2024-05-07
Le squadre di calcio di A sventano il blitz del ministro per il controllo dei bilanci
Gabriele Gravina (Getty images)
I club si oppongono all’authority politicizzata e chiedono revisori e arbitri indipendenti. Verso l’incontro Gravina-Abodi.Il blitz alla fine è saltato. Il cdm, formalmente dedicato al decreto agricoltura, avrebbe dovuto contenere un articolo 13 bis. Dal titolo netto: «Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società professionistiche». Invece nulla. Il governo, rappresentato dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha fatto un passo indietro, dopo aver scatenato le proteste vere della Lega calcio e formali della Figc. In pratica, l’idea era eliminare Covisoc, la commissione di vigilanza dei bilanci inquadrata dentro la Figc, per sostituirla con un’altra authority ma non indipendente. Tutta politica e sotto il cappello di Palazzo Chigi. Caso più unico che raro. Il risultato è che ieri pomeriggio si sono riuniti i 20 rappresentanti delle squadre capitanati da Lorenzo Casini. All’unanimità la Lega ha prodotto una nota. «Dopo la riunione convocata dal presidente, le società, fermo restando l’impegno già manifestato per migliorare la sostenibilità economico-finanziaria e la trasparenza dei controlli, hanno espresso all’unanimità la contrarietà alla proposta di istituire un’agenzia governativa per la vigilanza sulle società sportive professionistiche, rivendicando l’autonomia dell’ordinamento sportivo dalla politica». I club, insomma, hanno ribadito la necessità di procedere verso una piena autonomia della Lega all’interno dell’ordinamento sportivo e hanno dato mandato a Casini di presenziare all’incontro in Figc, convocato dal presidente Gabriele Gravina per la tarda serata di ieri. L’obiettivo delle squadre è quello di allargare il perimetro della battaglia e degli scontri, chiedendo una riforma molto più ampia e comprensiva di quattro pilastri. Il primo, citato sopra, riguarda l’autonomia della serie A su modello Premier League. Il secondo prevederebbe un cambio di passo nell’organizzazione arbitrale, creando un’agenzia di professionisti sottratta alla Figc. Il terzo elemento toccherebbe il tema delicatissimo della procura federale. Per la Lega A anche questa andrebbe sfilata alla Figc e ricostruita sul modello spagnolo. Infine c’è ovviamente la questione Covisoc. D’accordo nell’abolirla così come è ora organizzata purché - sostiene Lega A - venga sostituita da una authority indipendente ma sotto il cappello della Lega o del Coni. La stessa proposta arriverà anche al governo. Sono dunque gli elementi base della trattativa, utili - se visti a posteriori per ricostruire quanto successo nelle ultime ore. Da almeno quattro anni si discute in Italia dei debiti eccessivi del sistema calcio. Già nel precedente governo Giancarlo Giorgetti aveva provato a riformare i controlli e il sistema calcio. Lo scorso anno con l’arrivo di Abodi si incardinò un percorso di audizioni delle parti in causa per cercare una soluzione a un problema effettivo e che nessuno sembra voler negare. L’accelerazione però non può essere avvenuta senza un passaggio di confronto tra Gravina e Abodi - che stando a quanto risulta alla Verità - sarebbe avvenuto la scorsa settimana. Al di là delle dichiarazioni e delle prese di distanza il numero uno della Figc avallando il blitz del governo potrebbe evitare che le altre proposte della Lega diventino concrete. Perdere la procura federale, il controllo sulla serie A e pure la gestione degli arbitri significherebbe accettare una cura dimagrante del potere della federazione. Diversamente sfilare solo Covisoc ingolferebbe qualunque altro tentativo di riforma complessiva. I retroscena per definizione richiedono sempre il condizionale, in questo caso la nota della Lega A rende trasparente la battaglia in corso. Molto più di quanto già era avvenuto nei mesi scorsi. I lettori della Verità ricorderanno nostri articoli relativi proprio a Covisoc e le mosse per evitare la conferma del precedente presidente Paolo Boccardelli. Un memo semplice semplice. Quella gestione Covisoc è stata fondamentale per far emergere il caos Juve. Esempio concreto di quanto la Consob nel calcio sia fondamentale. Sbagliato dunque sia anestetizzarla sia portarla sotto controllo politico. Si rischierebbe di accendere più falò di quanti se ne possano spegnere. Chi nomina i rappresentanti? Quali criteri verrebbero adottati? Come verrebbero gestite le partite fiscali spesso oggetto di emendamenti alle leggi finanziarie? Se l’agenzia politica dovesse chiedere un aumento di capitale chi interverrebbe? Lo Stato? Cdp? oppure ci si limiterebbe a revocare i tesserini? Insomma, va bene vigilare ma lo Stato meno si intromette meglio è. Comprendiamo che le guerre in corso, le emergenze inflazionistiche e la deglobalizzazione comportano sempre più presenza pubblica per tutelare gli asset sensibili e la sicurezza nazionale. Così come comprendiamo le battaglie per mantenere equilibri di potere o scardinarli. Ma qui si andrebbe oltre. Legislatore e controllore è bene che stiano su binari paralleli. Tanto più che il calcio con i diritti contribuisce a tener su gran parte degli sport minori. Adesso la palla torna ad Abodi. Dopo la conclusione della riunione presieduta da Gravina con la Lega è stato inviato un telegramma al ministro che incontrerà le parti al massimo la prossima settimana.