2021-11-24
L’ennesimo giudice sancirà il destino di Mario
Per il comitato etico dell’Asl di Ancona il tetraplegico di 43 anni può accedere al suicidio assistito: sarebbe la prima volta in Italia dalla sentenza della Consulta del 2019. Non è chiaro quale farmaco sarà usato per sopprimere il malato né come potrà assumerloMario (nome di fantasia) vuole morire. È il primo caso di suicidio assistito «autorizzato» (manca ancora il pronunciamento definitivo del tribunale) dopo la sentenza «Cappato-Fabo» della Corte costituzionale, ma in assenza di una legge del Parlamento. Dalle Marche parte la nuova campagna per l’eutanasia e però da dove andranno a cominciare per far finire la vita di Mario? Il comitato etico dell’Asl di Ancona si è pronunciato in senso favorevole sul diritto a morire di quest’uomo di 43 anni, da undici costretto all’immobilità assoluta dopo un incidente stradale - quasi una nemesi visto che lui faceva l’autotrasportatore - osservando che ci sono tutte le condizioni così come indicato dalla Corte costituzionale con la famosa sentenza 242/2019 perché si possa procedere, ma resta un enorme e macabro problema: come si fa? Mario è tetraplegico e immobilizzato dalle spalle ai piedi e dunque non è in grado di compiere alcun gesto per suicidarsi. È una barriera invalicabile: se non è Mario a infliggersi la morte non si tratta più di suicidio. Il comitato etico dell’Area Vasta 2 nel suo pronunciamento rileva che il paziente rifiuta un’ulteriore terapia del dolore, che «è pienamente capace di assumere decisioni libere e consapevoli», che la sua storia «e le sue dichiarazioni sono coerenti con la manifestazione di una sofferenza sia fisica sia psicologica che soggettivamente può considerarsi intollerabile». Però al sesto punto il comitato fa un passo indietro: «In merito alla modalità, alla metodica e al farmaco la richiesta di fornire una valutazione non può essere soddisfatta». Specifica che non si sa perché si indichino 20 grammi di Tlopentone sodico quale dose necessaria, non si sa se ci sarà una preventiva terapia ansiolitica, né come verrà somministrata la dose di Tlopentone, né se sarà l’unico farmaco: «Non c’è una descrizione sul fine ultimo di garantire alla persona la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile». Si pensa a una flebo che Mario potrebbe attivare con la bocca, ma non c’è nessuna certezza. Lo ha «confessato» anche l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni che ha assistito Mario nell’iter giudiziario che lo ha portato dopo due diffide a ottenere il parere del comitato etico. «Ora procediamo con indicazioni sull’autosomministrazione del farmaco- ha detto la legale - La sentenza della Corte costituzionale pone in capo alla struttura pubblica del servizio sanitario nazionale il solo compito di verificare tali modalità». Come ha precisato l’assessore alla sanità della regione Marche Filippo Saltamartini (Lega), «sarà il tribunale di Ancona a decidere se il paziente tetraplegico di 43 anni potrà avere diritto al suicidio medicalmente assistito: il comitato etico dal canto suo ha sollevato dubbi sulle modalità e sulla metodica del farmaco che il soggetto avrebbe chiesto senza specificare come dovesse essere somministrato». La procedura è solo all’inizio e nelle Marche si è già affacciato un altro caso (da questa regione partì, con il suicidio assistito in Svizzera dell’ex assessore di Jesi Daniela Cesarini, la battaglia sul fine vita). È quello di Antonio, anche lui paraplegico da otto anni dopo un incidente, che attende da un anno la chiamata dell’Asl. Marco Cappato - associazione Luca Coscioni e al centro della sentenza della Consulta - ha insistito sul fatto che ci sono voluti ben due pronunciamenti del tribunale e la messa in mora dei ministri Roberto Speranza e Marta Cartabia per arrivare al pronunciamento su Mario, il quale lo ha accolto affermando in un video: «Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni. Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore dei malati». Cappato ha notato: «Quello di Mario è un calvario dovuto allo scaricabarile istituzionale. Per avere regole chiare che regolino l’eutanasia in senso più ampio sarà necessario l’intervento del popolo italiano, con il referendum che depenalizza parzialmente il reato di omicidio del consenziente». Emma Bonino rilancia: «Ora il referendum, questo Parlamento è peggio di altri sulla questione e non mi pare che il Pd sui diritti sia così impegnato, non sono il terreno preferito da Enrico Letta». Eppure proprio dal Pd Alfredo Bazoli esulta mentre Paola Binetti (Udc) è durissima: «È un suicidio su commissione». Pacato nei toni è il commento della Pontificia accademia per la vita che indica nelle cure palliative la strada da seguire, ma poi chiede: «La legittimazione “di principio” del suicidio assistito, o addirittura dell’omicidio consenziente, non pone proprio alcun interrogativo e contraddizione ad una comunità civile che considera reato grave l’omissione di soccorso, ed è pronta a battersi contro la pena di morte, anche di fronte a reati ripugnanti? Tutto quello che riusciamo a esprimere è la richiesta di rendere normale il gesto della nostra reciproca soppressione?».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.