2025-01-07
Stasera debutta su RaiUno la miniserie evento su Giacomo Leopardi
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Sergio Rubini nel corso del photocall per la presentazione di «Leopardi, il poeta dell'infinito» (Ansa)
In Leopardi - Il poeta dell'Infinito, miniserie diretta da Sergio Rubini in onda su RaiUno nella prima serata di martedì 7 e mercoledì 8 gennaio, il poeta ha il volto di Leonardo Maltese e lo spirito indomito, diverso da quello che si è abituati ad associargli.A leggere la sinossi, con le dovute ed esplicite pretese che la animano, si intuisce che l’idea di fondo, sulla quale Sergio Rubini ha imbastito il proprio Giacomo Leopardi, deve aver avuto a che fare con il riscatto. Non più genio «sfigato», curvo sui libri a leggere di una vita che non avrebbe mai vissuto, ma uomo d’istinti e passioni, protagonista del proprio tempo. Leopardi, nella miniserie con la quale RaiUno ha scelto di inaugurare la propria programmazione del 2025, è presentato attraverso sguardi inediti. E sono quegli sguardi, le prospettive che la sinossi ha tenuto a definire «storicamente coerenti» che costruiscono il racconto. Lo indirizzano, soprattutto, spingendo verso le nuove generazioni il ritratto di un poeta in cui si avvicendino «passione, amore, storia e politica». Leopardi non è gobbo, dunque. Non è triste né ancorato al proprio tavolo, alla piccola finestra di Recanati.In Leopardi - Il poeta dell’Infinito, in onda su RaiUno nella prima serata di martedì 7 gennaio e di mercoledì 8, il poeta ha il volto di Leonardo Maltese e lo spirito indomito, diverso da quello che si è abituati ad associargli. «Approfondendo la biografia di Giacomo Leopardi, oltre all’immagine canonica di un uomo immerso in una malinconica solitudine a tinte gotiche, sclerotizzata da una perenne sofferenza fisica, se ne può scorgere un’altra, sottotraccia, completamente diversa, caratterizzata invece da una vitalità dirompente», ha provato a spiegare Sergio Rubini, sceneggiatore e regista della miniserie in costume. «Piuttosto che il piglio dello studioso, curvo perennemente sui libri, il nostro Leopardi avrà quello di un esuberante enfant prodige, che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura. Al posto di una figura grigia, rischiosamente polverosa e respingente, abbiamo preferito tratteggiarne un’altra, più brillante, variopinta, trasgressiva e soprattutto piena di fascino», ha detto ancora, osservando con lapidarietà che, «Se Leopardi ci avesse lasciato solo la gobba, non sarebbe il gigante che è stato».Come accaduto nelle più recenti produzioni Rai, non da ultima quella dedicata a Mameli, dunque, Leopardi sqrà per il pensiero, non per la fisicità. Cercherà, cioè, di mettere in luce la modernità perpetua del poeta, del suo lascito culturale, di sottolinearne l’unicità e la determinazione che lo ha portato a vincere il tempo per farsi eterno. Sarà il racconto di una storia particolare, colta, però, nel suo aspetto universale. Un aspetto che, sperano Rubini e la Rai, possa invogliare (anche) il pubblico più giovane a dare una chance a quel che il solo studio accademicospesso finisce per rendere noioso.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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