2025-03-10
Le femministe profanano la Madonna
Sullo stendardo del corteo a Napoli di «Non una di meno», tra le mani di Maria il cuore di Gesù è sostituito dalla pillola abortiva. A Roma ancora minacce di morte ai Pro Vita.Nello stendardo portato in corteo dalle femministe dell’associazione Non una di meno non c’era il cuore di Gesù nelle mani della Madonna ma una pillola abortiva con tanto di scritta «aborto libero». Stessa immagine sui santini distribuiti in strada con la scritta: «Proteggi chi abortisce e chi accompagna, chi una figlia non la vuole, chi non è sicura». Tutto normale nelle piazze transfemministe che sabato celebravano la Festa della Donna perché c’è la libertà di manifestazione, di parola e di autodeterminazione ma soprattutto di disprezzo verso i valori di chi la pensa diversamente, religione compresa, alla faccia dell’inclusività e della tolleranza «capisaldi» del movimento. Tutto però a senso unico perché per chi si sente offeso o osa criticare arriva la censura violenta. Infatti all’associazione Pro Vita & Famiglia che sabato aveva criticato lo stendardo, non solo è stato impedito da un gruppo di attiviste trans-femministe di tenere un incontro nell’università di Bergamo, ma a Roma hanno minacciato i pro-life con manifesti nei pressi della loro sede nazionale con una scritta inquietante: «Uccidi i Pro Vita». Il concetto è chiaro, libertà solo per chi vuole «un aborto libero dal pregiudizio, sicuro ed autodeterminato, un consultorio aperto e funzionante, e vuole togliere gli obiettori dal mondo» e guai a dissentire sul pensiero delle attuali femministe tutta ideologia e poca lotta per i diritti. Segnali preoccupanti del crescente clima di odio, censura e violenza fomentati da media e gruppi politici di sinistra, che legittimano e alimentano il fanatismo ideologico di certi movimenti. Per i Pro Vita però quello stendardo è un’offesa alla fede, alla cultura cristiana, alla maternità stessa e hanno denunciato il gesto proprio come «un atto di vilipendio della religione», annunciando la possibilità di un’azione legale per tutelare i credenti e contrastare questa che definiscono «una deriva blasfema e ideologica». «Adesso basta silenzi e complicità», afferma il presidente Antonio Brandi, «quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione di come chi difende la vita e la famiglia in Italia debba subire un’intimidazione costante, tra attacchi fisici, vandalismo e censura violenta. Chiediamo a tutte le forze politiche di condannare senza ambiguità questa escalation di odio e violenza e al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere chi si batte pacificamente per la dignità umana».Anche il cardinale di Napoli, Domenico Battaglia ha preso posizione invitando a non disprezzare la fede altrui: «La rappresentazione della Vergine Maria alla quale è stato sostituito il cuore con una pillola abortiva è stata percepita da tanti come un’offesa alla fede e ai valori più profondi che animano la vita di milioni di persone» ha scritto il monsignore. «Viviamo in una società democratica, in cui la libertà di espressione è un diritto fondamentale e inviolabile. Tuttavia, ogni diritto porta con sé anche una responsabilità: quella di esprimersi senza ledere la sensibilità degli altri, senza ferire ciò che per molti è sacro. Il tema dell’aborto è complesso e doloroso. Dinanzi ad esso, come Chiesa avvertiamo il dovere di annunciare il Vangelo della Vita con parole chiare oltre che con gesti concreti di vicinanza a chi è nella difficoltà. A tutti, credenti e non credenti, rivolgo una disponibilità: la Chiesa partenopea è disposta sempre ad incontrare e dialogare con tutti, ma l’incontro e il dialogo non si nutrono di ferite e contrapposizioni, ma di ascolto e rispetto. Solo così potremo crescere come società, cercando insieme ciò che è vero, giusto e buono per tutti».
Jose Mourinho (Getty Images)