2021-09-03
Le agenzie Ue caute sulla terza dose
Da noi si parte a ottobre con i fragili. Per Ema ed Ecdc «non è urgente», ma consigliata a immunodepressi e anziani. Moderna chiede il permesso per il «booster» a sei mesiPrima che il governo Draghi annunciasse per fine settembre l'avvio della somministrazione della terza dose ai soggetti più fragili, l'Agenzia europea del farmaco e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in mattinata, hanno diramato una nota congiunta che ha di fatto messo un paletto all'utilizzo dei booster, senza però ancora fare chiarezza su quanto duri per ogni singola persona che ha già ricevuto due dosi (o il monodose J&J) la copertura del vaccino.«Sulla base delle prove attuali, non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo alle persone già completamente vaccinate nella popolazione generale», hanno scritto l'Ema e l'Ecdc a seguito di un rapporto tecnico pubblicato dallo stesso Centro europeo nel quale si rileva invece la necessità di una dose di richiamo per «le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito». Le prove sull'efficacia del vaccino e sulla durata della protezione, viene aggiunto, «mostrano che tutti i vaccini autorizzati nella Ue sono attualmente altamente protettivi contro l'ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte legate al Covid-19», evidenziano le due agenzie europee. Ma gli esperti spiegano che «è importante distinguere tra dosi di richiamo per le persone con un sistema immunitario normale e per quelle con un sistema immunitario indebolito». Negli individui immunodepressi, «alcuni studi riportano che una dose aggiuntiva di vaccino può migliorare la risposta immunitaria» e tale opzione dovrebbe dunque «essere presa in considerazione già ora». «Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva, come misura precauzionale, agli anziani fragili, in particolare quelli che vivono in ambienti chiusi come i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine». L'Ema, prosegue la nota, sta attualmente esaminando «i dati sulle dosi aggiuntive» e valuterà i «dati pertinenti». Nel frattempo, però, «gli Stati membri possono prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di richiami e dosi aggiuntive».Da Bruxelles un portavoce della Commissione europea ha subito fatto sapere che in caso fosse necessaria una terza dose di vaccino anti-Covid l'Ue «è preparata», perché «ha concluso un contratto da 1,8 miliardi dosi con Pfizer e Biontech per il 2021, 2022 e il 2023». L'accordo, è stato aggiunto, «ci rende pronti sia nell'eventualità della comparsa di nuove varianti, sia in caso ci fosse bisogno di un richiamo, sia se nuovi gruppi sociali, per i quali oggi non è prevista la vaccinazione, dovessero richiederla». Sempre ieri, Moderna ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà i dati relativi alla terza dose del vaccino anti Covid-19 all'ente regolatorio dei farmaci degli Stati Uniti, la Food and drug administration (Fda), all'Ema e a quelli di altri Paesi di tutto il mondo. La documentazione consiste nello studio di fase 2 sul suo vaccino a Rna messaggero, mRna-1273, integrato con l'offerta di una dose di 50 microgrammi di richiamo di mRna-1273 ai partecipanti, 6 mesi dopo il secondo shot. I dati, rileva Moderna in una nota, indicano che la dose di richiamo «ha aumentato significativamente i titoli neutralizzanti al di sopra del benchmark di fase 3». Un'ulteriore analisi, prosegue la nota, ha mostrato che una dose di richiamo di mRna-1273 di 50 microgrammi «ha indotto robuste risposte anticorpali» di oltre 40 volte contro la variante Delta, di 32 volte contro la Beta e di 43,6 volte contro Gamma.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.