2019-07-31
«L’esecutivo va avanti se fa la flat tax. Senza autonomia il Paese si blocca»
Il sottosegretario del Carroccio Guido Guidesi: «Dobbiamo copiare la ricetta di Trump: più soldi in tasca per far ripartire i consumi. Chi non vuole dare maggiori poteri alle amministrazioni locali non frega noi, ma gli italiani».Quarantenne, da sempre leghista, sesto anno alla Camera, per cinque all'opposizione in commissione Bilancio, stimato da amici e avversari, da un anno Guido Guidesi è sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Se Matteo Salvini è (Luigi Di Maio dixit) «quell'altro là», come l'avete presa voi, cioè «quegli altri là»?(Sorride) «La cosa da registrare (è proprio il caso di usare questa parola...) è che una frase del genere sia uscita da una riunione chiusa del M5s...».Dura il governo?«Bella domanda. La prossima settimana sarà decisiva per capirlo».Pronostico secco sul 6 agosto, quando al Senato si voterà (con un margine minimo) sul decreto sicurezza bis?«Secondo me il decreto passerà. Non so se ci saranno, ed eventualmente quanti saranno, i senatori M5s che non parteciperanno al voto o voteranno contro. Segnalo però che si tratta di un decreto del governo, passato in cdm, non di un provvedimento di un solo partito... E sottolineo l'importanza del testo: ci sono lì dentro cose che le forze dell'ordine attendono da 20anni. Credo sia interesse di tutti che il provvedimento sia approvato».Quindi vacanze ok. Lo scontro sarà poi a settembre su manovra e flat tax...«Non voglio parlare di scontro. Certo, noi abbiamo un'idea precisa di quello che vogliamo fare. Un'idea sulle tasse che abbiamo sintetizzato nella flat tax, con due obiettivi. Primo, ed è la priorità: abbassare la pressione fiscale. Secondo: semplificare il sistema. All'interno di questo schema, ci sono diversi moduli: la flat tax sul reddito familiare, la flat tax incrementale... Tanti elementi che vanno nella direzione dei due obiettivi citati».Temete un'operazione avvolgente, tra Bruxelles, i grillini e qualche Palazzo romano, per depotenziare lo choc fiscale?«Se succede questo, e ovviamente noi non ce lo auguriamo, saranno gli italiani a decidere chi avrà agito per fare i loro interessi, e chi invece avrà operato per fare altri interessi».Se passasse il vostro schema di flat tax (fino a 55.000 euro), sommata alla flat che già esiste su Pmi e partite Iva (che nel 2020 arriverà fino a 100.000 euro), tre contribuenti su quattro e forse anche di più pagheranno il 15%. Non dovrebbe essere mobilitato tutto il governo su un obiettivo di così grande ambizione?«Assolutamente sì. Se siamo il governo del cambiamento, non possiamo mica fare le stesse cose dei predecessori. E non lo dico per polemica, ma perché le cure del passato si sono rivelate sbagliate, hanno aggravato la condizione del paziente. Noi vogliamo cambiare la cura: modello Usa, cura Trump. Se abbassi la pressione fiscale a aziende e lavoratori, lasci a tutti più soldi in tasca, e fai ripartire consumi e investimenti. È una ricetta semplice».Coperture? Azzardo un mix di deficit, taglio di tax expenditures, tagli lineari ai ministeri... Sbaglio?«In base al tipo di flat tax che sceglieremo, si cercherà la soluzione. Ma il punto di partenza non possono essere i limiti di bilancio: se si parte da lì, non faremo ciò che vogliamo. Ci vuole coraggio e caparbietà. È la stessa situazione dell'agosto scorso. Anche allora qualcuno diceva: “Non ci riusciranno". E invece nella manovra d'autunno abbiamo fatto quello che ci eravamo prefissi. Certo, l'ambizione degli obiettivi impone che il governo sia tutto unito nel perseguirli».Pensate di poter negoziare con Bruxelles uno slittamento nel tempo delle clausole di salvaguardia?«Questo non lo so ancora, certo un negoziato ci sarà e fa parte del gioco. Non a caso Salvini ha incontrato le parti sociali, le associazioni produttive e i sindacati e ha detto a tutti: “La manovra scriviamola insieme". Proprio per dare più forza alle esigenze dell'economia reale»Autonomia. Vi stanno fregando?«Se hanno quella intenzione, non fregano noi ma i cittadini. Chi volesse bloccare l'autonomia differenziata (processo, lo ricordo, che si basa su una possibilità costituzionale), bloccherebbe lo sviluppo del Paese. Se si va nella direzione del centralismo (normativo o di spesa), si fa danno al Paese. Quando nell'ultima legge di bilancio, invece, abbiamo dato opportunità di investimento a Comuni, Province e Regioni, il beneficio si è visto»Reddito di cittadinanza, salario minimo, voci sulla riduzione dell'orario di lavoro, ora perfino la Banca del Sud. Il M5s sembra proporre un'agenda Dc-Pci anni Settanta, statalismo e assistenzialismo...«Non so se questa sia la loro agenda. So solo che se oggi siamo costretti a fare i conti con vincoli e parametri, è perché un'agenda di quel tipo, nei decenni passati, ha prodotto il debito pubblico. Spero che non si voglia un remake di quelle politiche».Parliamoci chiaro. Siamo in una situazione contraddittoria. Da un lato, la Lega è ai massimi di consenso (l'altro ieri Swg vi ha attribuito la quota stellare del 38%), dall'altro nelle vostre piazze partono i fischi quando Salvini cita Di Maio... Come si gestisce la cosa?«In una sola maniera. Abbiamo il dovere di fare ciò che consente al Paese di crescere. Abbassare le tasse e sbloccare gli investimenti, incluse opere pubbliche e infrastrutture. Se il governo fa queste cose, funziona».Se no? «Se no, non funziona. Faccio un esempio, e potrei farne molti. Sento parlare di economia circolare a proposito di rifiuti, ma allora ci vogliono gli impianti. Non può esserci continuamente un elenco di “no"».I 5 stelle non hanno elaborato il lutto della sconfitta alle europee oppure riusciranno ad accettare il loro nuovo ruolo da «junior partner»?«Non sono per parlare di junior partner o di senior partner. Come ho detto, il punto è fare le cose che servono ai cittadini e al Paese»Come finisce con il commissario europeo?«Non lo sappiamo ancora. Certo, mi pare che in questa Ue ci siano molte cose che non vadano in termini di assetto democratico. Siamo il primo partito europeo, e nel Parlamento europeo ci escludono con un accordo di potere da destra a sinistra... E poi rivendico il nostro voto contrario all'insediamento del presidente della Commissione Ue. Ho letto il suo programma: non mi pare affatto confacente a produrre un cambiamento rispetto ai suoi predecessori».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)