2023-12-15
«L’Ia senza freni minaccia i governi»
Diego Brasioli, ambasciatore in Lussemburgo, ha promosso un evento all’indomani del sì alle nuove norme Ue: «Bisogna evitare la nascita di società dominate dagli algoritmi».«Sull’intelligenza artificiale bisogna trovare un punto di equilibrio virtuoso tra la necessità di favorire le nuove tecnologie da un lato e dall’altro quella di garantire i diritti dell’individuo. La normativa europea è una buona base di partenza». Diego Brasioli, ambasciatore dell’Italia in Lussemburgo, ha promosso ieri una conferenza stampa multilivello dal titolo La sfida di Prometeo per «analizzare e riflettere sull’impatto dell’intelligenza artificiale sugli equilibri geopolitici attuali e futuri per comprenderne rischi e opportunità per le relazioni internazionali». Non è un segreto che un potenziale uso anche distorsivo dell’Ia potrebbe avere conseguenze sui delicati equilibri politici internazionali. Paesi più avanzati in questo tipo di sviluppo tecnologico possono aumentare i loro vantaggi strategici, che spaziano dal settore della sorveglianza a quello militare. Non è un segreto che Cina e Stati Uniti siano un passo avanti rispetto al Vecchio continente. «Le aziende americane contribuiscono per il 90% allo sviluppo di nuovi sistemi di intelligenza artificiale» spiega Brasioli alla Verità. «Per competere i governi europei per competere devono collaborare e investire pesantemente in ricerca e sviluppo. In Italia, va sottolineato, siamo messi bene. Stiamo affrontando in modo responsabile questa sfida, tra l’altro ponendo l’Ia al centro dei lavori del prossimo G7 che presiederemo nel 2024». Alla conferenza, tra i vari partecipanti, tra cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani, c’era anche il consorzio Cineca (due ministeri, 70 università italiane, 45 istituzioni pubbliche nazionali tra enti di ricerca e agenzie), una realtà interuniversitaria tra le più importanti nel nostro Paese. «Dispongono di uno dei più grandi super computer al mondo», ricorda l’ambasciatore, «Anni fa hanno creato una rete di super computer connessi tra loro. Sono i principali a livello mondiale. Dobbiamo continuare su questa strada». Del resto, secondo l’ambasciatore, «lo sviluppo industriale in Europa lo possono fare solo i governi. Non abbiamo aziende al momento in grado di competere con i colossi statunitensi e cinesi». Però abbiamo già una normativa: l’Artificial intelligence act approvato dall’Unione europea lo scorso 9 dicembre. «Si tratta di un vantaggio che dobbiamo sfruttare», continua Brasioli. «È una regolamentazione di questa nuova tecnologia, con meccanismi per la tutela degli individui. L’Europa è sicuramente meno presente rispetto agli Stati Uniti e la Cina nel settore dell’intelligenza artificiale, ma questa legge è un buon compromesso, una base da cui partire». Insomma, in un futuro non troppo lontano potrebbe essere la prima pietra per regolamentare l’Ia a livello internazionale. «La prima normativa è destinata a fare scuola» sottolinea ancora Brasioli. «Certo, ora il meccanismo va attuato, ma ricordo che non è una dichiarazione. Ci sono norme precise, sono previste sanzioni anche pecuniarie e chi non rispetta queste regole finisce di fronte alla Corte di giustizia europea». Secondo Brasioli, comunque, per competere a livello globale serve soprattutto un movimento fatto di persone capace di accompagnare questa transizione tecnologica. «La rivoluzione industriale è stata un successo perché era un momento dell’umanità in cui si usciva dall’Illuminismo. C’era comunque una forte coscienza filosofica che ha accompagnato questa crescita tecnologica». È in fondo quello che manca in questo momento storico. L’ambasciatore spiega: «Lo stesso non sta avvenendo per quello che riguarda l’intelligenza artificiale. Anzi, l’Ia rischia di alimentarsi da sola, tramite gli algoritmi». Anche per questo motivo serve maggiore collaborazione tra i governi. «La comunità internazionale deve affrontare con urgenza le implicazioni geopolitiche di queste nuove tecnologie, cercando di bilanciare l’innovazione con la sicurezza globale. Se l’obiettivo è quello di evitare che attori malintenzionati utilizzino l’Ia per scopi dannosi e che i governi cadano nella tentazione di istituire sistemi “algocratici”, questo può essere raggiunto solo attraverso un processo condiviso a livello internazionale volto a garantire che l’Ia si sviluppi gradualmente in una forma di saggezza artificiale (Artificial wisdom)» , conclude.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.