2019-01-11
L’esecutivo resterà in piedi: ogni alternativa è peggio
Se il primo giugno dello scorso anno Matteo Salvini non avesse accettato di fare un governo con Luigi Di Maio, lasciando la poltrona di premier al professor Giuseppe Conte, oggi a Palazzo Chigi avremmo un presidente del Consiglio nominato da Bruxelles e agli ordini della Bce, del Fondo monetario e delle principali cancellerie europee. Oppure, nella migliore delle ipotesi (o peggiore, decidete voi), avremmo una maggioranza composta dal Movimento 5 stelle e dal Pd, magari con un ministro degli Esteri di nome Matteo Renzi o, peggio, con il Bullo che con il sostegno dei grillini aspirerebbe ad avere una qualche seggiola in Europa, così da poter continuare a sentirsi uno statista di respiro internazionale. Se rammento che cosa avremmo potuto vedere in questo nostro Paese qualora non si fosse raggiunto l'accordo fra Salvini e Di Maio è solo per ricordare a me per primo, ma forse anche a qualche lettore, che quello attuale non è il migliore dei governi possibili, ma di certo è il male minore tra quelli che abbiamo rischiato. Io infatti non oso immaginare che cosa sarebbe stato un esecutivo tecnico agli ordini di Bruxelles. Già ho potuto sperimentare, insieme a tutti gli italiani, che cosa è stato il governo dei professori insediato da Angela Merkel e da Nicolas Sarkozy in sostituzione di Silvio Berlusconi. Dalla batosta di Mario Monti l'Italia non si è ancora ripresa, perché grazie al bocconiano le persone tengono per sfiducia i soldi che hanno messo da parte sotto il materasso invece di farli girare nell'economia. Dunque, un simil Monti o una simil Fornero (la professoressa passata alla storia per la riforma delle pensioni è un Monti con i capelli e senza loden) non potrebbero che condannare il Paese alla depressione. E in fondo, appena sulla scena si stagliò Carlo Cottarelli, chiamato da Sergio Mattarella in sostituzione di Giuseppe Conte, sui mercati si scatenò il panico, perché tutti temettero il peggio. Con il professor Mani di forbice non ci sarebbe certo stato da essere allegri, ma semmai preoccupati.Qualche risata certo ci sarebbe scappata con un governo tra i 5 stelle e il Pd, ma giusto per il tempo di vedere le contorsioni del Partito democratico, che dopo aver detto ripetutamente di voler stare alla finestra, alla fine si accomodava su qualche poltrona. Poi, dopo le sghignazzate, sarebbero stati dolori, soprattutto sui temi cari al popolo moderato. Ve l'immaginate Roberto Fico e compagni che cosa avrebbero fatto sui migranti? Come minimo, invece dei porti aperti, avremmo avuto ponti d'oro per qualsiasi straniero. Non dico che saremmo andati a prendere i profughi con jet di lusso, ma quasi. La saldatura dell'area grillina più integralista con quella postcomunista avrebbe trasformato il nostro Paese in una piattaforma dell'accoglienza, con tutto ciò che ne segue. A proposito di giustizia, norme fiscali e stangate per il ceto medio sarebbe stato anche peggio, perché su certi temi i grillini e i piddini sarebbero andati a nozze. Qualcuno, a questo punto, potrebbe obiettare che tra un governo tecnico e un altro semplicemente antitetico ai principi liberali ci sarebbe stata pur sempre la possibilità di tornare alle urne, come si ventilò a fine maggio, quando sembrava impossibile l'alleanza fra 5 stelle e Lega. È vero, c'era pur sempre la possibilità di votare. Peccato che il capo dello Stato avrebbe fatto carte false pur di evitarlo. Prima la scusa della legge finanziaria e dell'esercizio provvisorio, poi le elezioni europee, quindi qualche altro appiglio, diciamo che non avremmo visto l'ombra dei seggi per oltre un anno. E poi, dopo un anno, chissà che cosa sarebbe successo.Insomma, tra un governo tecnico e uno a bagnomaria, gli italiani sarebbero stati espropriati del voto, rischiando di ritrovarsi tra i piedi di nuovo Renzi. Risultato, quando vedo gli sgambetti fra Di Maio e Salvini, che con l'aiuto di Conte riescono comunque a litigare, penso sempre che avrebbe potuto essere peggio. L'altra notte il ministro dell'Interno ha dovuto ingoiare il rospo di una decina di migranti destinati all'Italia (ma dopo che la Sea-Watch aveva attraccato a Malta) e su flat tax, quota 100 e reddito di cittadinanza ha dovuto rinunciare a un certo numero di pretese. Ma come sarebbe andata se al suo posto ci fosse stato un altro, magari Roberto Fico, oppure Maurizio Martina o Maria Elena Boschi? Siete sicuri che sarebbe stato meglio? Io non credo.Forse è questa la ragione per cui, nonostante le incertezze del governo e anche alcuni errori (sulle pensioni e sul reddito di cittadinanza), alla fine gli italiani continuano a preferirlo ad altri pastrocchi. L'altro giorno il professor Roberto D'Alimonte, ossia l'uomo che sulla legge elettorale sussurrava a Renzi, scriveva, sorpreso, che la maggioranza gode di un sostegno fra il 55 e il 60 per cento degli elettori, una percentuale che raramente raggiungono i governi dopo sei mesi. Forse la ragione è una sola: nonostante gli scivoloni, questo esecutivo è meglio di un salto nel buio. Anzi: di un salto nel vuoto, dato che oltre 5 stelle e Lega in Parlamento non c'è altro che il nulla.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
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