2024-01-10
Senza il reddito M5s è caccia al lavoro. Occupati cresciuti di mezzo milione
Circa 400.000 persone per paura dei controlli non chiedono più il sussidio. Resta il problema della produttività e dei bassi salari.A novembre 2023 l’Istat ha registrato un calo della disoccupazione e un aumento dell’occupazione rispetto allo stesso mese del 2022 di 520.000 unità. Sicuramente una buona notizia, ma va considerato che l’effetto è dato in gran parte dalla fine del reddito di cittadinanza che ha spinto molti cittadini a rimboccarsi le maniche e cercare un lavoro. Quello che in effetti è successo è che circa 400.000 italiani (450.000 sono invece passati all’assegno di inclusione) hanno preferito non chiedere alcun sussidio per non rischiare controlli e dunque sanzioni legate ad una presentazione di un’autocertificazione falsa. D’altronde la pena per chi fa il furbo è tutt’altro che leggera: da due a sei anni per chi presenta documenti falsi al fine di intascarsi il reddito di cittadinanza. Non è, infatti, un caso se ad aumentare sono stati anche gli inattivi, fenomeno in parte legato a persone che hanno perso il reddito di cittadinanza e che non trovano lavoro (non tutti gli ex sussidiati infatti si sono messi alla ricerca). Fatta questa premessa, a novembre la disoccupazione è calata del 7,5% mentre l’occupazione su base mensile è cresciuta di 30.000 unità (+0,1%). Il tasso di occupazione è rimasto invariato al 61,8%. Su base annuale, invece, 520.000 unità equivalgono a un incremento di 551.000 dipendenti a tempo indeterminato e 26.000 autonomi, mentre il numero dei dipendenti a termine è inferiore di 57.000 unità. In totale a novembre dell’anno scorso l’Istat ha registrato 23,7 milioni di occupati. Come spiega su X Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt, a novembre si è quindi toccato il record storico sia per l’occupazione maschile, che per quella femminile. Nel primo caso, su base mensile, l’aumento è stato di 7.000 persone, mentre a livello annuale l’aumento è stato di 263.000 unità. Per le donne, a novembre la crescita è stata di 24.000 unità e rispetto al 2022 di 258.000 professionisti. Proprio sul tema degli inattivi, invece, emerge con importanza il fenomeno del reddito di cittadinanza. Il numero di disoccupati è infatti calato a novembre dell’anno scorso di 66.000 unità, ma con un numero di inattivi in aumento a 48.000 individui. Si tratta in gran parte di persone che, senza il Rdc, non sono riuscite a trovare una occupazione.Sempre secondo Seghezzi di Adapt, un segnale positivo di controtendenza per il mondo del lavoro italiano è che a novembre 2023 sono aumentati unicamente i lavoratori dipendenti, con una crescita di 23.000 occupati per quelli permanenti e di 15.000 per quelli a termine (che non salivano da agosto). Inoltre, va aggiunto che, su base annua, gli occupati a termine stanno continuando ad essere in calo (-57.000), mentre la totalità dei nuovi occupati è data perlopiù da occupati permanenti (+551.000). Tutto bene? Certamente caduto il vecchio reddito M5s non sono scomparsi i problemi endemici dell’economia e del mondo del lavoro italiano che partono dalla scarsa produttività e arrivano come conseguenza ai bassi stipendi che non crescono di certo come vorrebbe la sinistra con il salario minimo. Sul fronte dell’occupazione giovanile, è aumentato il tasso di inattività sia nella fascia 15-24 anni che in quella 25-34. In quest’ultima, però, è diminuito (dopo mesi di crescita) il tasso di occupazione di 0,2%. Positivo il leggero aumento del tasso di occupazione per le fasce 35-49 anni e 50-64 anni.I dati sono incoraggianti anche su base trimestrale e anche in questo caso si nota che chi non ha aderito al sussidio si è messo a cercare una occupazione. Ponendo a confronto il trimestre settembre-novembre 2023 con quello precedente (da giugno ad agosto), emerge un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 130.000 occupati. Ieri anche l’Eurostat ha diffuso i dati sul mercato del lavoro del Vecchio Continente. Il tasso di disoccupazione nell’Eurozona è sceso di 0,1 punti a novembre rispetto a ottobre, attestandosi al 6,4%, il livello più basso della storia nonostante una economia europea non in salute. Si tratta del dato più basso da quando l’ufficio statistico ha iniziato a compilare questa serie: aprile 1998.