2025-07-12
Leonardo smentisce: non produrrà velivoli senza pilota con l’Ucraina
Il colosso, favorito rispetto agli stranieri, offre 1,6 miliardi per la divisione Difesa di Iveco.Non serve volare alto come un drone per vedere la contraddizione. Mentre Leonardo smentisce ufficialmente ogni coinvolgimento nella produzione di velivoli senza pilota in Ucraina, a Roma - proprio alla Conferenza sulla Ricostruzione del Paese - Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa al fianco del ministro di Kiev Mykhailo Fedorov presenta il piano BraveTech Eu che si fonda su risorse del governo dell’Ucraina e del Fondo per la difesa dell’Unione Europea, con contributi di 50 milioni di euro per parte. E così nelle stesse ore, tra strette di mano e proiezioni di PowerPoint, prende forma un piano industriale con partner europei (e sì, anche italiani) per avviare la produzione di droni militari ucraini sul posto.Le parole chiave sono: «ecosistema europeo», «cooperazione industriale» e «ricostruzione dual use», ovvero infrastrutture civili e militari che si fondono in un unico disegno strategico. E Leonardo? Ufficialmente fuori dai giochi, ma informalmente - secondo diverse fonti vicine ai dossier - già in posizione per entrare con know-how, tecnologia e forse, alla fine, anche qualche linea produttiva. Secondo il commissario «l’esercito di droni dell’Ucraina ha avuto finora grande successo essendone stati prodotti più di quattro milioni». Kubilius avverte però: «La linea del fronte è lunga 1.200 chilometri e anche i russi sono forti nella produzione». Più nel dettaglio, su tempi e «dinamiche» dell’innovazione: «Secondo gli ucraini, il sistema russo diventa in grado di intercettare e neutralizzare i nuovi tipi di droni in circa due mesi». Da qui la necessità di spingere sull’innovazione. Il gruppo guidato da Roberto Cingolani è presente in ogni tavolo che conta nella nuova geografia della difesa europea, e l’Ucraina rappresenta un’occasione unica per ridefinire equilibri industriali e strategici. Soprattutto ora che il conflitto ha acceso la corsa agli armamenti e alla produzione autonoma di sistemi bellici nel cuore del continente.E a proposito di scacchiere militari, Leonardo gioca un’altra mossa: l’offerta per acquistare la divisione Difesa di Iveco.L’offerta, pari a 1,6 miliardi debiti compresi è inferiore rispetto a quelle dei concorrenti Knds (controllata congiuntamente dal governo francese e dalla famiglia tedesca Wegmann) e Czechoslovak, ma vendere a Leonardo potrebbe comunque rappresentare per Iveco la soluzione più agevole, vista la pressione politica per mantenere l’unità sotto controllo nazionale. È quanto scrive Bloomberg. Leonardo partecipa alla gara con il partner della joint venture Rheinmetall per acquisire l’unità di Iveco che produce veicoli specializzati per la difesa e la protezione civile, anche con il marchio Idv.Il portavoce del ministero dell’Economia ha dichiarato il mese scorso che sarebbe auspicabile mantenere la divisione difesa di Iveco in mani italiane, posizione condivisa anche dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto.Il governo italiano ha l’ultima parola sulla decisione, potendo esercitare un veto con il golden power su qualsiasi operazione strategica nel Paese, rendendo difficile il successo di un acquirente straniero. A Roma, a Bruxelles e persino a Kiev, il peso di Leonardo non si misura solo nei bilanci, ma nelle relazioni costruite nel tempo con governi, agenzie e apparati strategici. Un vantaggio competitivo che, in un contesto dove la geopolitica vale quanto l’ingegneria, potrebbe fare la differenza.In definitiva, più che una smentita, quella di Leonardo sembra una mossa tattica. Perché in guerra, come negli affari, negare è spesso il primo passo per trattare. E in Ucraina, il tavolo è appena stato apparecchiato.
Roberto Burioni ospite a «Che tempo che fa» (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"