2019-12-23
Le sardine invitano a manifestare utilizzando la mail ufficiale del Pd
Rivelazione di Roberto Calderoli: a Cremona sono i dem a organizzare le proteste «spontanee».Sardine pizzicate o, meglio, pescate. Quei bravi ragazzi che soltanto attraverso i post sulla community page di Facebook, organizzano le loro adunate sono stati sbugiardati dal senatore leghista Roberto Calderoli. «Finalmente la verità che già intuivamo viene a galla completamente, nero su bianco, certificando che le sardine sono un'emanazione del Pd, una loro creatura, senza il loro marchio perdente». Così Calderoli ha smascherato le sardine rendendo pubblica una mail che certifica come il movimento fondato da Mattia Santori & Co. fa parte della famiglia Pd visto che ne usa anche i mezzi.Infatti, la chiamata a raccolta per «l'incontro festoso contro la politica dell'odio» di venerdì scorso a Cremona, in piazza della Pace, è stata fatta dalle sardine locali usando la mail del Pd cittadino. La città, infatti, è amministrata dalla giunta guidata da Gianluca Galimberti, esponente dem rieletto quest'anno per il secondo mandato.Il raduno, programmato alcune settimane prima, aveva raccolto qualche migliaia di persone. Diventa così una certezza quello che sembrava essere il sospetto dei «maligni» o, peggio, di quelli «che hanno paura di noi».«Ecco la banale e scontata verità: le giovani e ingenue sardine altro non sono che i giovani del Pd. Non che ci fossero dubbi a riguardo, ma almeno da adesso si gioca a carte scoperte. Le sardine non sono il nuovo che avanza, sono il vecchio che conosciamo bene con le insegne del Pd che perde a ogni elezione...», ribadisce il senatore ed ex ministro. Ricordiamo che la prima manifestazione delle sardine al grido «Bologna non si lega» ci fu nel capoluogo felsineo lo scorso 14 novembre in contemporanea con l'arrivo di Matteo Salvini al Paladozza per sostenere la candidatura di Lucia Borgonzoni alla poltrona di governatore regionale. Ora sappiamo che, al di là degli slogan infarciti di buonismo e degli inviti a tutti coloro che condividono il desiderio di una nuova società basata su ideali come l'antirazzismo, l'antifascismo, il rispetto di tutti e di ciascuno, l'attenzione all'ambiente, la legalità, la promozione della pace, l'accoglienza e la fratellanza, slogal che peraltro Santori va ripetendo in ogni intervista, dietro c'è ormai la macchina da guerra del Pd.E pensare che nei giorni scorsi Santori, insieme agli altri tre fondatori Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni, aveva scritto una lettera a Repubblica per rivendicare la «libertà di non fare un partito». Il numero 1 del movimento, che ha già vietato agli altri di rilasciare interviste ai mass media senza il suo consenso, ai liceali del Lucrezio Caro di Roma ha ribadito che «il primo passo delle sardine sia stato quello di attivare i cittadini, riunirsi e discutere. Continueremo a fare delle domande alla politica, più avanti è possibile che riusciremo anche a fare delle proposte, ma questo dipende anche da come riusciremo a strutturarci». E riconoscendo di non essere neutrale «rispetto ai convenzionali schieramenti della destra e della sinistra», ha spiegato: «La maggior parte della gente che scende in piazza si riconosce in valori che sono storicamente più di sinistra che di destra inoltre negli ultimi anni le politiche e il linguaggio utilizzato dalla destra italiana, in particolare dalla Lega e da Fdi, sono totalmente in contrapposizione con il nostro messaggio». Il senatore Calderoli per ora ha smascherato le sardine, vedremo con il voto regionale del 26 gennaio in Emilia Romagna cosa accadrà.