2019-09-16
Don Nicola Bux: «Legge sul fine vita? I cattolici non collaborino con Pd e M5s»
L'ex consigliere di Joseph Ratzinger: «Il nuovo umanesimo di Conte ricorda il Nuovo ordine mondiale. Migranti, ecologia: la Chiesa venera idoli. E il Papa parla troppo di politica».Don Nicola Bux, già consigliere di papa Benedetto XVI e professore di liturgia orientale e teologia dei sacramenti, è uno di quei sacerdoti che non ha paura di dire la verità Anche se è scomoda. Don Bux, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha chiesto al governo di rivedere la legge sul biotestamento e di non legalizzare il suicidio assistito.«Sì, evidentemente il suo intervento è legato alla scadenza del 24 settembre, quando la Corte costituzionale dovrebbe cancellare il reato di aiuto al suicidio».La Chiesa da tempo parla solo di migranti. Se n'è ricordata tardi…«E che si aspettava? Il Papa disse che non riusciva a capire l'espressione “valori non negoziabili". La Chiesa italiana s'è adeguata».Chiariamo definitivamente la questione migranti: un cattolico deve essere favorevole all'accoglienza indiscriminata?«La risposta la dà l'articolo 2.241 del Catechismo».E cosa dice?«Innanzitutto, il Catechismo riconosce che esiste qualcosa come la nazione, l'entità fondata su una lingua, una cultura e un territorio delimitato da confini».Nazione, insomma, non è una parolaccia.«No. Poi, chiaramente, la Chiesa è una realtà che supera le nazioni, perché nasce dalla conversione degli uomini, indipendentemente dalla loro provenienza, a Gesù Cristo».Il messaggio di Gesù è cattolico, cioè universale.«E difatti il cristiano, in qualunque nazione si trovi, appartiene alla Chiesa».E allora?«E allora la Chiesa deve interessarsi dello straniero nella misura in cui lo straniero o è già cristiano o è interessato al cristianesimo».Quindi il criterio di orientamento è quello religioso?«Quando Cristo, nel Vangelo, parla di accoglienza del forestiero, non lo fa mosso da un generico umanitarismo. Lo fa perché vuole portare a sé le persone. E quindi le categorie di cui parla San Matteo - assetati, bisognosi, forestieri eccetera - sono innanzitutto i cristiani, quelli che sono già tali o quelli che vogliono convertirsi».L'accoglienza, dunque, trova una sorta di corsia preferenziale nell'appartenenza alla Chiesa.«Di sicuro l'accoglienza della Chiesa non può essere uguale a quella delle Ong».Tornando al Catechismo?«Il Catechismo specifica poi che lo Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori. La ragione che può spingere la Chiesa a occuparsi degli stranieri è la stessa che, all'alba del Medioevo, la portò a occuparsi dei popoli che premevano ai confini dell'Impero, popoli che allora erano chiamati barbari».E la Chiesa cosa fece?«Non pensò appena a supplire all'impotenza dell'autorità politica sul piano dell'assistenza: dar da mangiare, da bere, eccetera. Si occupò soprattutto di un'altra questione: come li civilizziamo questi popoli?».Si occupò, insomma, di una questione spirituale.«Non solo spirituale. La civilizzazione, che oggi ci piace chiamare integrazione, significa far entrare gli stranieri dentro la civitas, dentro la comunità. Ma innanzitutto dentro la civitas Dei, di cui la Chiesa è anticipazione. Il gesuita San Pietro Claver, ad esempio, si prendeva cura del corpo e dell'anima degli schiavi, catechizzandoli, battezzandoli e confessandoli».Papa Francesco dice spesso che bisogna costruire ponti e non muri. Lei ora parla di civilizzazione: le civiltà non nascono proprio attorno ai muri?«Da un punto di vista puramente spirituale, come nota San Paolo, l'abbattimento di un muro fa di due nemici, due amici. Ma San Paolo parla della circostanza in cui entrambe le parti si convertono».Quindi popoli diversi possono costruire ponti solo se condividono la fede in Gesù.«Non è che due popoli diversi che s'incontrano, automaticamente si amano. Il lavoro che gli ecclesiastici che parlano di abbattimenti di muri dovrebbero ricordarsi di fare è il lavoro di evangelizzazione».Di questo però la Chiesa non parla mai.«Quasi mai. Anche gli ecclesiastici hanno interiorizzato il verbo mondano: accoglienza, integrazione, diritti umani… Sa che significa la parola Pontefice?».Che significa?«Colui che fa da ponte. Ma il ponte è quello tra uomo e Dio».E non è il ponte navale delle Ong…«Ecco. Io mi chiedo: agli ecclesiastici conviene fare i pappagalli del linguaggio mondano? Ma mi lasci aggiungere un'altra cosa».Prego.«I muri sono il segno più evidente del peccato originale: si innalzano i muri e si stabiliscono i confini perché gli uomini non si fidano gli uni degli altri».Quindi, immaginare una società senza muri significa dimenticare un dogma di fede?«Se il peccato originale non è redento, hai voglia a parlare di società senza muri e frontiere… Bisogna annunciare che con l'incarnazione del Figlio di Dio si è compiuta la redenzione del genere umano».Nelle sue ultime interviste, il Papa afferma che la retorica di alcuni politici sovranisti gli ricorda le tesi di Adolf Hitler. Le pare normale che un Pontefice liquidi così non solo leader che godono di un certo consenso nei Paesi occidentali, ma anche gli elettori che li votano, tra cui ci sono molti cattolici?«Vittorio Messori disse che ci vorrebbe una moratoria. I Papi parlano troppo. Per cui quello che dicono diventa sempre più opinabile e finisce per oscurare le uniche parole che loro dovrebbero pronunciare, con molta più parsimonia: quelle necessarie a evangelizzare e confermare nella fede, come prevede l'ufficio di Pontefice».Il Papa parla troppo di politica?«Così il popolo finisce per scambiare pure le parole dette in relazione a verità di fede per delle opinioni».Ma il Papa non è infallibile?«Lo è quando definisce verità di fede e di morale. Non quando parla delle cose di questo mondo».Stiamo diventando tutti nazisti, o è comprensibile che le persone temano che l'immigrazione di massa cambi volto alle nazioni europee?«Negli anni Novanta ero in Giordania. Vennero a trovarmi dei giovani sauditi cui era proibito convertirsi al cristianesimo. Mi mostrarono il materiale di propaganda che alludeva all'islamizzazione dell'Europa. Sono passati quasi 30 anni: a Londra e in Inghlterra l'islam è maggioritario».Quindi?«Questi sono i fatti: se non li vogliono vedere, se ne accorgeranno quando sarà troppo tardi».Che opinione s'è fatto dell'esibizione del rosario da parte di Matteo Salvini? I primi a scandalizzarsi sono stati proprio gli ecclesiastici…«Una discussione ridicola».In che senso?«Facciamo un esempio: la bandiera è un simbolo?».Sì.«E infatti la esibiamo. Tutti i simboli si esibiscono. Il termine simbolo, in greco, vuol dire “unione di segno e di significato". La religione - come la politica - vive di simboli. Guardi quello che è successo a Hong Kong».A Hong Kong?«Sì. Molti giovani manifestanti esibivano rosari, crocifissi e immagini sacre. Chi volesse vietare di esporli, evidentemente, sta discriminando sulla base di un pregiudizio. Vietiamo ai giocatori in campo di farsi il segno di croce?».Dicono che Salvini strumentalizzi il rosario.«È un processo all'intenzione. Rappresenta l'italiano medio: un po' superstizioso, un po' sincero, un po' scarso in materia religiosa. Chi siamo noi per giudicare?».Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, sui social attacca spesso i sovranisti.«I sacerdoti dovrebbero ricordarsi che sono stati ordinati quali ministri della riconciliazione. Gli atteggiamenti faziosi e partigiani non si addicono a un religioso. Anche per questo un sacerdote non può occuparsi della legalità».Perché no?«Perché un sacerdote deve pensare a quelli che sono nell'illegalità per convertirli. I grandi santi sono andati a convertire i banditi. Oggi abbiamo preti che brandiscono la Costituzione straparlando di legalità, anziché andare in mezzo ai mafiosi proclamando il Vangelo».Che pensa del nuovo governo? L'alleanza tra Pd e 5 stelle imprimerà un'accelerazione alla deriva nichilista sui temi etici?«Non mi intendo di politica. Ma posso dirle, con Giovanni Paolo II, che se ciò avverrà con la collaborazione dei cattolici, la pagheranno cara loro e noi italiani».Il premier, Giuseppe Conte, sostiene di essere un devoto di San Pio. Però adesso ha tirato fuori il «nuovo umanesimo». L'umanesimo non è ateo?«Più che altro mi pare una formula vuota. È un umanesimo senza il Figlio dell'Uomo, Gesù Cristo: destinato a fallire. Assomiglia tanto a Nuovo ordine mondiale… Chi sposa la moda oggi, domani rimane vedovo».A proposito di mode. Si sta per aprire il sinodo sull'Amazzonia. La Chiesa, seguendo lo spirito dei tempi, è in piena deriva green.«Quando si dimenticano Gesù Cristo e la sua croce, il posto lo prendono, com'è avvenuto dagli anni Sessanta, la prassi marxista, la teologia della liberazione, il pauperismo e, oggi, l'ecologismo. Tutti orizzonti esclusivamente umani. Idoli. E quando ci si attacca agli idoli si hanno delle amare sorprese. La Chiesa deve proclamare la verità sulla creazione e pregare. Vedo che i cattolici avvertiti si sono dati appuntamento a Roma il 5 ottobre».Il sinodo darà il via libera ai preti sposati?«È stato scritto che in Amazzonia ci sono già diaconi che simulano la messa».Il Papa sostiene che le critiche sono benvenute.«Così ha detto sul volo di ritorno dal Mozambico».Non si fida?«Il Papa ha fatto bene a ribadirlo. Quando non si accettano le critiche, il principio di autorità è pervertito, diventa abuso e persino sopruso».
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