2025-09-17
Il Papa: «Prego per Kirk e la sua famiglia»
Papa Leone XIV (Getty Images)
Il portavoce della Santa Sede riferisce la posizione di Leone XIV, comunicata al nuovo ambasciatore Usa in Vaticano: «La violenza politica lo preoccupa, e pensa sia necessario astenersi dalla retorica e dalle strumentalizzazioni che portano alla polarizzazione».L’America è ancora sconvolta dall’assassinio di Charlie Kirk, che ha brutalmente riaperto il dibattito sulla libertà d’espressione e la violenza politica. Essendo però gli Stati Uniti il centro del mondo, il vento che spira da Washington ha investito anche l’Europa, che non è certo immune da queste tendenze avvelenate. Ieri, non a caso, si è fatta sentire sull’argomento persino la voce del Papa. Interrogato da alcuni giornalisti sul colloquio di Leone XIV con il nuovo ambasciatore americano, il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha risposto: «So che nel corso della conversazione il Papa ha confermato che prega per Charlie Kirk, per sua moglie e i suoi figli». Inoltre, ha aggiunto Bruni, il pontefice «si è detto preoccupato per la violenza politica e ha parlato della necessità di astenersi dalla retorica e dalle strumentalizzazioni che portano alla polarizzazione e non al dialogo».Prima che Tyler Robinson comparisse per la prima volta in tribunale (in videocollegamento dal carcere), ieri ha avuto luogo l’audizione di Kash Patel davanti alla commissione Giustizia del Senato. La testimonianza del capo dell’Fbi, che si è presentato a Capitol Hill con la cravatta del Liverpool, è stata introdotta dal presidente pro tempore del Senato, il repubblicano Chuck Grassley, il quale ha sottolineato con commozione che Kirk «era un uomo di fede, dedito a Dio, alla famiglia e al Paese».Per ovvi motivi, Patel non ha potuto fornire troppi dettagli sull’indagine. Tuttavia, ha dichiarato che l’agenzia sta interrogando tutti coloro che hanno partecipato alla chat online in cui Robinson avrebbe confessato la sua intenzione di compiere il delitto. In una di queste conversazioni, l’assassino avrebbe scritto: «Ci sono forme di odio che non ammettono compromessi». L’Fbi, ha spiegato Patel, «indagherà su chiunque abbia preso parte a quella chat su Discord». Il gruppo, ha specificato, comprendeva «più di 20 persone» che «stiamo passando al setaccio». La sera precedente, del resto, il capo del Bureau aveva dichiarato: «Abbiamo sequestrato diversi dispositivi elettronici nella casa del sospettato e del suo partner: computer, portatili, console da gioco, telefoni. Tutto questo materiale è sotto analisi da parte dell’Fbi».Successivamente ha preso la parola il senatore repubblicano Eric Schmitt, ex procuratore generale del Missouri, che ha attribuito alla sinistra la responsabilità della recente ondata di violenza politica. «C’è un’epidemia a sinistra in questo momento, come se tutto ciò fosse in qualche modo accettabile, ed è qualcosa di preoccupante per il nostro Paese», ha affermato Schmitt. Che poi ha spiegato: «I miei colleghi democratici, da dieci anni, descrivono i politici avversari come nazisti, fascisti e come una minaccia esistenziale per la democrazia. Sono parole loro». Pertanto, ha concluso Schmitt, «dobbiamo smascherare ciò che sta accadendo: questa radicalizzazione della sinistra, secondo cui è lecito uccidere qualcuno con cui non si è d’accordo, è una follia».Parole ancora più dure sono state pronunciate dalla procuratrice generale, Pam Bondi: «I discorsi d’odio che superano il limite trasformandosi in minacce di violenza», ha dichiarato, «non sono protetti dal primo emendamento», quello che appunto tutela la libertà d’espressione. Al contrario, ha specificato la procuratrice, «si tratta di un reato» e «ogni singola minaccia verrà perseguita con tutta la forza della legge». In un post su X molto netto, la Bondi ha inoltre sottolineato che «per troppo tempo abbiamo visto la sinistra radicale normalizzare le minacce, invocare assassinii e applaudire alla violenza politica. Quell’epoca è finita». Si tratta di parole che arrivano dopo che Donald Trump ha detto di voler considerare gli antifascisti dell’estrema sinistra come terroristi interni. Il tycoon ha anche confermato che parteciperà ai funerali di Kirk domenica.Dalle parole, comunque, si sta passando ai fatti. Ieri Marco Rubio ha dichiarato che il Dipartimento di Stato «ha certamente negato visti» a persone che «hanno celebrato» l’omicidio di Kirk. Il capo della diplomazia americana ha spiegato di non sapere se finora siano già stati revocati visti, ma di aspettarsi che ciò avvenga: «Non mancano idioti in giro per il mondo convinti che sia una grande idea assassinare qualcuno». Ed «è grave», ha aggiunto, «che ci siano anche cittadini statunitensi che la pensino così».A proposito dei cittadini americani, negli ultimi giorni diverse aziende, in tutti i settori, hanno iniziato a licenziare dipendenti che sui social hanno esultato per la morte del giovane attivista. Anche alcuni giornalisti ci hanno rimesso il posto, come Matthew Dowd, analista politico della rete televisiva Msnbc, e Karen Attiah, editorialista del Washington Post. Lo Stato del Texas, invece, ha avviato indagini su oltre 100 insegnanti delle scuole pubbliche, che potrebbero essere licenziati per i loro «commenti inappropriati» sull’omicidio.In Italia nel frattempo, alla riapertura dei lavori, il Consiglio regionale della Lombardia ha accolto la richiesta dal capogruppo della Lega, Alessandro Corbetta, osservando un minuto di silenzio per commemorare l’attivista americano. Un onore che l’Europarlamento gli aveva negato.
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