2024-10-09
L’impegno green cancella le atrocità di Baku
Ilham Aliyev (Getty images)
L’Azerbaijan ospita la prossima Cop29, gli organizzatori esultano per le promesse contro l’aumento della temperatura. Scordando la pulizia etnica degli armeni in Nagorno-Karabakh o l’internamento degli attivisti politici. Il Male, se piace ai «buoni», è accettabile.Se si tratta di combattere il cambiamento climatico e di contrastare il riscaldamento globale, si può anche sorvolare sul rispetto dei diritti umani e sulla difesa delle libertà fondamentali. In estrema sintesi è questa la grande lezione che ci regalerà la prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la celebratissima Cop29 che si terrà dall’11 al 22 novembre a Baku in Azerbaijan.Sul sito ufficiale dell’iniziativa fanno bella mostra frasi grondanti retorica: «Abbiamo tutti il dovere morale di evitare di superare l’obiettivo di temperatura di 1,5°C», leggiamo. «Ma la finestra di opportunità si sta chiudendo e dobbiamo concentrarci sulla necessità di investire oggi per salvare il domani. La nostra priorità fissa è quella di realizzare riduzioni delle emissioni profonde, rapide e sostenute ora per mantenere le temperature sotto controllo e restare al di sotto di 1,5°C, senza lasciare indietro nessuno».E ancora: «La presidenza della Cop29 sta ascoltando e interagendo con un’ampia gamma di stakeholder internazionali. Sta lavorando per garantire che le voci di tutti siano ascoltate e che le prospettive siano considerate e incluse in modo da fornire risultati inclusivi basati su soluzioni condivise. Siamo ottimisti sul fatto che insieme possiamo fare progressi reali». Tutto molto nobile e commovente. Peccato che i «risultati inclusivi» e le «soluzioni condivise» non siano esattamente la norma in Azerbaijan, almeno quando si tratta di rispettare la dignità della popolazione.Sempre dal sito di Cop29 apprendiamo che «l’Azerbaijan si è impegnato a sviluppare il suo potenziale di energia rinnovabile, che è una parte importante del piano del Paese per ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2050. Il Paese intende aumentare la capacità di energia rinnovabile al 30% entro il 2030 e diversificare il suo sistema energetico esistente per diventare un leader nell’energia verde. L’Azerbaijan si è impegnato a dare il buon esempio e aggiornerà i suoi obiettivi nazionali nel suo prossimo Contributo determinato a livello nazionale allineato a 1,5». Fantastico. Sarebbe più interessante, però, se i governanti di Baku si impegnassero a dare il buon esempio rispettando i diritti della cittadinanza.Proprio ieri alcune delle più importanti organizzazioni mondiali per la difesa dei diritti umani - Amnesty international, Human rights watch e Freedom now - hanno alzato la voce chiedendo agli Stati europei di non chiudere gli occhi sul comportamento del governo azero. Come scrive Politico, le sigle umanitarie sostengono che «le nazioni occidentali dovrebbero sfruttare i colloqui sul clima della Cop29 di quest’anno in Azerbaijan per fare pressione su Baku in merito alla sua “feroce repressione” nei confronti di giornalisti, esponenti dell’opposizione e attivisti. Mentre aumenta l’attenzione mondiale sul comportamento del regime autocratico, hanno chiesto all’Unione europea e ad altre organizzazioni internazionali di sostenere i casi dei prigionieri politici “detenuti arbitrariamente” in Azerbaijan”».Nel report stilato dalle organizzazioni per i diritti si legge che «la recente ondata di arresti e condanne ha seminato paura tra le voci indipendenti e critiche rimaste. Un numero crescente di attivisti della società civile ha lasciato il Paese da novembre 2023, riducendo ulteriormente il numero di organizzazioni e attivisti che si esprimono a favore dei diritti umani e sfidano il governo».Secondo Riccardo Noury di Amnesty, «sono circa 300 le persone in carcere per accuse motivate politicamente: difensori dei diritti umani, giornalisti, ambientalisti, attivisti politici e altri ancora, incriminati per accuse fabbricate o motivate politicamente solo per aver criticato le autorità. Ad esempio, il noto difensore dei diritti umani e attivista per la giustizia climatica, Anar Mammadli, è in detenzione preventiva dal 30 aprile 2024 per la falsa accusa di aver cospirato per introdurre illegalmente nel Paese valuta straniera. Il 22 aprile 2024 l’economista e attivista politico Gubad Ibadoghlu, dopo 274 giorni di carcere, è stato posto agli arresti domiciliari. L’esponente dell’opposizione Tofig Yagublu è in detenzione preventiva dal 15 dicembre 2023 per le false accuse di frode e contraffazione».Non è tutto, ovviamente. Nessuno sembra ricordarlo, ma giusto un anno fa l’Azerbaijan ha messo in atto una pulizia etnica in grande stile nella regione del Nagorno-Karabakh, zona storicamente abitata da armeni. Decine e decine di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le proprie case e sono rimaste imprigionate in condizioni terrificanti nella morsa dell’esercito azero. Uno spettacolo atroce che il mondo intero è rimasto a guardare senza emettere un fiato. Motivo? L’Azerbaijan è un grande fornitore di idrocarburi la cui importanza - come abbiamo più volte documentato - negli ultimi anni è cresciuta, compresa quella per l’Italia. E così tutti tacciono.Ecco perché Cop29 fa esplodere le ipocrisie dei moralisti internazionali. Si trovano per discutere di come «salvare il pianeta» e permettono che il comitato organizzatore azero si diletti a concionare di finanza ambientale e altre amenità. Dimenticando, però, che cosa fanno le autorità statali ogni giorno. A rendere grottesco il tutto basterebbe la patente contraddizione di una conferenza sulla riduzione delle emissioni che si svolge in una nazione che vive di gas e petrolio. Ma questo rientra nei consueti cortocircuiti dell’ecologismo farlocco e interessato dei nostri tempi.Decisamente più vergognoso è il silenzio sulla repressione e la pulizia etnica. Si impartiscono tante lezioncine alla Russia e ai vari rappresentanti del Male sparsi per il globo. Ma quando i super cattivi fanno comodo ai presunti buoni rispettosi della natura e della democrazia, allora si possono chiudere serenamente gli occhi di fronte ai peggiori crimini.
(Ansa)
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