2024-08-13
L’allarme di Farage: «Libertà di parola mai così in pericolo in Gran Bretagna»
Mentre i Conservatori dormono davanti alla censura il leader di Reform Uk attacca Keir Starmer: «La sinistra mi vuole in galera».Nonostante l’apparente de-escalation delle proteste nel Regno Unito, il governo rimane in allerta e il premier, Keir Starmer, conferma la cancellazione delle vacanze per seguire la crisi. Ad alimentare il dibattito, oltre a un tragico accoltellamento avvenuto ieri a Londra, si sono aggiunte due notizie di un certo rilievo: in primis, due dodicenni si sono aggiudicati il primato di imputati più giovani a dover comparire in tribunale per aver partecipato ai disordini di queste settimane (uno a Southport, l’altro a Manchester); in secondo luogo, solo domenica sono sbarcati sulle coste britanniche 703 immigrati, il numero più alto dall’inizio del governo laburista e il terzo sull’intero anno. In questo contesto, tra le misure repressive dell’esecutivo di sinistra e l’apparente ammiccamento dei Tories, chi si sta ritagliando il ruolo di difensore del free speech è Nigel Farage, famoso per la sua battaglia pro Brexit.Già nel pieno delle proteste, il leader di Reform Uk aveva rilasciato un comunicato in cui condannava fermamente gli episodi di violenza ma, allo stesso tempo, chiedeva di leggere in quanto stava accadendo i segni di un disagio profondo. «Nel breve periodo», scriveva, «calmeremo le rivolte, ma rimangono problemi profondi e a lungo termine». «La maggioranza della popolazione», proseguiva, «può vedere la frattura in seno alle nostre comunità come il risultato di un’incontrollata immigrazione di massa, sia legale che illegale. Eppure, tentare di dibattere su questo tema in pubblico porta immediatamente a grida di condanna». Egli invitava poi ad aprire un dibattito serio sulla questione, senza impedimenti ideologici e senza derubricare tutto a razzismo, e la sua parabola politica insegna che i problemi da lui posti (dalla Brexit alla critica ai lockdown dell’era Covid), anche se ignorati, prima o poi tornano.La storia di Farage, come noto, è legata a doppio filo alla Brexit. Lasciato il Partito conservatore nel 1992, in seguito alla rettifica del Trattato di Maastricht, l’anno successivo il politico fu uno dei fondatori dell’Ukip (Partito per l’indipendenza del Regno Unito), il cui fine dichiarato era l’uscita dall’Ue. Per anni venne ignorato, se non deriso, finché - dopo l’exploit dell’Ukip alle Europee del 2014 - i Tories furono obbligati a prendere seriamente in considerazione il tema dell’uscita dall’Ue e, dopo il referendum del 2016, a portarla a termine. La differenza di vedute con questi ultimi si sta notando anche adesso, con l’uomo della Brexit che, sostenuto da Elon Musk, si sta ergendo a difensore del free speech e si sta riprendendo la scena.In un’intervista rilasciata all’emittente statunitense Fox News, dopo aver premesso di non giustificare alcuna violenza e che i social network non dovrebbero essere utilizzati per fomentare l’odio, ha dichiarato: «Quello che ci è permesso fare sui social media, o dovrebbe esserci permesso fare, è speculare, fare domande, cercare di diffondere fatti che risveglino il resto della comunità. E quando sei impegnato in un’attività del genere, non puoi mai garantire che quello che dici sia vero al 100 per cento. Puoi pensare che sia vero in quel momento. Puoi chiederti se è vero. Starmer, reprimendo tutto questo, rappresenta - penso - la minaccia più grande alla libertà di parola che abbiamo visto nella nostra storia».«Oggi c’è una proposta secondo cui, dai cinque anni in su, i nostri bambini nelle scuole dovrebbero essere educati a riconoscere l’estremismo, le fake news e la disinformazione, e a usare le loro capacità di pensiero critico per capire che cosa è vero e cosa no», ha continuato. «Io credo nel pensiero critico, ma se i parametri usati insegnano a ogni bambino che un post che mette in discussione il net zero e il riscaldamento globale è considerato contenuto estremo e una menzogna o che un post che osa anche solo mettere in dubbio i livelli di immigrazione - legale o illegale - nel Regno Unito è considerato estremista, allora si comincia a impostare una narrativa per una generazione futura che è fondamentalmente antidemocratica. Quindi sono molto preoccupato che gli istinti di un Partito laburista di sinistra siano di usare questa crisi per togliere le nostre libertà e la nostra libertà di parola. E questo dovrà essere combattuto».Alla domanda se teme di essere arrestato per le sue dichiarazioni, Farage ha confermato di essere preoccupato. «Dopo il triplice omicidio di quelle povere ragazzine», ha raccontato, «passate alcune ore c’era una grande speculazione online su quest’uomo: era un immigrato illegale? Era un islamista? Nessuno conosceva la verità. Io ho semplicemente chiesto su X: quest’uomo aveva precedenti? Era qualcuno che i servizi di sicurezza stavano monitorando? Non è arrivata nessuna risposta. Poi, dopo le rivolte, tutto l’establishment ha affermato che io avrei incoraggiato i disordini. […] Quindi sì, sono seriamente sotto attacco, e molti dei sostenitori della sinistra stanno pubblicamente dicendo che dovrei essere arrestato semplicemente per aver chiesto di sapere la verità sull’assassino».