uno di questi è quello delle quattro ruote che, secondo gli ultimi dati Unrae e Ania (le due maggiori associazioni di categoria), vale circa il 10% del Pil nazionale (compreso l'indotto). Nonostante numeri tanto importanti, il governo pare non essersi interessato troppo del problema, tanto che nel decreto Rilancio ha proposto solo incentivi per l'acquisto di auto Euro 6 o elettriche. Palliativi, vista l'entità del problema. Secondo l'ultima rilevazione Istat, infatti, il settore dei mezzi di trasporto ha perso a maggio il 43,7% e lo stesso vale per tutto il comparto manifatturiero. Le flessioni sono meno marcate per il settore farmaceutico (-5,1%) e per quello alimentare (-5,8%), molto più ampie per l'industria della gomma (-19,9%) e le raffinerie di petrolio (-53,0%).In termini tendenziali l'indice grezzo degli ordinativi è diminuito del 34,7% (-34,4% quello interno e -35,2% quello estero, mostrando riduzioni in tutti i settori: i cali meno marcati si registrano nelle industrie farmaceutica (-10,8%) ,del legno e della carta (-27,3%), mentre peggiori risultati si rilevano nei settori tessile e dell'abbigliamento (-46,5%) e - ancora una volta - dei mezzi di trasporto (-48,3%).Del resto, a fronte di un incremento dei ricavi per l'industria italiana a maggio, nella media del trimestre marzo-maggio l'indice complessivo è diminuito del 33,0% rispetto alla media del trimestre precedente. Anche gli ordinativi destagionalizzati registrano a maggio un balzo congiunturale del 42,2%, che segue la caduta del 31,6% rilevata in corrispondenza del mese precedente, mentre su base trimestrale si rileva un calo del 36,3%.La dinamica congiunturale del fatturato riflette aumenti su entrambi i mercati: +45,7% il mercato interno e +35,2% quello estero. In maniera analoga, l'incremento congiunturale degli ordinativi risente di un più ampio incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+55,9%) rispetto a quelle provenienti dall'estero (+26,2%).Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano aumenti congiunturali diffusi in tutti i raggruppamenti principali di industrie: i beni strumentali segnano un incremento del 61,1%, i beni intermedi del 42,1%, l'energia del 34,1% e, infine, i beni di consumo del 30,0%.In termini tendenziali e corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019), il fatturato totale è diminuito del 25,9%, con cali di entità simile nei due mercati (-25,8% il mercato interno e -26,2% quello estero).La buona notizia, se non altro, è che nel corso della fase di rilevazione dei dati, per il mese di maggio, non vi è stata alcuna riduzione del tasso di risposta delle imprese a causa dell'emergenza sanitaria. Come spiega una nota dell'Istat, «il fatturato dell'industria a maggio risente positivamente del progressivo attenuarsi delle misure di chiusura legate all'emergenza sanitaria e registra un'ampia crescita congiunturale in tutti raggruppamenti principali di industrie. Il livello dell'indice complessivo, al netto della componente di calendario e stagionale, recupera quasi interamente la forte flessione di aprile; un andamento analogo caratterizza i nuovi ordinativi». Tuttavia, conclude l'istituto, resta ancora molto ampia la perdita rispetto a un anno prima, con una flessione pari al 25,9% per il fatturato (al netto degli effetti di calendario) ed al 34,7% per i nuovi ordinativi.