2018-12-05
Le regole europee sui crediti marci hanno fatto più danni dello spread
ll differenziale tra il rendimento dei Btp e dei Bund sembra il primo dei nostri problemi. Ma in realtà la vendita imposta degli Npl ha causato alle banche perdite nemmeno paragonabili. Con grandi guadagni per qualcuno.Nel celebre film Johnny Stecchino, il traffico era la terza piaga che affliggeva la Sicilia, la più grave dopo l'Etna e la siccità. Della mafia nessuna traccia. Allo stesso modo, lo spread, come il traffico, da alcune settimane pare essere diventato il primo motore immobile di tutti i nostri problemi; dai tassi sui mutui, al risparmio delle famiglie, tutto va male, o così pare, a causa sua. Ma, dopo settimane di bombardamento mediatico tutto centrato sul temuto rialzo dei tassi sui mutui a causa dell'aumento dello spread, pare ci siano interessanti segni di risveglio. Si sta cominciando a fare luce su altre cause, nettamente più rilevanti ed impattanti rispetto allo spread.le leve commercialiMarginalità delle banche, in contrazione da anni a causa del livello storicamente basso dei tassi attivi e conseguente restringimento della forbice con i tassi passivi, come non manca di fare notare l'Abi negli ultimi rapporti mensili. A ottobre si era a soli 188 punti base, contro i 335 di fine 2007. Sempre a ottobre, il tasso di interesse medio su nuovi finanziamenti a famiglie per acquisto abitazioni era pari a 1,87%, contro 2,01% ad ottobre 2017 e 2,20% ad ottobre 2016. Le banche, in una situazione di buona liquidità, hanno usato i tassi attivi come leva commerciale.i crediti deterioratiPressione della Vigilanza della Bce affinché gli Npl, ossia i crediti deteriorati, giunti a sfiorare il 18% dei crediti al settore privato, scendessero rapidamente sotto al 5%. Tale pressione ha determinato una corsa a cedere tali crediti, vendendoli a pochi grandi operatori specializzati a prezzi oscillanti tra il 14% ed il 30% del valore nominale, a seconda della robustezza delle garanzie sottostanti. L'impatto sulla marginalità delle banche è tuttora devastante. Poiché crediti a imprese e famiglie sono pari a circa 4 volte il valore dei Btp in portafoglio alle banche, non è difficile immaginare che una perdita del 18% di quei crediti sia una cifra nettamente superiore a qualche miliardo di minusvalenza per l'incremento di 150 punti base di spread. Credit Suisse calcolava che un aumento dello spread di 100 punti base, erode il capitale Cet1 delle banche di 2,84 miliardi di euro. Si, avete letto bene: centinaia di miliardi contro qualche miliardo. Nel primo semestre 2016, all'indomani dell'introduzione del bail-in e della risoluzione di 4 banche, l'indice di borsa del settore scese del 60% circa, facendo calare di decine di miliardi di euro la capitalizzazione. la scadenza tltroSi avvicina la scadenza dei finanziamenti (Tltro) erogati alla Bce alle banche italiane nel settembre 2014 e marzo 2016 per circa 250 miliardi. Il rimborso di tali somme potrebbe costringere le banche a emettere obbligazioni a tassi crescenti. Se la Bce aprisse nuovamente i rubinetti, come appare probabile nei primi mesi del 2019, rientrerebbe anche questa eventuale fonte di tensione sui tassi. Lo scorso 28 novembre, Unicredit ha annunciato la collocazione di un bond per 3 miliardi di dollari al tasso del 7.20% e Carige ha confermato che il Fitd (Fondo interbancario tutela dei depositi) sottoscriverà un suo bond emesso al tasso del 13%. La narrazione che sia tutta colpa dello spread non può reggere. In ogni caso, la raccolta tramite obbligazioni era in calo a doppia cifra da almeno 5 anni.scoperta tardivaIntendiamoci: la relazione positiva tra spread e tassi attivi delle banche esiste. Ma essa, da un lato, è sottoposta a diverse condizioni e, dall'altro, ha tempi di trasmissione molto variabili e, soprattutto, relativamente lunghi. Si tratta di segmenti di mercato diversi, ma correlati, e i punti sopra elencati indeboliscono molto la forza della clava mediatica usata da larga parte dei media. Con tempistica che lascia dubbi, già da alcuni giorni tale narrazione, tutta incentrata sulla relazione monocausale spread/tassi sui mutui, aveva perso forza e anche Il Sole 24 Ore scopriva la dannosità, per i conti delle banche, della vendita a tappe forzate, imposta dalla Bce, dei crediti in sofferenza. Si tratta di scoperta, invero tardiva, che porta immediatamente a chiedersi: perché ora?La Bce ha chiesto, in nome di un'unione bancaria parziale, alle nostre banche di ridurre in fretta i crediti deteriorati, e gli specialisti internazionali del settore sono accorsi numerosi in un mercato drammaticamente sbilanciato a favore dei compratori. A nulla sono valse le perplessità di Banca d'Italia che faceva notare il danno arrecato alle banche italiane sia dalla vendita di fatto forzosa degli Npl e sia dallo strabismo della Bce che non poneva analoga e adeguata attenzione a titoli illiquidi particolarmente presenti nei bilanci delle banche tedesche e francesi («politiche generalizzate vendita Npl trasferirebbero risorse a danno banche italiane in favore investitori specializzati», scriveva Palazzo Koch su Twitter il 14 giugno 2017).chi fa il vero affare La stessa Banca d'Italia, in uno studio dello scorso aprile, sottolineava come la tesi di liberarsi in fretta degli Npl, al fine di aumentare la capacità di credito, non fosse del tutto fondata. Nel linguaggio felpato delle banche centrali era più di una sconfessione. Nel frattempo, le banche sono state costrette a vendere in 2 anni crediti deteriorati per 164 miliardi, a prezzi che consentiranno ai compratori di ottenere un rendimento del 10-12%; si stima che, a fronte di un costo medio di acquisto pari al 20% del nominale, questi operatori specializzati realizzino mediamente il 40%. Anche solo il 10% in più, ragionevolmente ottenibile con un realizzo meno affrettato, avrebbe significato 16,4 miliardi di minori perdite per le banche ma anche minori profitti per chi sta, peraltro legittimamente, banchettando. Numeri, al cui cospetto, i maggiori tassi sui bond sembrano schiuma sulla battigia. Numeri dietro i quali ci sono decine di migliaia di aziende, immobili, case, vite di persone che ora dovranno confrontarsi con creditori impazienti di recuperare i loro investimenti e contabilizzare i loro rendimenti a doppia cifra. A cascata, si intaseranno i tribunali e si deprimerà il mercato immobiliare. Di fronte a tutto questo, Danièle Nouy, capo della Vigilanza Bce, nei giorni scorsi esultava. Non esultavano gli azionisti delle banche.Riprendendo la celebre frase dello zio avvocato in Johnny Stecchino, sostenere che il problema delle banche è lo spread è fondato. Come sostenere che il problema di Palermo è il traffico.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)