2019-09-25
Le Ong diventano i traghettatori ufficiali
Che cosa ci sia di storico nell'accordo di Malta che dovrebbe favorire la distribuzione in Europa dei migranti sbarcati in Italia non è chiaro. Nonostante il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo abbia definito un passo avanti, che mai era avvenuto prima, il patto sottoscritto tra la nuova ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e alcuni suoi omologhi europei, lascia aperti non solo i porti, ma anche una serie di problemi. E a dirlo non è Matteo Salvini, che - come ieri ha detto il premier in tour (...)(...) a New York – potrebbe essere geloso, ma il sito di informazione fondato dall'ex presidente dell'Inps Tito Boeri Lavoce.info di certo non è sospettabile di tirare la volata al Capitano leghista e tanto meno lo si può accusare di guardare con sospetto il fenomeno migratorio, visto che non si contano gli interventi a favore degli extracomunitari. E tuttavia, pur ritenendo che gli stranieri siano una fonte di ricchezza per il nostro Paese (proprio come ha predicato Boeri quando era a capo dell'ente previdenziale su mandato di Matteo Renzi), ieri il sito ospitava un articolo dal titolo «Svolta a metà sull'immigrazione», in cui si sottolineavano «incertezze e ambiguità» dell'accordo. Vale dunque la pena di metterle in fila queste incertezze e ambiguità, perché sapendo che il problema dei cosiddetti profughi è il tallone d'Achille della nuova maggioranza, Conte e i suoi ministri fanno a gara a nasconderle. Cominciamo dal dire che l'intesa sbandierata dal governo come un successo storico, dovuto al nuovo approccio morbido con l'Europa, in realtà è scritta sulla sabbia delle buone intenzioni, perché è vero che nel patto si parla per la prima volta di rotazione dei porti di approdo delle navi delle Ong, ma la rotazione è volontaria. Tradotto: chi vuole ruotare ruota, ma se non vuole resta fermo, lasciando il porto chiuso all'immigrazione. Un po' quello che è successo in passato, quando all'epoca del governo Renzi venne annunciata un'intesa che avrebbe consentito la redistribuzione degli extracomunitari. Peccato che dopo aver presentato come un successo l'accordo, si scoprì che era più o meno carta straccia, perché il patto non prevedeva alcuna obbligatorietà e nemmeno contemplava sanzioni in caso di mancata applicazione. Il flop fu tale, che lo stesso Renzi ad un certo punto minacciò di bloccare il bilancio Ue, uno spauracchio che fu letteralmente ignorato dai nostri partner europei, i quali non si fecero certo intimidire.Ma oltre a questo, c'è anche dell'altro che ci spinge a non credere alla svolta storica di Malta e riguarda l'ambiguità dei punti sottoscritti. Prima questione: nell'accordo si parla di richiedenti asilo e non di tutti gli immigrati salvati in mare da navi delle Ong o della Marina militare. Il che farebbe pensare che una volta sbarcati, gli extracomunitari, prima di essere pronti per essere distribuiti nei Paesi che vorranno accoglierli, dovranno fare richiesta di asilo e qui casca l'asino, perché tutto ruota intorno alla definizione di profugo. Chi è considerato profugo dall'Europa? Chiunque arrivi e voglia essere accolto in un Paese appartenente alla Ue oppure soltanto coloro che hanno diritto alla protezione umanitaria? La questione non è marginale per un paio di motivi. Per accertare che una persona abbia diritto all'asilo serve tempo, qualche volta mesi o anni e prima che la pratica sia definita che cosa si fa? Chi lo mantiene l'aspirante profugo? L'Italia o la tenera Europa? E poi, una volta che l'extracomunitario è sbarcato e si stabilisce che non fugge da nessuna guerra o dalle persecuzioni, chi se lo prende o chi si fa carico di rispedirlo a casa? Già questo basta e avanza per capire che si tratta di un accordo che non si accorda su nulla e soprattutto che non si fa carico né dell'onere dell'accoglienza, né tanto meno chiarisce come risolvere il problema dei rimpatri dei clandestini, che poi sono la maggioranza degli immigrati.Non è finita. L'intesa di Malta, ossia la svolta storica che tanto piace a Conte, riguarda solo gli immigrati giunti con le navi delle Ong e con quelle militari e non i cosiddetti barconi. Visto che gli extracomunitari giunti a bordo delle organizzazioni umanitarie secondo la sinistra sono una minoranza, perché – come spiegavano i compagni quando il ministro era Salvini – gli immigrati arrivano con i gommoni o attraversando la frontiera in Friuli Venezia Giulia, che ne facciamo della maggioranza di stranieri che arriva in Italia? Li facciamo ruotare intorno alle stazioni o nel centro delle città? E poi, altra questione, accettando che le navi della Ong facciano la spola dall'Africa alle Coste italiane, non soltanto si svuota il decreto sicurezza varato dal Conte uno, ma si dà un incentivo all'esodo verso l'Italia. Ma forse è proprio questa la svolta di portata storica a cui allude il Conte due, il quale si sa – per uno strano sdoppiamento della personalità – non è mai d'accordo con la sua anima gemella