2019-03-20
«L’indifendibile armata» di De Magistris
Il sindaco di Napoli promette 400 scafi per salvare migranti. In realtà cerca voti. Non vede l'ora di varare la sua flotta personale, Capitan Giggino. E, nell'attesa, si è accontentato - rivendicandolo ieri su Facebook - di far sbandierare il drappo della città di Napoli sul pennone della Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea di Luca Casarini che ieri è approdata a Lampedusa con a bordo 49 migranti soccorsi in acque libiche, dopo un serrato braccio di ferro col governo. «Portiamo fortuna, si sono salvate vite umane tra cui molti minorenni. Napoli ha un cuore immenso», ha dichiarato il sindaco Luigi De Magistris, «vi aspettiamo a Napoli, porto sempre aperto per sorelle e fratelli in pericolo, porto chiuso per trafficanti di esseri umani. Grazie alle Ong testimoni di giustizia!».Con un Comune sull'orlo del dissesto finanziario (oltre 2 miliardi e mezzo di euro di debiti in continua crescita) e tutte le partecipate in rosso (due già fallite, due in concordato preventivo e altrettante con le casse quasi all'asciutto), l'ex pm ha annunciato le sue priorità urbi et orbi: il 22 giugno metterà in acqua il naviglio partenopeo che andrà a recuperare i migranti in giro per il Mediterraneo. Senza spiegare come riuscirà a sostenere economicamente l'impresa, il commodoro di Palazzo San Giacomo ha promesso che per quella data prenderanno il largo un veliero, battente bandiera arancione - lo stesso colore della sua (finta) rivoluzione politica - e ben 400 imbarcazioni reclutate nelle scorse settimane con un appello lanciato sul sito istituzionale dell'ente. Finora, De Magistris avrebbe raccolto circa 150.000 euro di donazioni ma non c'è modo di verificare la veridicità di tale importo. In ogni caso, si tratta di una cifra assolutamente insufficiente non solo per l'acquisto dell'ammiraglia (e per il suo mantenimento) ma per la gestione operativa dell'intera iniziativa. Né ha spiegato, Giggino, chi recluterà o a quali costi il personale di bordo e i medici dovranno poi entrare in azione al primo avvistamento di un gommone in difficoltà. Tutto il piano, per ora, è solo nella sua testa e nei post sui social network. Che sia una gigantesca manovra a fini propagandistici, un po' l'ex pubblico ministero l'ha fatto involontariamente intuire in una intervista pubblicata dal settimanale Sette: «Noi andiamo avanti», aveva risposto il primo cittadino rispetto ai rischi di una possibile indagine, «e se ci vorranno incriminare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina lo facciano. Il sindaco di Napoli processato insieme ad altre 10.000 persone, perché ha cercato di salvare vite umane, è una notizia che fa il giro del mondo». Insomma, quel che appare importante è il ritorno d'immagine per un politico assai appannato. Il consiglio comunale è balcanizzato e quel che resta della maggioranza è ostaggio dei centri sociali. Per questo, De Magistris è alla disperata ricerca di una via d'uscita politica dal secondo e ultimo mandato sulla poltrona più alta dell'amministrazione. Aveva provato a creare una coalizione di sinistra per le elezioni europee coinvolgendo sia Yanis Varoufakis che Jean-Luc Mélenchon, ma sia l'ex ministro greco sia il leader di La France insoumise lo hanno scaricato ritenendolo inconsistente sul piano elettorale. Ecco, quindi, l'idea di proporsi come anti Salvini («Mi candido alla guida del Paese», ha avvertito non più di un mese fa) in vista delle elezioni regionali dell'anno prossimo.«La mattina ci sono 250 bus in servizio, la sera invece diminuiscono: sono 220», spiega alla Verità Adolfo Vallini, sindacalista Usb. Nel mondo di De Magistris ci sono più motoscafi sulla cresta dell'onda a zonzo per il Mare Nostrum che pullman in circolazione per raccogliere i passeggeri in attesa.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti