2024-07-26
L’attentato a Mosca è una faida tra 007 russi
L’uomo accusato di aver messo la bomba nell’auto di Andrej Torgashov è un ufficiale dell’intelligence del Cremlino. Probabile una vendetta Il militare era anche nel mirino degli Stati Uniti per hacking. Ma ciò non gli ha impedito di volare tranquillo in Turchia dopo l’attacco.Tra le teorie c’è quella nella quale si racconta che l’attentatore Evgenij Serebrjakov, potrebbe essere implicato nell'attentato con esplosivo a Mosca che ha causato la morte di Daria Dugina, figlia del noto ideologo nazionalista Aleksandr Dugin.Lo speciale contiene due articoliLa storia che vi raccontiamo oggi è forse la più incredibile degli ultimi due anni. E siccome c’è di mezzo la Russia, ne potrebbe arrivare un’altra ancora più grossa. Veniamo ai fatti. Nei giorni scorsi vi abbiamo dato la notizia di un attentato avvenuto a Mosca alle 6.30 del mattino, nel quale due persone erano rimaste ferite. Secondo le prime ricostruzioni, a saltare in aria con la loro Toyota Land Cruiser erano stati Andrej Torgashov, vicedirettore del Centro di comunicazione satellitare militare del Servizio segreto militare russo (Gru) e sua moglie Maja Torgashova. Dopo qualche ora, è arrivata la notizia che la coppia aveva chiamato giornali e televisioni per dire che erano vivi e vegeti e che non c’era alcun problema, tanto che l’agenzia Interfax aveva avanzato l’ipotesi che la Toyota sotto la quale era stato piazzato mezzo chilo di tritolo era probabilmente di un collega omonimo di Torgashov, che però non aveva nulla a che fare con l’Unità di comunicazione satellitare del Gru. Una volta andati in stampa, abbiamo appreso che poco dopo l’attentato la madre di Torgashov, disperata e in lacrime, è arrivata sul luogo dell’esplosione. La scena, descritta dai reporter di Argumenty i Fakty che l’hanno anche fotografata, è stata drammatica. La donna, riconosciuta immediatamente dagli agenti di polizia, tra i singhiozzi ha chiesto: «Come sta Andrej?». La polizia l’ha aiutata, pagandole persino il tassista dato che lei non aveva il resto necessario. «Va tutto bene, va tutto bene», ha ripetuto ai vicini che le chiedevano delle condizioni del figlio. Andrej, infatti, era già stato sottoposto a un intervento chirurgico e la sua vita non era più in pericolo, nonostante le gravissime ferite alle gambe (che gli sarebbero state amputate), mentre della moglie si sa solo che sarebbe rimasta ferita al volto. Sempre ieri vi abbiamo anche raccontato che la polizia russa e quella turca hanno catturato l’uomo ritenuto responsabile dell’attacco, che era giunto in Turchia con un volo Mosca-Bodrum delle 9.40. Il suo nome? Evgenii Serebryakov, un cittadino russo che ha stranamente scelto la Turchia come Paese dove fuggire, quando gli bastava andare in Ucraina per scomparire nel nulla. La vicenda ci è parsa quantomeno singolare, e così abbiamo fatto qualche ricerca. Quello che abbiamo scoperto potrebbe essere la trama di una serie televisiva. Evgenii Mikhailovich Serebryakov, classe 1981, già ufficiale presso la Direzione principale del Gru, assegnato all’Unità 26165 che si occupa di disinformazione, è da tempo negli archivi dell’Fbi che ha emesso un mandato di cattura per «cospirazione per commettere frode informatica, cospirazione per commettere frode telematica, furto di identità aggravato, e cospirazione per commettere riciclaggio di denaro». Oltre a lui una giuria federale del distretto occidentale della Pennsylvania, il 3 ottobre 2018, ha chiesto l’arresto anche di sei complici, identificati in Aleksei Sergeyevich Morenets, Ivan Sergeyevich Yermakov, Artem Andreyevich Malyshev, Dmitriy Sergeyevich Badin, Oleg Mikhaylovich Sotnikov e Alexey Valerevich. E di cosa sono accusati? Attività di hacking informatico che vanno dal 2014 a maggio 2018, comprese le intrusioni informatiche della United States anti-doping agency, della World anti-doping agency e di altri enti vittime durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi estive del 2016, e anche in seguito.A parte essere russi, cos’hanno in comune questi uomini oltre alla passione di rubare segreti? Sono tutti ufficiali del Servizio segreto militare russo. La Russia è un Paese enigmatico, dove realtà e finzione si mescolano in un puzzle completo solo all’apparenza. E l’ultimo capitolo di questo thriller geopolitico riguarda proprio Serebryakov. Per cercare di capire cosa sta accadendo abbiamo chiesto un’opinione a Lara Ballurio, giornalista e analista specializzata in Russia e Asia centrale: «Le accuse dell’Fbi contro di lui includono frode informatica e furto di identità; tuttavia sorprende il silenzio delle istituzioni e dei media russi, americani e turchi sul fatto che Serebryakov sia ricercato dall’Fbi: si tratta di un caso straordinario di omonimia con una sorprendente somiglianza fisica o, più probabilmente, di un’altra operazione di dezinformacija russa? Ma allora perché il resto del mondo tace? All’interno del Gru le rivalità sono comuni. L’idea di un regolamento di conti è plausibile: l’ufficiale Torgashov potrebbe essere l’ultima vittima di queste lotte intestine, dove la linea tra amico e nemico è sottile. Tuttavia, senza evidenze specifiche, si rischia di cadere nelle congetture». Ma c’è altro che non convince. «Rimane poi la questione del viaggio in Turchia. Come ha fatto un ricercato dell’Fbi a imbarcarsi su un volo internazionale? Un enigma degno delle migliori operazioni di spionaggio. Fino all’altro ieri Serebryakov era ricercato dagli Usa, oggi per l’Fbi è come se non esistesse. La Russia è un eterno gioco di ombre, dove niente è come sembra e ogni risposta genera nuove domande. Continuano a tessere la loro intricata rete, lasciandoci con un misto di interesse e inquietudine. Non sorprenderebbe se domani la narrazione cambiasse ancora, nonostante la capacità straordinaria delle immagini di palesare i fatti».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lattentato-a-mosca-e-una-faida-tra-007-russi-2668816694.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="l-attentatore-e-lo-stesso-di-daria-dugina-figlia-di-dugin" data-post-id="2668816694" data-published-at="1721951162" data-use-pagination="False"> L'attentatore è lo stesso di Daria Dugina, figlia di Dugin La vicenda del misterioso attentato avvenuto a Mosca lo scorso 24 luglio ai danni di Andrej Torgashov vicedirettore del Centro di comunicazione satellitare militare del servizio segreto militare russo (Gru), e di sua moglie Maja Torgashova è diventato un vero giallo internazionale. Dopo aver ostinatamente negato che le vittime fossero loro due è emerso che i coniugi Torgashov erano a bordo della Toyota Land Cruiser sotto la quale è stato piazzato un ordigno con mezzo chilo di tritolo. Andrej Torgashov è stato operato e a seguito delle gravi ferite riportate, gli sono state amputate parzialmente le gambe mentre la moglie ha riportato ferite al volto.Tra le molte teorie che si leggono in queste ore sulla stampa russa c’è quella nella quale si racconta che l’attentatore Evgenij Serebrjakov, potrebbe essere implicato nell'attentato con esplosivo a Mosca che ha causato la morte di Daria Dugina, figlia del noto ideologo nazionalista Aleksandr Dugin. Dugina è stata uccisa quando una bomba è esplosa nella sua auto: stesso modus operandi. Alcuni media russi all’epoca ( 20 agosto 2022), hanno attribuito l'attacco a "terroristi ucraini" ma i colpevoli non sono mai stati trovati tanto che non sono pochi a ritenere che era lo stesso Aleksandr Dugin personaggio divisivo anche all’interno della Russia, l’obbiettivo dell’attacco. Dell’attentatore Evgenii Serebriakov ex agente del GRU ricercato dall’FBI dal 2018 per spionaggio, circolano diverse fotografie e dei video e si tratta di un chiaro tentativo di confondere le acque, e molto probabilmente anche di evitare che si parli della guerra interna al servizio segreto militare (GRU) che a sua volta è in eterna competizione con l’FSB potentissimo servizio segreto della Federazione russa. Ignoti (e resteranno tali) i motivi per i quali Evgenii Serebriakov ha messo una bomba sotto l’auto di Andrej Torgashov del quale ovviamente conosceva le abitudini mattutine. La autorità di Mosca hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta, tuttavia, visto come vanno le cose nelle aule di giustizia a quelle latitudini è bene non farsi troppe illusioni. In realtà l’intelligence russa attraversa un momento di profonda crisi dato che non ha saputo prevedere la portata di quanto sarebbe successo con l’invasione dell’Ucraina, inoltre ha fin qui fallito nel contrasto del terrorismo islamico come si è visto lo scorso 22 marzo a Mosca con l’attentato dell’Isis (120 morti e centinaia di feriti), alla Crocus City Hall. Senza dubbio, la Russia è un gioco perpetuo di ombre, in cui nulla è come appare e ogni risposta suscita ulteriori quesiti. I russi continuano a intrecciare la loro complessa rete, lasciandoci con una combinazione di curiosità e ansia. Non sarebbe sorprendente se la narrazione cambiasse ancora domani, nonostante l'eccezionale capacità delle immagini di rivelare la verità.
Kim Jong-un (Getty Images)
iStock
È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
Continua a leggereRiduci
Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)