2021-07-14
«Limitare le libertà con i reparti vuoti sarebbe illegittimo»
Il presidente ligure Giovanni Toti: «Le chiusure si devono basare sui ricoveri. Se il diritto alla salute è garantito, le restrizioni sono irrazionali»Presidente Giovanni Toti, l'altro ieri in tutta Italia ci sono stati solo 15 pazienti ospedalizzati per Covid. Possibile che, nonostante dati così rassicuranti, si torni a parlare di chiusure? «In Liguria non c'è un decesso da una settimana. I pazienti, che nei momenti più drammatici furono 1.500, si contano oggi sulle dita di due mani. Francamente, non c'è nessuna corrispondenza tra l'aumento dell'incidenza del virus, cioè la salita dei contagi, e l'ospedalizzazione. Era una profezia facile prevedere che, cadute le barriere rispetto ai contatti umani, i contagi sarebbero potuti risalire. Ma da qui a limitare le libertà ce ne corre».Teme che una rilevanza eccessiva al solo dato dei positivi possa portare a una lettura distorta, come ha denunciato ieri il nostro giornale? «Avete fatto bene a porre il problema. La limitazione delle libertà dei cittadini è giustificabile solo nel caso in cui ci sia l'impossibilità di garantire il diritto alla salute: per capirci, una situazione tragica in cui uno bussa alla porta di un ospedale e non trova posto. Ma nel momento in cui, in tutta Italia, i reparti sono Covid-free, qualunque limitazione delle libertà sarebbe illegittima, oltre che irrazionale».Pensa che, come presidenti di Regione, prenderete un'iniziativa verso il governo per rivedere regole e parametri?«L'avevamo già chiesto al momento delle riaperture: occorre dare un peso assolutamente predominante al criterio delle ospedalizzazioni come parametro per decidere eventuali restrizioni: è questo il tema non solo sanitario ma anche giuridico, come ho spiegato. Altrimenti…».Altrimenti?«Altrimenti per coerenza bisognerebbe anche considerare il tasso di colesterolo di un paziente, o il numero di sigarette fumate. E parlo di cause potenziali di patologie ben più gravi del Covid, cardiocircolatorie o oncologiche».Tra l'altro, stando così le cose, ci sarà una corsa dei territori a non fare i tamponi…«Anche in Gran Bretagna e nella penisola iberica, pur a fronte di un aumento della circolazione del virus, l'ospedalizzazione è ridottissima. E in più, tornando a noi, la campagna vaccinale procede: in Liguria gli over 50 hanno una copertura vaccinale del 72%. Mi domando: che senso avrebbe applicare logiche e regole proprie della fase pre-vaccino ad una situazione in cui invece siamo così avanti con la vaccinazione?».Eppure rischia di accadere proprio questo«Un Cts o un organo scientifico che non dovessero tenere conto del mutamento sostanziale del campione su cui svolgono la loro analisi (cittadini non vaccinati prima, cittadini vaccinati ora) non farebbero più un lavoro scientifico, ma diverrebbero organismi politici».Già si parla - rebus sic stantibus - di quattro regioni a rischio «giallo» (Abruzzo, Campania, Marche, Sicilia). Teme una botta al turismo proprio mentre la stagione stava ingranando? «Ho sentito le dichiarazioni del ministro Franco all'Ecofin. Pur rassicurando sulla crescita, ci comunica che torneremo ai livelli economici pre-crisi solo nel terzo trimestre del 2022. Mi pare un dato eloquente…».Non ha la sensazione - in generale - di un eccesso di drammatizzazione mediatica e politica? Il fatto che ora trascorriamo molto tempo all'aperto dovrebbe aiutarci a vedere le cose in modo meno ansioso…«Trascorriamo molte ore all'aperto, siamo in gran parte vaccinati, abbiamo un'incidenza del Covid ai minimi rispetto al Continente europeo, il tasso di ospedalizzazione è bassissimo, quello di mortalità ancora più basso…Se si drammatizza perfino in presenza di questi dati, ho l'impressione che ci siano alcuni “orfani del Covid" che forse hanno altri obiettivi extra-sanitari, e cioè politici o economici o di notorietà personale…».Anche razionalmente, anziché puntare sull'impossibile obiettivo del Covid zero, non varrebbe la pena puntare a circoscrivere i rischi maggiori e a convivere con un virus indebolito, come facciamo ogni anno con l'influenza? «Su tante malattie, anche con tassi di mortalità ben più alti del Covid, facciamo (giustamente) campagne di prevenzione, facciamo (giustamente) screening periodici. Ma la limitazione delle libertà è una misura estrema. Per questo ora il Covid va affrontato come facciamo con altre patologie»Da trentasei ore la sinistra si spella le mani per Macron. Ma non è un po' contraddittorio da un lato (giustamente) dire che un obbligo vaccinale sarebbe incostituzionale, e dall'altro introdurlo surrettiziamente creando un po' per tutto cittadini di serie A e di serie B?«Credo si debba agire con buon senso. È ovvio che ci siano categorie o classi di età che anche per motivi razionali risultano più indolenti rispetto al vaccino: un 18enne ad esempio non corre grandi rischi per il Covid, e quindi vede la vaccinazione come un'opportunità, ma certo non come un'esigenza impellente. Ora, io che pure sono un grande fautore dei vaccini, dico: usiamo pragmatismo. Precludere ai non vaccinati l'ingresso nella grande distribuzione alimentare sarebbe qualcosa di assolutamente lesivo dei diritti fondamentali; invece, precludere l'ingresso a una partita di football può essere un incentivo a vaccinarsi».Anche in termini pratici, per convincere gli indecisi, non sarebbe meglio usare argomenti razionali e una persuasione mite e motivata, anziché il terrore? «Intanto, anche superando alcuni limiti della normativa sulla privacy, potremmo trasmettere gli elenchi ai medici curanti, per favorire azioni volte a far crescere la consapevolezza delle persone. È la stessa logica per cui il medico mi vede e mi suggerisce di smettere di fumare o di modificare il regime alimentare. Allo stesso modo potrebbe suggerire di vaccinarsi, se uno non l'ha ancora fatto».