2022-04-25
«L’emergenza è finita per finta. Vogliono copiare da Shanghai»
Francesca Donato (Facebook)
Francesca Donato, l’europarlamentare candidata a sindaco di Palermo: «In Cina lockdown per milioni di asintomatici e lavoro vietato anche se il Covid ormai è poco più di un raffreddore».In che parte del mondo si trova, onorevole Francesca Donato?«A Palermo da un bel po’. Devo farmi tutta la campagna elettorale da candidato sindaco».Lei che è veneta che ci fa a Palermo?«Sposata con un palermitano 23 anni fa e due figli. Ed ora sono candidata a sindaco». Solo una lista? «Al momento si. Rinascita Palermo con Donato sindaco. Non escludo si aggiungano altre due liste al mio fianco». Diciamoci la verità. L’ideale è prendere tanti voti ma non abbastanza da dover poi governare una città difficile come Palermo. Come Calenda a Roma, per intendersi.«Sono preparata a questo scenario in una città in cui corro da sola e dove prevale il voto clientelare. Ma potrebbero esserci sorprese. La stanchezza della gente è forte. E la prospettiva di andare al ballottaggio soprattutto con un centrodestra così diviso non è impossibile. Mi sto preparando e sto parlando con tanta gente qui a Palermo».La domanda è d’obbligo. Il programma di Francesca Donato sindaco di Palermo.«Sicuramente i problemi più sentiti a Palermo sono quelli che riguardano i rifiuti e la viabilità».Aveva ragione l’avvocato di Johnny Stecchino allora. Il traffico piaga della Sicilia…«Non è solo questione di traffico, ma di sicurezza stradale. Buche come voragini. Tombini aperti. Macchine distrutte per i dislivelli. Le strade sono puzzle di buche e di rattoppi. Ma anche i marciapiedi. Le persone anziane cadono. Piste ciclabili o corsie per tram senza un criterio che restringono le carreggiate creando ancora più traffico. E poi c’è la perenne emergenza dei rifiuti. Nessun impianto di valorizzazione del non riciclabile. E questo è responsabilità sia del Comune sia del governo regionale. Ponti sul fiume Oreto che rischiano il crollo. Infine, un sistema idrico fognario fatiscente. Il risultato sa qual è?».No…«Divieto di balneazione in uno dei mari più belli del mondo: Mondello. Senza impianti di depurazione le acque sporche scaricano a mare». Ma se non andasse al ballottaggio qual è la seconda scelta della palermitana importata Francesca Donato?«Bisognerebbe prima sapere chi è o chi sono i candidati del centrodestra. A un mese e mezzo dal voto ce ne sono più di uno. Sarò noiosa. Valuterò i programmi e i punti di contatto. Di sicuro non è un’opzione il Pd con i M5s. Si sta candidando un ex assessore dell’attuale sindaco Orlando che sta molto male amministrando la città».Lei ha lasciato la Lega da europarlamentare eletta in Sicilia e Sardegna a causa dell’appoggio al governo Draghi?«Esatto. Anche se sono stata una delle prime a dire “non diciamo no a prescindere ma guardiamo le carte”. Quando sono state messe sul tavolo ho capito che non dovevamo appoggiare il governo Draghi».Perché?«Draghi che sceglie i ministri della Lega senza consultarsi con il segretario era già un pessimo buongiorno. Ma soprattutto la conferma della Lamorgese e di Speranza. Per me quello era più che sufficiente a dire no. E poi c’è stato il voto a Bruxelles sul green pass…».Non si è turata il naso dando l’appoggio?«Quando ne abbiamo discusso in seno al Parlamento europeo ho chiesto immediatamente un confronto interno perché ero certa delle conseguenze devastanti con cui questo strumento sarebbe stato applicato in Italia. Ma mi è stato negato: la linea da Roma era votare sì al green pass. Subito dopo aver votato a favore ho passato una notte di inferno. La mattina dopo ho subito detto “mi spiace, non ci sto”, e ho rettificato il voto in negativo. E ancora non sto parlando del resto».Quale resto?«Obblighi vaccinali e sospensioni dal lavoro… Zone colorate e lockdown… tutta la gestione della crisi Covid, inaccettabile. Infine, tanti errori nella gestione a livello locale del partito nelle isole in cui sono stata eletta. E non ho mai, dico mai, ricevuto alcun riscontro concreto alle mie richieste di attenzione ai problemi del territorio, in primis sui temi agricoli».L’emergenza sanitaria è finita?«Artefatta e creata ad hoc. Sappiamo bene come è stata gestita la sanità, in particolare in questi ultimi anni. Si sono spesi miliardi per comprare un’infinità di dosi di vaccino e praticamente nulla per la medicina territoriale, sul tema delle terapie domiciliari e sulle campagne di prevenzione. L’emergenza è riattivabile in qualsiasi momento a piacimento soprattutto se si continuano a fare tamponi anche ora che il Covid è diventato poco più che un raffreddore. Quello che sta avvenendo a Shanghai in Cina, con i lockdown per milioni di asintomatici, è emblematico. Potranno di nuovo tornare a impedire alla gente di lavorare come è già stato fatto».Il ministro Speranza non ha condannato quello che viene fatto ora in Cina. Lo ritiene inevitabile a meno che non si faccia quello che dice lui. Che ne pensa?«Parole che avrebbe potuto pronunciare un.. Lasciamo stare. Ho presentato una denuncia esplicita alla Procura di Roma».Su chi? Su cosa?«Ho denunciato il fatto che l’Aifa non ha riportato nell’autorizzazione all’uso di emergenza dei vaccini la dicitura “medicinale soggetto a prescrizione medica”. Espressione che invece era contenuta nell’autorizzazione dell’Ema. È una frode molto grave compiuta ai danni dei cittadini. Ci è stata sottratta la possibilità che venisse effettuata una seria analisi costi-benefici su base individuale e caso per caso. Una decisione strumentale tesa a far arricchire chi produce e vende questi prodotti ai danni dei cittadini».Da un piddino a un altro. Anzi un’altra. Pina Picierno. Che è successo in aula a Strasburgo?«La Picierno in realtà mi ha fatto un regalo».Cioè?«Ha dimostrato il livello della democrazia in seno al Parlamento europeo. Cioè zero. Non può essere espressa un’opinione che sia discordante con quella condivisa dalla maggioranza di cui il Pd fa parte in seno al Parlamento». Stavate parlando di Ucraina?«Stiamo armando militari, molti dei quali orgogliosamente neonazisti dichiarati. Tutto questo non farà che aumentare le morti e le vittime fra i civili. Per non parlare della follia dell’embargo totale al petrolio e al gas russo che metterà in ginocchio la nostra economia. Sono soltanto 22 gli europarlamentari che hanno votato in disaccordo con questo provvedimento e io sono l’unica italiana».La Picierno nella sua veste di vicepresidente l’ha praticamente censurata in diretta.«È vietato porre interrogativi. Avevo semplicemente chiesto più trasparenza e più certezza sui presupposti di determinate scelte. Perché, ripeto, stavamo parlando del bando totale del gas russo. E sa qual è la cosa curiosa?».Quale?«Che se a chiedere un’inchiesta internazionale sugli incresciosi e gravi episodi accaduti a Bucha sia il segretario generale della Nato Stoltenberg, è giusto e legittimo. Se lo faccio io, oltretutto il giorno prima di Stoltenberg, non va più bene. La Picierno ha detto che le mie richieste erano da considerarsi inaccettabili. Questo è lo stato della democrazia in Europa».Lei ha abbandonato la Lega e qui ci ha dato conto delle motivazioni. Mi ha colpito che lei non abbia immediatamente scelto la tutto sommato comoda scialuppa di Fratelli d’Italia. «Sono uscita da un partito perché mi sono resa conto che devo rispondere prima di tutto alla mia coscienza e ai miei elettori e ho constatato che il partito da cui sono uscita non mi consentiva di rispondere né all’una né all’altra. Quanto a Fratelli d’Italia, devo dire che le loro posizioni non sono da me integralmente condivise. Sui temi relativi alla gestione sanitaria i punti di accordo sono numerosi. Non altrettanto può dirsi quando si arriva a parlare di guerra. Il partito di Giorgia Meloni ha votato a favore delle sanzioni; ha detto sì all’invio delle armi a Zelensky. Non si è affatto opposta alla demonizzazione della Russia e dei russi. A me questo sembra una follia». Quindi cosa bolle nella pentola di Francesca Donato?«Non esiste a oggi in tutto il panorama politico un partito in cui io mi possa seriamente e sinceramente riconoscere. A questo punto meglio muoversi in maniera indipendente e poi vedremo cosa succederà». E poi chi la ricandida?«Pazienza se nessuno mi ricandida. O se non si creano i presupposti per cui io possa ricandidarmi. Ritornerò a fare quello che facevo prima. Non ho bisogno, grazie a Dio, di una poltrona o della politica per campare». O magari l’appuntamento è subito dopo le elezioni a Palermo perché forse da lì capiremo cosa c’è nel futuro di Francesca Donato. O no?«Ma certo. Tutti mi chiedono previsioni sul mio futuro. Io faccio un passo alla volta. Intanto queste elezioni comunali sono l’occasione per misurare non solo e non tanto il consenso che c’è intorno alla mia posizione, ma anche per capire se c’è un terreno fertile su cui costruire qualcosa di buono e di nuovo. Comprendo che nelle elezioni amministrative la competizione sia diversa rispetto alle elezioni europee dove conta molto di più il voto di opinione. Cioè il termometro non sarà adatto. Però comunque un’indicazione me la darà».Una curiosità. Perché su Twitter si chiama ladyonorato?«Onorato è il mio cognome da sposata. Mi venne naturale iscrivermi così. E da allora è rimasto tutto tale e quale».
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