2025-06-28
Il letame certificato conquista i listini. Le mucche sono l’oro dei tempi moderni
Schizzano i certificati verdi sul biometano, soprattutto tedesco. Allevamenti e liquami si sono trasformati in asset strategici.Dimenticate le batterie. Lasciate perdere l’idrogeno verde. E per un momento, mettete di lato perfino il gas naturale liquefatto. Il vero protagonista della transizione energetica europea del 2025 è il letame. Anzi, l’oro marrone, come lo chiamano nei circoli ristretti del trading climatico.In un’Europa alla rincorsa degli obiettivi di decarbonizzazione, dove le direttive cambiano più in fretta delle spille di Christine Lagarde, la Germania ha deciso che è tempo di fare sul serio adottando la delibera europea Red III che spinge la produzione di carburanti ecologici. L’annuncio ha scosso i mercati. Ma non quelli dell’energia fossile: quelli del biometano da liquami animali.Il motivo? La fine del doppio conteggio. Quel trucchetto burocratico che permetteva a chi produceva carburanti di nuova generazione di farli valere due volte ai fini della quota climatica. Un’astuzia tutta tedesca, ora sacrificata sull’altare dell’integrità regolatoria europea.Appena è circolata la notizia, il mercato ha fatto quello che sa fare meglio: speculare su ogni molecola disponibile di biometano, soprattutto se proveniente da una stalla della Bassa Sassonia. Giovedì, secondo le indicazioni della piattaforma Platts, parte di S&P global commodity insights, i certificati verdi del tipo Thg-advanced con doppio conteggio (più preziosi perché diventeranno sempre più rari) hanno raggiunto la cifra stratosferica di 305,50 euro partendo da un più modesto 270 di pochi giorni prima. Una corsa più rapida di quella dei bitcoin al culmine della speculazione.Ma non è tutto: anche i certificati verdi categoria Thg-other, meno nobili perché destinati ad aumentare di numero, ma più flessibili, sono saliti di prezzo come tartufi in una fiera slow food. Per il 2025, il valore è schizzato da 126,75 a 152,75 euro nel giro di una settimana. E i contratti con scadenza il prossimo anno? Una sinfonia rialzista: +55% solo nella giornata di giovedì. Più 19% ieri.In parallelo, il biometano da letame ha guadagnato terreno nei listini come se vendite di spumante e champagne a Capodanno. Il prodotto olandese è passato da 56,325 euro/Mwh a 57,575 euro/Mwh. Il letame danese a inseguire, guadagnando 1,25 euro a 57,50 euro al Mwh. Roba da rivedere i contratti agricoli e cercare un metodo per congelare gli escrementi delle vacche.Con la Red III, il biometano sarà promosso a nuova aristocrazia: no cap quota. Il termine fa molto Silicon Valley, ma in realtà significa solo che non c’è un tetto massimo alla quantità di questo carburante «pulito» che si può contabilizzare nei conteggi obbligatori. In altre parole, chi possiede biometano potrà venderlo senza limiti. Unico limite la capacità di produzione della vacche. E naturalmente non stiamo parlando della mungitura del latte.Fonti di mercato lo dicono chiaramente: «Il biometano sarà no cap. Tutto ciò che era Gdc (German double counting) diventerà no cap». Come dire: la merda vecchia non vale più nulla. Quella nuova, se ben certificata, vale oro. Marrone, appunto.I trader si stanno muovendo come rabdomanti alla scoperta di antichi odori della terra. Non petrolio, ma letame certificabile. La speculazione è già in movimento per comprare a valori bassi e rivendere quando la domanda sarà forte. «Gli intermediari stanno acquistando ora, finché i prezzi sono ancora modesti», racconta un trader. «La mancanza di chiarezza spinge gli acquirenti a coprirsi le spalle. Ha senso comprare ora che è ancora economico».E così, il mercato del biometano è diventato un rodeo. Gli allevamenti che forniscono la materia prima sono asset strategici. Le stalle stanno attirando investimenti come start up di Intelligenza artificiale. E i rifiuti organici? Trasformati in strumenti liquidi (in senso non esclusivamente finanziario) , con rendimenti da far impallidire i record del Nasdaq.Friedrich Merz ha deciso di spingere il piede sull’acceleratore. La direttiva Red III non solo cambia le regole del gioco, ma accorcia anche i tempi di autorizzazione per tutti i progetti rinnovabili. D’ora in avanti, un impianto potrà essere approvato online, in formato digitale, e in tempi certi. Così anche l’installazione di un digestore da letame potrà essere una questione di clic, non di carte bollate. L’Italia è in ritardo: Red III è ancora da recepire, con una tiratina d’orecchi da parte della Commissione europea e una delega al governo appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Siamo sempre un po’ dietro, anche quando si tratta di trarre valore dal concime.Forse è il caso di accettarlo: la transizione ecologica non è pulita. È complicata, contraddittoria e talvolta piuttosto puzzolente. Ma sta succedendo. E a dettare il ritmo, paradossalmente, non sono solo gli ingegneri o i climatologi, ma gli allevatori, i gestori di impianti a biogas, e i nuovi «trader del digestato».C’era una volta il barile di Brent. Oggi c’è il megawattora di letame olandese non sovvenzionato. E domani? Forse vedremo Etf indicizzati sul concime, future sul liquame, e start up che brevettano algoritmi per prevedere l’umidità del letame in funzione del gas serra risparmiato. In fondo, come diceva qualcuno, tutto ciò che tocca l’uomo diventa economia. Anche quello che, fino a ieri, i contadini erano costretti a spalare.
Maurizio Landini (Getty Images)
Nel riquadro un frame del video postato sui social dalla cantante Elisa Toffoli. Sullo sfondo alcune imbarcazioni della Global Sumud Flotilla (Ansa)
Iil patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa (Ansa)