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Le spese pazze dell’Europa. Un miliardo e mezzo per (non) integrare i rom

Le spese pazze dell’Europa. Un miliardo e mezzo per (non) integrare i rom
ANSA
  • Tra fondi sociali e altri canali di finanziamento, per il periodo 2014-2020 stanziata una marea di denaro. Ma nemmeno la Corte dei conti Ue sa dire come è stato usato.
  • L'esperta: «Le modalità di erogazione di queste somme sono a dir poco ambigue. Bruxelles per di più non tiene traccia dei programmi attuati, organizzati male e quindi destinati a rimanere lettera morta».

Lo speciale contiene due articoli

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Altro regalo dei giudici: l’imam resta qui
L'imam della comunità islamica di Torino, Mohamed Shanin (Ansa)
  • Nuova sberla dei giudici al governo. Shahin, che elogiava le stragi del 7 ottobre, resterà in Italia malgrado il decreto di espulsione del Viminale. La Corte di Caltanissetta si appella alla richiesta d’asilo del predicatore, coinvolto nello scandalo dei fondi ad Hamas.
  • Mohammad Hannoun rilascia solo dichiarazioni spontanee. Sandro Gozi: Schlein chiarisca i suoi legami.

Lo speciale contiene due articoli.

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Sui centri migranti assist al governo
Sara Kelany (Imagoeconomica)
I giudici costituzionali promuovono il criticatissimo (da sinistra e ong) emendamento. Kelany: a decidere sui trattenimenti non saranno più le sezioni speciali dei tribunali.

Dal rischio di incostituzionalità a quello di mettere in ginocchio le Corti territoriali, gli scenari più grigi erano stati paventati tutti. E invece niente. La Corte Costituzionale ha dato ragione alla misura del governo che sposta la decisione sulle convalide del trattenimento dei migranti alle Corti d’Appello. Sottraendola alle sezioni specializzate. Come stabilito in un emendamento al decreto flussi presentato poco più di un anno fa da Sara Kelany responsabile del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia.

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La riforma tutela le toghe dalle pressioni politiche ma anche da quelle interne
Imagoeconomica
Il sorteggio smantellerà la cappa soffocante delle correnti, liberando quei molti magistrati che per lungo tempo hanno dovuto tacere per non essere ostracizzati.

L’appuntamento referendario del prossimo marzo costituisce un’occasione da non perdere per una svolta riformatrice delle istituzioni. Si fronteggiano oggi due visioni culturali diametralmente opposte: da un lato il partito del No a tutti i costi, che col pretesto della sacralità della Costituzione nulla vuole cambiare - e che non a caso si identifica in un ben determinato schieramento politico e ideologico - e dall’altro il fronte del Si, più trasversale e multitasking, che abbraccia, oltre all’ala filogovernativa, anche una certa parte dell’elettorato che si riconosce nei valori della sinistra più moderata, moderna e consapevole.

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Il Senato è pronto a riprendere il disegno di legge sul fine vita
Maurizio Gasparri (Ansa)
Dopo la decisione della Consulta sulla via toscana al suicidio assistito, dal 7 gennaio potrebbero ripartire i lavori. Gasparri (Fi): «Vogliamo valorizzare i paletti messi dalla Corte per arginare la deriva eutanasica».

La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge per il fine vita potrebbe, ma su questo argomento il condizionale è doveroso, motivare il Parlamento a varare una legge nazionale che disciplini una volta per tutte e per tutti la materia. In questo senso, riporta l’Ansa, che ha interpellato diverse fonti di maggioranza, la commissione Affari sociali del Senato è pronta a riprendere i lavori sul ddl in materia di fine vita al rientro dalla pausa natalizia. Già dal 7 gennaio si potrà procedere a una convocazione delle commissioni riunite Affari sociali e Giustizia, dove potrà riprendere l’esame del testo interrotto dalla sessione di bilancio.

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