2021-03-23
Legge Zan, trappola che non elimina gli imbecilli violenti ma cancella la libertà
Strumentalizzata dalla sinistra l’intollerabile aggressione ai due ragazzi gay nella stazione romana di Valle Aureliaavvenuta il 26 febbraio a Roma ai danni di Jean Pierre Moreno, un ragazzo di 23 anni originario del Nicaragua rifugiato in Italia, è piuttosto impressionante. Pare sia avvenuto tutto intorno alle 21, alla stazione di Valle Aurelia a Roma. Un uomo robusto, invasato, ha attraversato i binari e si è avventato su Jean Pierre e sul suo compagno. La reazione del ragazzo è stata ammirevole: non è fuggito, ma ha sfoderato i pugni ed è rimasto a fronteggiare il pazzoide violento. Intanto, un terzo amico ha estratto il cellulare e filmato la scena. Jean Pierre ha spiegato che l’aggressore ha perso la testa quando ha visto lui e il suo compagno baciarsi. Come prevedibile, questa storia ha fatto scattare il riflesso condizionato: c’è stata una grave aggressione omofoba, dunque urge approvare una legge contro l’omofobia, nello specifico il ddl Zan che, dopo essere stato approvato alla Camera, è attualmente fermo al Senato. A sinistra tutti sembrano essere d’accordo. «Solidarietà e vicinanza a Jean Pierre per l’intollerabile aggressione di Valle Aurelia. L’impegno del Pd contro l’omofobia e a favore del ddl Zan proseguirà con ancora maggiore determinazione. Basta!», ha scritto un battagliero Enrico Letta su Twitter. La senatrice arcobaleno Monica Cirinnà gli ha risposto entusiasta: «Grazie Segretario! Già dalle tue prime parole all’assemblea che ti ha eletto è stato chiaro il tuo impegno per i diritti della comunità Lgbtq. Ora avanti tutti insieme per approvare presto in Senato la legge Zan contro omofobia e misoginia». L’intero mondo progressista si è schierato sulle stesse posizioni: «Scene come questa, la violenza, la discriminazione, ci offendono tutti. Umiliano la nostra coscienza di Paese. E noi dobbiamo ripudiarle, senza se e senza ma», ha detto il ministro Elena Bonetti. Secondo il ministro Andrea Orlando, poi, bisogna «promuovere subito una legge contro l’omofobia». Dall’attivista Imma Battaglia al vincitore del Grande fratello, l’universo Lgbt si è mobilitato sui social network. Editorialisti e intellettuali si sono scatenati, e tra questi c’è appunto la succitata Michela Marzano. Come dicevamo, concordiamo con lei quando scrive che è moralmente inaccettabile che ci siano persone che odiano omosessuali e trans. Siamo un po’ meno d’accordo, tuttavia, quando la filosofa ribadisce - con miglior proprietà di linguaggio - le tesi del Pd. E cioè quando spiega che, per vincere l’odio contro gay, lesbiche e trans si deve approvare il ddl Zan: è il riflesso condizionato che scatta ogni volta, è il ricatto morale che utilizzano più o meno tutti i militanti arcobaleno. L’atteggiamento di Alessandro Zan, il deputato del Pd che dà nome al ddl, è emblematico. Prima ha annunciato che chiederà l’immediata calendarizzazione al Senato della sua proposta (e fin qui, nulla di strano). Poi, però, ha polemizzato con Giorgia Meloni. Motivo? La leader di Fratelli d’Italia ha condannato l’aggressione a Jean Pierre Moreno, parlando di «assurda e brutale violenza». Zan sostiene che la Meloni non abbia diritto a indignarsi per l’aggressione poiché non ha votato il ddl arcobaleno, «facendo anche ostruzionismo». Purtroppo, a ripetere questo ragionamento ci si è messo pure il giovane Jean Pierre (il quale, dopo tutto, è un attivista Lgbt): «La Meloni dimostri di essere davvero contro l’omofobia votando la legge Zan», ha detto. «Altrimenti è complice e le sue dichiarazioni rischiano di essere solo una dimostrazione ipocrita. Più fatti e meno parole». Ecco, di nuovo, il ricatto: chi non vota il ddl Zan vuole la violenza, ne è complice, odia gli omosessuali. Bisogna stare molto attenti, allora, e non cadere nella trappola. L’opposizione al ddl Zan non ha nulla a che fare con l’odio verso gli omosessuali. Per tante ragioni, ma alcune in particolare: il ddl non serve a eliminare la violenza, non serve a togliere di mezzo l’odio e non serve nemmeno a punire con maggiore severità chi commette violenza. Le aggressioni ai danni di trans e omosessuali, fortunatamente, da qualche anno sono in calo. Ma non sarà il ddl Zan a farle cessare del tutto. Nell’ordinamento italiano esistono già reati che puniscono la violenza e l’aggressione, ed è a quelli che bisogna fare riferimento in casi come quello del povero Jean Pierre. La mordacchia arcobaleno conosciuta come ddl Zan ha, in realtà, un unico scopo: imporre un pensiero autoritario. Se passasse, diventerebbe impossibile criticare l’ideologia gender basata sulla decostruzione dei ruoli maschili e femminili. Diventerebbe rischioso opporsi all’utero in affitto (che è a sua volta una forma di violenza). E diteci: che cosa ha a che fare tutto ciò con un demente che aggredisce due ragazzi in una stazione? Il ddl Zan finanzia la propaganda Lgbt a tutti i livelli, scuole comprese. Ma un conto è educare al rispetto delle diversità, un altro contro è diffondere d’imperio l’idea che maschile e femminile siano concetti da superare. Tra l’altro, istituzionalizzare - come vorrebbero molti attivisti - la demonizzazione della mascolinità non farà altro che creare maschi più fragili, insicuri e potenzialmente aggressivi. No, approvare il ddl Zan non eliminerà odio e violenza. Servirà solo a cancellare spazi di riflessione e a controllare il pensiero. Tutte cose che, di solito, la violenza la fanno aumentare.