2020-02-29
Le Borse crollano in tutto il mondo. E il debito Usa diventa porto sicuro
Wall Street segue la scia ribassista dell'Europa, però la Casa Bianca invita alla calma. Ma i democratici parlano di sottovalutazione: vedono una chance per cacciare il presidente. La Fed non tocca i tassi.Chi accetta di correre rischi può acquistare ora per rivendere quando il panico sarà scemato. Interessanti banche, Paesi emergenti, titoli industriali ma anche l'Italia.Lo speciale contiene due articoli.La febbre da Covid-19 resta alta in Borsa. A Piazza Affari, pur non chiudendo sui minimi di giornata, l'indice Ftse Mib ha perso un altro 3,58 % zavorrato dal comparto delle utility e soprattutto dall'Eni che, nel giorno del piano strategico, ha lasciato sul terreno più del 5% toccando i minimi dal 2000. In Italia il virus ieri ha contagiato soprattutto lo spread tra Btp e Bund che è schizzato in avvio oltre i 180 punti, dalla chiusura a 161 punti di ieri, per poi calare a 174. Il differenziale ha comunque raggiunto i massimi da circa sei mesi, rivedendo i livelli di fine agosto, nel pieno della crisi del governo giallo-blù e alla vigilia della formazione del Conte bis.In profondo rosso ieri sono rimaste anche Parigi (-3,4%), Francoforte (-3,8%) e Londra (-3,4%). Il bilancio settimanale per tutti i principali listini europei è di un calo intorno al 12-13%. Ma i campanelli d'allarme più preoccupanti arrivano da Wall Street dove dopo la seduta da incubo di giovedì anche ieri la febbre ha fatto aprire in forte ribasso il Dow Jones e il Nasdaq che poi hanno ridotto le perdite a metà seduta dopo l'appello alla calma lanciato da Washington (attorno alle 19 ora italiana di ieri i due indici stavano cedendo rispettivamente il 2 e l'1,5%) . L'indice tecnologico è riuscito addirittura a girare brevemente in positivo. «È una situazione seria, ma non credo che la caduta dei mercati finanziari avrà degli effetti di lungo termine», ha infatti detto ieri Larry Kudlow, consigliere economico della Casa Bianca accusata in questi giorni dai democratici di non prepararsi a sufficienza per una possibile epidemia di coronavirus. Sulla copertina del prossimo New Yorker campeggia un Donald Trump con la mascherina sugli occhi anziché su naso e bocca. Tanto che il capo dello staff, Mike Mulvaney, ha accusato i media di gonfiare l'emergenza coronavirus proprio per danneggiare Trump. «La ragione per cui vedete che c'è così tanta attenzione è che pensano che è così che faranno cadere il presidente, è di questo che si tratta», ha detto ieri a un forum di conservatori. Il tema è anche politico: in piena campagna elettorale Trump cerca di gettare acqua sul fuoco. Predicando calma e gesso sui mercati. Ma il rebus finanziario è un altro: dove verrà investita la massa di liquidità che circola sul mercato a caccia di un parcheggio sicuro? E come si muoveranno le grandi banche d'affari? Jp Morgan ha chiamato proprio in questi giorni un italiano, Filippo Gori, a guidare la sua divisione Asia Pacifico con il compito di sviluppare e supervisionare la strategia e le operazioni della banca in 17 mercati della regione asiatica. Goldman Sachs ha tracciato uno scenario dell'impatto dell'epidemia sull'economia globale, da cui emerge che nell'ipotesi più ottimista (ovvero se i nuovi contagi rallentano nettamente entro la fine del primo trimestre) la crescita annuale dovrebbe tornare al suo livello di base entro la fine dell'anno. Gran parte delle aziende americane esposte con la Cina (dalla Apple a Nike, passando per i grandi retailer Usa) ha già rivisto le stime per il 2020 e si prevede un impatto sui conti a partire dal secondo trimestre. I timori che la crisi possa colpire le multinazionali americane dopo un lungo periodo di utili e le quotazioni azionarie alle stelle impone una ricomposizione dei pesi in portafoglio. I fondi pensione e le società di assicurazioni di Giappone ed Europa si alleggeriscono di bond domestici e indirizzano gli investimenti a lunga scadenza verso porti più sicuri, come appunto quello del debito governativo americano, un mercato da 22.000 miliardi di dollari. Alcuni investitori stanno iniziando anche a confrontare la rotta di questa settimana con i crolli del mercato azionario del passato. Per Peter Dixon, economista della Commerzbank, il calo è stato più simile al crollo del 2000 che alla crisi finanziaria globale del 2008-2009, innescata dal fallimento di Lehman Brothers. «Nella crisi finanziaria stavamo reagendo a ciò che stava realmente accadendo in tempo reale», ha dichiarato Dixon. Mentre «è pressoché impossibile per investitori e analisti fare previsioni sensate su ciò che potrebbe accadere con l'epidemia, stiamo navigando alla cieca». In molti sperano che arrivi un «vaccino» dalle Banche centrali. Il presidente della Federal reserve bank di St. Louis, James Bullard, non esclude che l'epidemia di coronavirus possa costringere la Fed a tagliare i tassi di interesse, ma per ora il banchiere non ritiene necessario ridurre il costo del denaro. In Europa a parlare ieri è stato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, puntualizzando che non c'è bisogno di prendere immediate misure di politica monetaria. Tuttavia Weidmann ha ammesso che l'economia tedesca potrebbe mancare le previsioni di crescita fatte a dicembre. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-borse-crollano-in-tutto-il-mondo-e-il-debito-usa-diventa-porto-sicuro-2645337999.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="azioni-giu-e-il-momento-di-comprare" data-post-id="2645337999" data-published-at="1758062006" data-use-pagination="False"> Azioni giù: è il momento di comprare Non c'è che dire. Le tensioni di queste ultime settimane, non solo quelle legate al coronavirus, si stanno facendo sentire sui mercati. Dopo un 2019 costituito da alti e bassi, sembrava che il 2020 fosse iniziato con un piede decisamente migliore, ma l'arrivo dell'epidemia ha di nuovo sparigliato le carte. Cosa aspettarsi dunque in Borsa in futuro? Prima di tutto è lecito attendersi flessioni dovute al calo degli utili aziendali. «In questo scenario, sono possibili revisioni al ribasso dei profitti del 5-10%, che aprirebbero alla possibilità di un altro anno a crescita zero degli utili aziendali (dopo il dato marginalmente negativo del 2019, ndr)», spiega Andrea Delitala, responsabile del team euro multiasset di Pictet am. Il problema è che questo ha di fatto allungato le tempistiche di un recupero sui listini azionari. «I mercati hanno velocemente rielaborato lo scenario più probabile degradandolo da un andamento a V (calo, ma rapido recupero, ndr) della crescita a un percorso a forma di U dove intensità e durata del rallentamento sono al momento incerti perché si tratta di scommettere su estensione e successo delle misure di contenimento del coronavirus». Chi cerca rendimenti, dunque, ha una sola arma a disposizione. Rischiare un po' di più. «In questo quadro», spiega l'esperto di Pictet am, «un aumento del premio per il rischio è la norma». La prima mossa da fare, spiega Delitala, è puntare sui mercati europei e su quelli emergenti. «Paradossalmente l'azionario italiano potrebbe essere il primo a reagire positivamente dopo una settimana fortemente negativa. Inoltre, i mercati emergenti hanno vissuto una settimana nella quale, pur soffrendo marginalmente, non sono stati più nell'occhio del ciclone». Quando i listini soffrono, inoltre, per molti esperti può essere anche un'opportunità per comprare buoni titoli a costi contenuti. C'è anche chi «sfrutta il panico come opportunità di acquisto: le nostre analisi», spiega Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di Banor capital, «evidenziano costantemente le società di più alta qualità ma spesso ci dicono che alcune di queste sono troppo care (per via di un prezzo salito troppo, ndr). Giornate come queste vanno considerate come saldi di fine stagione: il momento giusto per fare acquisti di capi di marca». Insomma, i gestori sentiti dalla Verità consigliano di cavalcare questa ondata in Borsa. Comprare oggi, quando i titoli hanno segno meno, potrebbe fare la differenza quando la crisi sui listini potrebbe finire. Certo, questo significa venire a patti con la propria volontà di prendersi qualche rischio. «La nostra previsione è che se un tale livello di vendite dovesse perdurare fino a raggiungere un ulteriore 5%/7% di correzione dai livelli attuali, si presenterebbe un'interessante porta d'ingresso per aumentare l'esposizione azionaria», spiega Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik. «La nostra Borsa, così come quelle europee, viene da performance interessanti nel 2019», dicono Antonio Amendola e Giacomo Tilotta, gestori Italia di Acomea sgr, «Performance che però hanno favorito alcuni settori - utilities e beni di consumo - a scapito di altri più legati al ciclo economico come industriali e banche. Questa polarizzazione ha portato gli operatori a preferire quei titoli che si comportano come i bond (quindi con un andamento costante e meno volatile, ndr)», spiegano i due esperti. «Al contrario, oggi, i settori ritenuti perdenti degli ultimi tempi, dopo una iniziale svendita generale, presentano due vantaggi: beneficiano del fatto di essere poco detenuti e amplificano le occasioni di acquisto a buon mercato». Serve dunque un po' più di ottimismo sul lungo periodo. Gli attuali cali potrebbero essere forieri di buoni affari. «Quello che sta succedendo sui mercati», ricorda Salvatore Gaziano, consulente finanziario indipendente di Soldiexpert, «non è la prima volta che accade e un analista finanziario americano, Edward Yardeni, ha contato solo dal 2009 almeno 66 attacchi di panico ovvero motivi per cui occorreva scappare dal mercato che nel frattempo è triplicato di valore, ultimo ribasso compreso».