2024-09-20
Le sfide del nuovo direttore dell'agenzia dei beni confiscati alle mafie
True
Da i primi di settembre si è insediato il prefetto Maria Rosaria Laganà che ha preso il posto di Bruno Corda. Dalla ricerca di nuovo personale qualificato fino ai mancati compensi per i coadiutori passando per le ultime inchieste: sono tanti i nodi da sciogliere. Dai primi di settembre c’è un nuovo direttore dell’agenzia dei beni sequestrati e confiscati alle mafie (Anbsc). E’ il prefetto Maria Rosaria Laganà che prende il posto di Bruno Corda. La notizia è passata quasi inosservata al grande pubblico, ma non tra gli addetti ai lavori. Laganà - che arrivava da Brescia - è già stata in agenzia, come dirigente dell’ufficio beni sequestrati, ai tempi della direzione di Giuseppe Caruso, durante i governi di centrosinistra di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Il suo sarà un mandato molto importante, anche perché l’agenzia ha bisogno di un rilancio di immagine ma soprattutto di risolvere i conteziosi che coadiutori e amministratori giudiziari hanno promosso negli ultimi anni per ottenere i loro compensi. Da tempo il nostro giornale racconta i paradossi dell’ente che da quasi 14 anni è incaricato di gestire i beni sequestrati alla criminalità organizzata. L’esempio più lampante è la vicenda che riguarda Cristiana Rossi, revisore legale, curatore fallimentare, consulente del tribunale civile e delle imprese e della corte d’appello, iscritta all’albo degli amministratori giudiziari e già coadiutore appunto dell’Agenzia. Da due anni ha sollevato il caso dei mancati pagamenti da parte della agenzia nazionale. Gli amministratori giudiziari e i coadiutori, ovvero chi viene incaricato di gestire patrimoni (beni mobili, immobili ed aziende) spesso non vengono neppure pagati. Anzi, si ritrovano spesso costretti ad anticipare di tasca propria le spese di gestione che talvolta non vengono neanche rimborsate. E alla fine si ritrovano a dover pagare le imposte maturate in capo alle società da loro amministrate su nomina dell’autorità giudiziaria ovvero la stessa Anbsc. Ma questo non è l’unico paradosso. Nei mesi scorsi in parlamento sono state presentate anche interrogazioni parlamentari che hanno preso spunto dalle critiche della stessa Corte dei conti. La magistratura contabile, nel 2023, aveva appunto evidenziato il rilevante contenzioso tra l’Anbsc e i suoi coadiutori in attesa di pagamento per anni di lavoro svolto. Corda, all’epoca, aveva risposto che «nessun pagamento poteva essere disposto» senza fornire alcuna motivazione concreta». I parlamentari, però avevano sottolineato «la persistente mancata applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 2015 (quello che riguarda le modalità di liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari applicabile anche ai coadiutori dell’Anbsc nonostante il regolamento sia stato recepito con tre anni di ritardo nelle Linee guida del 2018» e quindi «l’Anbsc negherebbe la sua natura di ente con personalità giuridica di diritto pubblico e imporrebbe ai coadiutori, soggetti privati, adempimenti di finanza pubblica non previsto da alcuna legge». Gli amministratori giudiziari e i coadiutori non sono responsabili in solido con il proprio patrimonio per i debiti maturati dai soggetti sottoposti a sequestro o confisca. In sostanza Laganà dovrà finalmente affrontare e spiegare le ragioni alla base delle mancate retribuzioni di chi lavora con l’agenzia. Il suo passato la precede. Ha lavorato con Caruso, che nel 2014 fu oggetto di una dura polemica con la commissione antimafia proprio per l’allontanamento di alcuni amministratori di beni confiscati. Tanto che durante la seduta del 5 febbraio 2014, gli fu chiesto se fosse consapevole del fatto che una sua intervista a Repubblica aveva gettato «ombre» e «interrogativi non soltanto sulla gestione degli amministratori, ma anche sull'autorità giudiziaria che li aveva nominati e che avrebbe dovuto controllare e vigilare sulle loro azioni. Ne nacque un duro scambio di opinioni in commissione, con la smentita dell’intervista da parte di Caruso e la difesa dell’allora direttore della stessa Laganà. Ma non c’è solo questo. Tanti coadiutori e amministratori si lamentano della carenza di personale specializzato e qualificato che l’Agenzia sta cercando di colmare mediante la formazione da parte dei dottori commercialisti attraverso il protocollo d’Intesa stipulato con Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti (Cndcec) avvalendosi quindi della professionalità e dell’esperienza di quei professionisti coadiutori ai quali non riconosce il diritto al proprio compenso professionale. Nella Relazione sull’attività svolta – Anno 2023 pubblicata sul sito Ansbc del 13 agosto scorsosi legge. «In questo ambito saranno organizzati incontri seminariali, workshop nonché iniziative di divulgazione scientifica, anche avvalendosi del supporto degli ordini territoriali dei Commercialisti e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti». Inoltre, la recente condanna di Silvana Saguto (ex giudice del tribunale di Palermo che gestiva in maniera clientelare i beni confiscati) ha lasciato uno lungo strascico di polemiche che costantemente ritornano mettendo in dubbio il funzionamento stesso dell’agenzia e le possibili falle interne. E infine il sito internet dell’agenzia, che dovrebbe essere l’immagine della trasparenza per l’importanza dell’incarico, non ha una sezione dove si possono trovare tutti i beni sequestrati e nello specifico a chi vengono assegnati. Di sicuro non un bel biglietto da visita per il nuovo direttore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.