2019-10-29
L’avvocato ormai è sommerso dalle grane
Il presidente del Consiglio per caso ha cominciato a realizzare che, se dovesse uscire da Palazzo Chigi, non ci rientrerebbe più. Ma con gli assalti di Matteo Renzi e Luigi Di Maio, Matteo Salvini arrembante, i guai sugli 007 e, ora, le ombre d'Oltretevere il foglio di via si avvicina.Credo che Giuseppi abbia sbagliato canzone. Ieri, commentando i risultati del voto in Umbria, il presidente del Consiglio ha scelto dal repertorio di Domenico Modugno un famoso brano, dal titolo Meraviglioso. Ma, forse, per lui sarebbe stato più appropriato Volare. Infatti, le strofe del successo di 60 anni fa si adattano meglio alla situazione che riguarda lui e il suo governo. «Penso che un sogno così non ritorni mai più. Mi dipingevo le mani e la faccia di blu. Poi d'improvviso venivo dal cielo rapito. E cominciavo a volare nel cielo infinito. Volare, oh oh oh». Ecco, il premier si trova proprio nella situazione descritta dal grande cantante, con una sola differenza, non si è dipinto le mani e la faccia di blu ma di rosso, accettando per convenienza di passare da un colore all'altro senza soluzione di continuità. Risultato, a poche settimane dalla nascita del nuovo esecutivo, pensiamo che un sogno come quello capitato al professore di Volturara Appula «non ritorni mai più» ed egli ne sia ben conscio. Nel caso fosse costretto a mollare Palazzo Chigi difficilmente potrebbe rientrarvi. E dunque, la preoccupazione di Giuseppi è «di essere dal cielo rapito e di volare lontano nel cielo infinito». Insomma, le strofe di Modugno si attagliano alla perfezione a quello che sta succedendo a Conte, presidente del Consiglio per caso, che dopo essersi reso conto di aver vinto alla lotteria della politica, adesso non vuole che nessuno gli strappi tra le mani il biglietto.Purtroppo però sul governo, nonostante sia appena nato, già si addensano nubi cariche di cattivi presagi. E non solo perché la maggioranza ogni giorno traballa, un po' perché gli italiani appena ne hanno l'occasione dimostrano di non gradire l'alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle (e le elezioni umbre ne sono la testimonianza), ma anche perché la maggioranza è scossa da una serie di conflitti di interessi che la minacciano quotidianamente. Il primo e più pesante è quello che riguarda Matteo Renzi, ex segretario del Pd ed ex premier, un personaggio in cerca d'autore e soprattutto di voti e di potere. Il fondatore di Italia viva è abbastanza cinico e spregiudicato da usare qualsiasi cosa, anche Giuseppi, pur di conquistare un titolo e un quarto d'ora di visibilità. Dunque non perde l'occasione per rimarcare le distanze con l'esecutivo e approfitta di ogni cosa, sconfitte comprese, per addossare ad altri - in questo caso il presidente del Consiglio - le sconfitte. Il futuro, immaginiamo, riserverà a Conte anche un trattamento peggiore da parte di Renzi. Dunque, per il premier si mette male, costretto com'è a giocare sulla difensiva.Ma il capo del governo non deve guardarsi le spalle solo da sinistra. Infatti, anche alla sua destra - ammesso e non concesso che i 5 stelle possano stare a destra - ha un problema grande come Luigi Di Maio. Il capo politico grillino, al pari di Renzi, è in cerca di voti e d'autore, perché con la crescita di Giuseppi, che Beppe Grillo ha fatto ascendere nell'Olimpo degli elevati, il ruolo del ministro degli Esteri è un po' appannato. Dunque anche Di Maio si darà da fare per conquistare visibilità e lo farà - ne siamo certi - a scapito del premier.Oltre a queste due vere e proprie spine nel fianco, che si aggiungono allo scarso gradimento verso il governo da parte degli elettori, Giuseppi ha però altri due macigni che rischiano di cascargli sulla testa. Il primo è quello di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi, ovvero l'inchiesta penale americana sui depistaggi del Russiagate, un affare di spie e politica che ha un risvolto italiano. Conte davanti al comitato che vigila sui servizi segreti ha giurato che i nostri 007 non sono invischiati con questa faccenda, ma da Washington arrivano notizie diverse, e dunque il premier potrebbe trovarsi in una situazione imbarazzante, che potrebbe coinvolgere anche esponenti dei passati governi, personaggi e interpreti che magari ora sono alleati di governo.Non solo: c'è un'altra brutta rogna per il presidente del Consiglio ed è un'operazione immobiliare altamente speculativa fatta dal Vaticano. Una brutta storia, finita con molti milioni spariti. Del caso si era già occupata La Verità, e i giornali avevano preferito insabbiare la questione senza dare evidenza a una consulenza svolta da Giuseppe Conte. Domenica a incaricarsi di accendere un faro sulla questione è stato nientepopodimeno che il Financial Times, ossia la bibbia dei quotidiani finanziari europei. Così, per il povero Giuseppi i guai cominciano a diventare davvero tanti. Renzi, Di Maio, il Russiagate, ora la spinosa faccenda del palazzo comprato a Londra dagli speculatori della Santa Sede. Infine c'è sempre Salvini che lo martella ogni giorno, e da ieri - dopo che ha conquistato l'Umbria - ancora di più. Alla fine si capisce perché pensi a Modugno. «Poi d'improvviso venivo dal cielo rapito. E cominciavo a volare nel cielo infinito. Volare, oh oh oh». Forse è proprio questa la soluzione. Bye bye, Giuseppi.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)