2021-03-12
L’Europa diventa «continente Lgbt» ma gay e trans cacciano le lesbiche
Approvata la risoluzione voluta di Ursula Von der Leyen: l'Ue dichiarata «Zona di libertà» per gli attivisti arcobaleno. Che però censurano Arcilesbica, rea di opporsi a utero in affitto e cambio di sesso per i minoriIl tweet pubblicato mercoledì da Ursula von der Leyen era quasi commovente. Mostrava alcune bandiere stellate dell'Unione europea su uno sfondo arcobaleno, accompagnate da una frase gravida d'emozioni: «Essere sé stessi non è un'ideologia. È la vostra identità. Nessuno potrà mai portarvela via. L'Ue è la vostra casa. L'Ue è una Zona di Libertà Lgbt». Con queste parole il presidente della Commissione europea ha inteso formalizzare il sostegno a una risoluzione approvata ieri dal Parlamento Ue con 492 voti a favore, 141 contrari e 46 astenuti. Tale provvedimento dichiara l'intera Unione europea «Lgbtiq Freedom Zone», cioè, appunto, zona di libertà arcobaleno. Come è facile immaginare si tratta di un attacco diretto alla Polonia, dove nei mesi scorsi sono state istituite alcune «zone libere dall'ideologia Lgbt». Intendiamoci: che la Von der Leyen e le istituzioni comunitarie tutte appoggino la militanza arcobaleno non è nemmeno una notizia, anche se le conseguenze della votazione all'Europarlamento dovrebbero per lo meno inquietarci. Se tutta l'Ue diviene terreno di conquista per l'ideologia Lgbt, lo diventa pure l'Italia. Segno che sarà sempre più difficile, in futuro, contrastare certe imposizioni, dal ddl Zan in giù. In buona sostanza, la risoluzione approvata ieri stabilisce che, nel Vecchio Continente, è ammesso soltanto il pensiero dominante: ogni altra opinione è bandita. «Essere sé stessi non è un'ideologia», dice la cara Ursula, e mente due volte. Primo perché, al giorno d'oggi, si tende a costruire l'identità delle persone a partire dall'orientamento sessuale, e questa sì che è una visione ideologica. In secondo luogo, opporsi all'ideologia Lgbt non significa odiare gli omosessuali o discriminarli: significa rifiutare un pensiero basato sulla sovversione dell'umano. Si possono, ad esempio, rispettare i gay e allo stesso tempo combattere la tendenza in atto alla distruzione del maschile e femminile. Ma tale possibilità non è contemplata dai custodi dell'ortodossia. Il punto è che il gay e l'ideologia Lgbt non sono esattamente sovrapponibili. Spieghiamo: un omosessuale può essere di destra, di sinistra, di centro, bianco, nero eccetera. Il suo essere omosessuale ha poco o nulla a che fare con le sue opinioni politiche, i suoi gusti letterari o altro. Gli attivisti Lgbt, al contrario, vogliono farci credere che un omosessuale, se è davvero tale, debba rispondere a determinate caratteristiche che sono loro stessi a stabilire. In pratica, chi non si adegua ai diktat calati dall'altro perde lo status di «minoranza da proteggere» e viene gettato in pasto ai leoni. È emblematica, in questo senso, la vicenda che coinvolge l'associazione italiana Arcilesbica. Il quotidiano online Gaynews.it ha riportato la seguente notizia: «Ilga-Europe, di cui fanno parte oltre 600 organizzazioni Lgbti+ dell'Europa e dell'Asia Centrale e che ha un ruolo consultivo in seno al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (oltre a lavorare con le istituzioni Ue, il Consiglio d'Europa e l'Osce), ha annunciato di aver preso atto delle ultime “dichiarazioni transfobiche" di Arcilesbica e chiesto a Ilga World, competente nel merito, di rimuovere l'associazione italiana da membro effettivo». Avete compreso bene? Ilga è il più grande contenitore di associazioni Lgbt d'Europa e del mondo, una sorta di gigantesco ombrello arcobaleno. La sezione europea ha deciso di espellere Arcilesbica, e si è rivolta al «comitato centrale» affinché la cacciata avvenga secondo i crismi del regolamento internazionale dell'associazione.Per quale motivo Ilga chiede l'espulsione della storica sigla delle lesbiche italiane? Semplice: per le sue posizioni considerate «transfobiche». Insomma, le lesbiche italiane sarebbero odiatrici, dunque vanno allontanate. E che cosa rende «transfobiche» le rappresentanti di Arcilesbica? Beh, è piuttosto ovvio. Costoro sono contrarie all'utero in affitto, cosa che indispone i gruppi gay per cui avere figli tramite madre surrogata è un diritto. Non solo: l'8 marzo scorso Arcilesbica ha spiegato di essere «contro l'autocertificazione di genere e il blocco della pubertà dei minori non conformi alle norme di genere, erroneamente detti trans». Arcilesbica si oppone all'idea che per definirsi «donna» basti una autocertificazione, e non gradisce che si somministrino ai minorenni farmaci per bloccare la pubertà (come la triptorelina) in attesa di procedere al cambio di sesso. Per questi motivi, Ilga Europe chiede l'espulsione delle attiviste italiane dalla coalizione arcobaleno. Tra parentesi, Ilga è proprio l'associazione che ha ispirato e spinto la risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà Lgbt. Ecco il fatto: questa tanto sbandierata «libertà» non vale per tutti gli omosessuali, ma solo per quelli che obbediscono agli ordini.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)