
L'imprenditore Antonio Moretti Cuseri, sotto inchiesta delle Fiamme gialle, si adoperò con cene e pressioni in Toscana per sostenere la candidatura del ministro. Al quale voleva rivolgersi per ammorbidire le indagini su di sé.(...) quel momento l'imprenditore è impegnatissimo nel sostenere la campagna elettorale dell'allora ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, grazie al quale sperava, come abbiamo già raccontato, di provare ad ammorbidire i controlli delle Fiamme gialle. Gli investigatori stanno cercando di capire se ci sia riuscito, anche se al momento non ci sono evidenze in tal senso. Eppure Moretti Cuseri si è speso molto, con regali, buffet elettorali, ma soprattutto si è impegnato nel cercar voti, affiancato nell'operazione da Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale ai Trasporti della Toscana, e da Anita Bruni Francesconi, candidata al Senato per Forza Italia. Moretti li sguinzaglia entrambi. La cosa non deve stupire, visto che negli anni scorsi la stessa Bruni era stata sentita in Procura a Firenze su un accordo che Pdl e Pd avrebbero siglato nel 2008 sotto la regia di Denis Verdini, per una sorta di desistenza, in base al quale il Pdl non avrebbe presentato candidature forti alle elezioni, in cambio di nomine in Mps, nelle controllate e nelle municipalizzate. E 10 anni dopo la Bruni si è data un gran da fare per sostenere il candidato del Pd alla Camera. Soprattutto all'interno dell'istituto salvato dallo stesso ministro Padoan, a spese dei contribuenti. In un'intercettazione, la candidata di Forza Italia dice che «lavorano, sia lei che Morelli (Marco, ad dell'istituto nominato mentre Padoan era ministro, ndr), compresa l'Ilaria Dalla Riva, capo del personale». Anita ammette di «parlare bene» anche con il capo di un ufficio di Mps «molto amico di Stefano Bisi», ex capo della massoneria del Grande Oriente, la cui figlia «ce l'ha lei in Forza Italia». Moretti chiede alla donna se la capa del personale «si sta impegnando» e Anita conferma. L'imprenditore arrestato a novembre la invita «a farle pressione», trovando l'aspirante senatrice d'accordo. Continua l'appunto delle Fiamme gialle: «Antonio le chiede se il Morelli fa qualcosa. Anita risponde affermativamente, in quanto è stata a controllare, alle 8.20, dal Bai (Maurizio, capo dell'area territoriale Toscana, ndr) ed aggiunge che “i capi" sono stati già tutti chiamati». Ma a Moretti interessano soprattutto la Dalla Riva e, ovviamente, la sua agenda: «Io ce la porto a parlare anche da sola (da Padoan, ndr) o una sera a cena se le fa piacere o a prendere il caffè un quarto d'ora, capito, porta il messaggio, guarda che dirò a lui che lei ha collaborato, me so' spiegato?». In un'altra pagina la Bruni «afferma di essere stata dalla donna e aggiunge che, durante la sua presenza, questa ha chiamato 4-5 persone, e uno del sindacato, per ricordarglielo». Anita aggiunge che la Dalla Riva le ha fissato un appuntamento per lunedì mattina con un'altra persona. La Bruni afferma che la donna l'ha rassicurata dicendo che «anche questa terza persona si sta muovendo e che stanno facendo le riunioni per dare disposizioni ai capi, i quali, a loro volta, lo riferiscono agli impiegati». La responsabile del personale avrebbe anche sottolineato che «Morelli si è mosso benissimo». In un'altra intercettazione Moretti chiama personalmente uno dei responsabili della cyber security e gli chiede «se lui può fare qualche cosa per Padoan, per portare qualche voto, avendo salvato il Monte» annotano i finanzieri. L'uomo si schermisce, sostenendo di essere «uno piccolo» e che «al massimo può dargli il suo voto». Antonio risponde che «appena capita l'occasione glielo presenta». Dell'improvvisato comitato elettorale fa parte anche Angelo Barbarulo, all'epoca vicedirettore generale vicario. Per Moretti «sarebbe l'amministratore delegato perfetto per Mps». E infatti lo invita alle sue cene, anche quando è presente Padoan. Ma a spingere per l'ex ministro è pure l'assessore Ceccarelli. Grazie a un altro brogliaccio, apprendiamo che Moretti «si raccomanda di dare a una terza persona una mano» e Ceccarelli risponde che «faranno tutto il possibile». Il personaggio di cui viene taciuto il nome, è identificato dagli investigatori nello stesso Padoan. Moretti senior insiste: «Si farà una cosa utile per tutto il territorio e non solo per Siena, ma anche per il territorio aretino». L'intercettato informa l'interlocutore che mister X «è venuto e lui lo ha portato un po' in giro, in maniera un pochino attenta in quanto non si voleva far vedere, ma la nostra zona intorno alla campagna di Arezzo gli è piaciuta». La cautela con cui Moretti e Padoan si sarebbero mostrati in giro era probabilmente dettata dal fatto che l'imprenditore, un pluricondannato e noto amico di Gelli, in quel momento era pure sotto indagine. Per Moretti, comunque, Padoan è «una persona di valore che va aiutata». Ceccarelli replica che «non lo deve convincere in quanto lo fa volentieri». L'assessore commenta che l'ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni «è uno di quelli che se riesci a raggiungerlo per telefono ha la possibilità di incidere, non è uno dei 900 (parlamentari, ndr)». Il discorso passa al catering che Moretti ha deciso di offrire al politico Pd per due iniziative elettorali, a Foiano della Chiana e a Cortona. Le Fiamme gialle riassumono: «Ceccarelli dice di fare una cosa più sobria rispetto alle disposizioni date da lui (Antonio, ndr), ovvero un bel rinfresco anziché un pranzo, perché tocca stare attenti a non fare cose controproducenti». Insomma, consiglia di offrire un'immagine di morigeratezza. Ceccarelli consiglia «di alleggerire ancora di più a Foiano, dove saranno un centinaio di persone». Dopo l'incontro Moretti e Ceccarelli si sentono al telefono: «I due parlano del buon esito della conferenza» e Antonio «chiede di inviargli le foto tramite WhatsApp». Dalle intercettazioni emergono le pressioni che Moretti senior fa sui tre figli maschi affinché partecipino agli eventi di Padoan in «rappresentanza» della famiglia. Per esempio dice ad Andrea che lui «o Amedeo devono andare a un evento (…) per la campagna elettorale di Pier Carlo, cui parteciperà anche il “fiorentino", quindi gli dice “arrivi, conosci, saluti... te o Alberto, se ci andate tutti e due è meglio"». Moretti invia anche tal Antonio Mori a salutare il ministro presentandosi «quale tecnico interno della Tenuta Sette ponti». Moretti gli dice «di far presente al ministro che Mori è a conoscenza del fatto che lo stesso (Padoan, ndr) si è recato al Crognolo, durante l'Epifania», cioè a casa dell'imprenditore. Il 25 febbraio l'incontro di Cortona salta causa neve. Un amico di Moretti lo avverte di essere comunque passato e «di aver portato i suoi saluti a Vincenzo Ceccarelli» e «afferma di aver parlato anche con il ministro Padoan». Il 4 marzo ci sono finalmente le elezioni. E tre giorni dopo Moretti commenta i risultati con l'assessore. Il quale ammette che poteva andare meglio e, però, aggiunge: «Il nostro amico, come ti avevo detto, se l'è cavata bene». Antonio ride e afferma che «l'importante è passare». Per brindare ci sono i vini della sua Tenuta. Che a novembre è finita sotto sequestro.
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Performance a tripla cifra per Byd, Lynk&Co e Omoda/Jaecoo grazie agli incentivi.
Byd +535,3%, Lynk&Co +292,3%, Omoda/Jaecoo +386,5%, «altre» +419,2% e fra queste c’è Leapmotor, ovvero il partner cinese di Stellantis che raggiunge l’1,8% della quota di mercato solo a novembre. Lo scorso mese le immatricolazioni auto sono rimaste stabili nei confronti dello stesso periodo di un anno fa, tuttavia c’è stato un +131% circa delle vetture elettriche, grazie agli incentivi che hanno fatto felici i principali produttori di veicoli a batteria: i cinesi. Come emerge appunto dalle performance a tripla cifra messe a segno dai marchi dell’ex celeste impero. La quota di mercato delle auto elettriche è volata così nel mese al 12,2%, rispetto al 5,3% del novembre 2024.
«La spinta degli incentivi ha temporaneamente mitigato l’anomalia del mercato italiano, riavvicinandolo agli standard europei», sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. «Appurato l’interesse degli italiani per la mobilità elettrica, strumenti di supporto alla domanda programmatici e prevedibili conseguirebbero anche da noi risultati paragonabili a quelli degli altri grandi mercati Ue», osserva ancora Pressi, citando a titolo d’esempio «l’ormai improcrastinabile revisione della fiscalità sulle flotte aziendali».
Friedrich Merz e Ursula von der Leyen (Ansa)
Pure Merz chiede a Bruxelles di cambiare il regolamento che tra un decennio vieterà i motori endotermici: «Settore in condizioni precarie». Stellantis: «Fate presto». Ma lobby green e socialisti europei non arretrano.
Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che la Germania chiederà alla Commissione europea di modificare il regolamento europeo sul bando dei motori endotermici al 2035. Il dietrofront tedesco sul bando ai motori a combustione interna, storico e tardivo, prende forma in un grigio fine settimana di novembre, con l’accordo raggiunto fra Cdu/Csu e Spd in una riunione notturna della coalizione a Berlino.
I partiti di governo capiscono «quanto sia precaria la situazione nel settore automobilistico», ha detto Merz in una conferenza stampa, annunciando una lettera in questo senso diretta a Ursula von der Leyen. La lettera chiede che, oltre ai veicoli elettrici, dopo il 2035 siano ammessi i veicoli plug-in hybrid, quelli con range extender (auto elettriche con motore a scoppio di riserva che aiuta la batteria) e anche, attenzione, «motori a combustione altamente efficienti», secondo le richieste dei presidenti dei Länder tedeschi. «Il nostro obiettivo dovrebbe essere una regolamentazione della CO2 neutrale dal punto di vista tecnologico, flessibile e realistica», ha scritto Merz nella lettera.
Ansa
Per la sentenza n.167, il «raffreddamento della perequazione non ha carattere tributario». E non c’era bisogno di ribadirlo.
L’aspettavano tutti al varco Giorgia Meloni, con quella sua prima legge finanziaria da premier. E le pensioni, come sempre, erano uno dei terreni più scivolosi. Il 29 dicembre di quel 2022, quando fu approvata la Manovra per il 2023 e fu evitato quell’esercizio provvisorio che molti commentatori davano per certo, fu deciso di evitare in ogni modo un ritorno alla legge Fornero e fra le varie misure di risparmio si decise un meccanismo di raffreddamento della perequazione automatica degli assegni pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps. La norma fu impugnata dalla Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna e da una ventina di ex appartenenti alle forze dell’ordine per una presunta violazione della Costituzione. Ma ora una sentenza della Consulta, confermando per altro una giurisprudenza che era già abbastanza costante, ha dato ragione al governo e all’Inps, che si era costituita in giudizio insieme all’Avvocatura generale dello Stato, proprio contro le doglianze del giudice contabile. Già, perché in base alle norme vigenti, non è stato necessaria la deliberazione di un collegio giudicante, ma è bastata la decisione del giudice monocratico della Corte dei Conti emiliana, Marco Catalano, esperto in questioni pensionistiche.
Ansa
Sfregiata anche la targa dedicata a Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso nel 1982 da terroristi palestinesi. Solidarietà bipartisan alla comunità ebraica. Mattarella telefona al presidente Fadlun. Silenzio da Albanese.
In Italia la scia di ostilità contro luoghi e simboli dell’ebraismo continua a espandersi. Nella notte tra domenica e lunedì due individui hanno imbrattato le mura della sinagoga di Monteverde, a Roma, tracciando frasi come «Palestina libera» e «Monteverde antisionista e antifascista». Le scritte sono apparse lungo via Giuseppe Pianese, a pochi passi dalla targa dedicata a Stefano Gaj Taché, il bambino assassinato nell’attacco terroristico palestinese del 9 ottobre 1982, anch’essa ricoperta di vernice nera.






