2024-02-18
L’arcivescovo di Firenze contro l’Ue sugli appalti
La Cgil addossa le responsabilità del disastro di Firenze al governo. Eppure è stata la normativa europea ad aver imposto la massima flessibilità per le imprese sui lavori da affidare a terzi. L’arcivescovo Giuseppe Betori contro Bruxelles: «Ha tolto ogni freno».La ditta esecutrice del cantiere Esselunga è coinvolta anche in un crollo a Genova.Lo speciale contiene due articoliCon il crollo del cantiere Esselunga a Firenze e la morte di diversi operai non è mancato il botta e riposta di critiche con i sindacati, che hanno accusato il governo di aver introdotto una norma, quella del subappalto a cascata, sistema colpevole di aver innescato la morte dei lavoratori. In particolare, è stato il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, a puntare il dito contro il vicepremier e ministro delle Infrastrutture in quota Lega, Matteo Salvini. Chi ha ragione, dunque, tra Lega e sindacati? A tirare la giacchetta del governo italiano in materia di appalti è stata, innanzitutto, l’Unione europea. Il motivo? Da Bruxelles ci avevano fatto notare come la disciplina nazionale in materia di subappalto contravvenisse ai principi di parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità, essendo state imposte limitazioni ingiustificate rispetto a quelle previste a livello europeo. In parole povere, erano troppo stringenti. Così, il governo Meloni ha dovuto metterci mano. Ma, come al solito, un conto sono le leggi in questo Paese e ben altro la loro applicazione sul campo. Per intenderci, non tutte le norme imposte dall’Unione europea all’Italia per favorire concorrenza e costi contenuti possono funzionare in un settore, quello delle infrastrutture, dove a volte si tende a chiudere più di un occhio per far quadrare i conti. A maggior ragione in un momento come quello attuale dove i prezzi delle materie prime sono alle stelle. Fatto sta che il primo aprile 2023 è entrato in vigore il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (Codice 36/2023) che ha sostituito il precedente Codice 50/2016. In dettaglio, il comma 19 dell’articolo 105 del Codice 50/2016 disponeva che: «L’esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto non può formare oggetto di ulteriore subappalto». Ora quella parte non è più valida. Con il nuovo Codice (c. 2 art. 119) ogni subappaltatore può a sua volta affidare «a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto, con organizzazione di mezzi e rischi a carico del subappaltatore». Insomma, via libera al subappalto a cascata. Quali sono, insomma, i vantaggi e rischi del subappalto? Il subappalto permette all’appaltatore di suddividere il lavoro affidando le attività a società che possono svolgere il lavoro in modo più rapido e possibilmente più economico. Se fosse così, sarebbe tutto perfetto. Ma i rischi non mancano. C’è innanzitutto quello legato al decadimento della qualità dell’opera se il subappaltatore non è adeguatamente qualificato. Non va scordato, poi, il problema potenziale del riciclaggio di denaro di provenienza da attività illecite o il risparmio sulla formazione degli operai per quanto riguarda la sicurezza nel cantiere.Per evitare tutto questo, insomma, diventa fondamentale mantenere un controllo costante sulla qualità del lavoro svolto dai subappaltatori attraverso l’implementazione di procedure di monitoraggio per garantire che gli standard di qualità vengano soddisfatti. Ed è proprio qui dove potrebbe crearsi il problema: la mancanza di adeguati controlli potrebbe portare a una qualità del lavoro peggiore o, ancor peggio, alla morte o al ferimento dei lavoratori. Ne è convinto, l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. Il quale, a margine del minuto di silenzio in piazza della Signoria, dopo la tragedia del crollo del cantiere Esselunga in via Mariti, ha dichiarato: «Tragedie come queste ci dicono che non è la fatalità perché esse accadono ma è responsabilità che altri dovranno accertare ma che noi dobbiamo resuscitare nel cuore di ciascuno. Tutti abbiamo un po’ da responsabilizzarci in più nell’ambito del lavoro e della sua sicurezza. Noi chiediamo sempre che ci sia lavoro ma se il lavoro non è sicuro non lo vogliamo perché porta la morte». Betori ha anche puntato il dito contro l’Ue durante il suo discorso. «Mi meraviglia molto la linea legislativa liberalizzante dell’Europa che ha tolto ogni freno ai subappalti senza più nessuna capacità di regolarizzare questo sistema. Non è liberalizzazione quello che dobbiamo inseguire, ma è la dignità delle persone che deve essere sempre assicurata».Intanto, sul tema, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ha ribadito che non è stato fatto «nessun passo indietro sulla sicurezza del lavoro. Andremo avanti per attuare quanto già adottato da quando il governo si è insediato. Ma altro sarà fatto: questo è il momento del cordoglio per i lavoratori che hanno perso la vita, della vicinanza alle loro famiglie e dell’accertamento dei fatti da parte dell’autorità giudiziaria».Infine, anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, si è detta «molto decisa a riproporre il tema» della sicurezza sul lavoro «all’attenzione del governo, che ha gli strumenti per affrontarlo». C’è la disponibilità ad «abbandonare lo scontro con la premier Giorgia Meloni» e «affrontare insieme questa emergenza». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/larcivescovo-di-firenze-contro-lue-sugli-appalti-2667307050.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ancora-sotto-le-macerie-un-operaio-forse-irregolari-due-delle-vittime" data-post-id="2667307050" data-published-at="1708212145" data-use-pagination="False"> Ancora sotto le macerie un operaio. Forse irregolari due delle vittime Alle 15 di ieri Firenze si è fermata, sconvolta e ferita. Un minuto di silenzio totale in Piazza della Signoria per ricordare le vittime della tragedia del cantiere di via Mariti. Molti i presenti. Bandiere a mezz’asta, serrande dei negozi abbassati, si sono fermati anche i mezzi sulle due linee della tramvia. Tutti i bus del trasporto pubblico hanno viaggiato per l’intera giornata mostrando sul parabrezza il Giglio, simbolo della città, listato a lutto. Sotto le macerie sono rimasti in tutto otto operai impegnati nella costruzione di un supermercato Esselunga. L’incidente è stato causato dal cedimento di una trave che ha provocato un crollo a catena dei solai. Quattro corpi sono stati recuperati senza vita, le speranze di ritrovare vivo il quinto disperso si assottigliano ogni ora che passa. I feriti sono tre e «rispondono positivamente alle terapie», ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Le vittime si chiamavano Luigi Coclite, di 60 anni, Mohamed Toukabri, 54 anni della Tunisia, e i marocchini Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Taoufik Haidar, 45 anni. Il quarto, al momento ancora disperso, è Bouzekri Rahimi, 56 anni, anche lui del Marocco. Tutti e quattro gli operai di origine nordafricana venivano dalla Lombardia: El Ferhane era residente a Palazzolo sull’Oglio nel Bresciano, e nello stesso paese da alcune settimane vivevano a casa di amici Rahimi e Toukabri. Haidar viveva da 15 anni in Italia, per 8 a Palazzolo sull’Oglio, mentre da due mesi si era trasferito a Chiuduno (Bergamo). Lo scorso anno aveva lavorato per un’azienda bresciana in un cantiere di Treviglio ed era stato anche iscritto alla Fillea-Cgil di Bergamo fino novembre 2023. Tutti originari della Romania, invece, i tre feriti. Papa Francesco ha espresso la propria vicinanza ai familiari delle vittime «insieme alla più viva partecipazione al dolore dell’intera cittadina» e ha rinnovato l’appello «alla sicurezza sui luoghi di lavoro, auspicando un maggiore impegno di quanti hanno la responsabilità di tutelare i lavoratori». I sindacati hanno proclamato per il 21 febbraio due ore di sciopero nazionale. Intanto, la Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di crollo e omicidio colposo. Gli inquirenti sono al lavoro anche per capire se, come sospettano, due delle vittime non fossero in regola con i permessi di soggiorno. «C’è un’indagine in corso e non posso dire niente», ha spiegato il sindaco Dario Nardella, interpellato dai cronisti. Anche la prefettura e questura di Perugia stanno svolgendo verifiche per accertare se uno dei due fosse residente nel capoluogo umbro: non è chiaro, infatti, se uno degli operai morti vivesse nel Comune o altrove. «Una tragedia immane, siamo sopraffatti dallo stupore e dal cordoglio», riporta una nota inviata all’agenzia Ansa dai responsabili di Attività Edilizie Pavesi (Aep), la società appaltatrice dei lavori. «È il momento del silenzio e del dolore. Siamo a completa disposizione delle autorità, per assicurare tutte le condizioni atte a fare chiarezza su questo drammatico incidente», viene aggiunto dall’azienda. Committente e appaltatrice sono le stesse degli incidenti avvenuti nel 2023 nel cantiere di un altro supermercato del gruppo lombardo della Gdo a Genova dove tre operai erano rimasti feriti a causa del cedimento di una rampa del parcheggio a uso della nuova Esselunga: la Villata spa, l’immobiliare partecipata al 100% da Esselunga nel cui cda presieduto dall’ex ministro Angelino Alfano, e la Aep con sede a Pieve del Cairo (Pavia). Nel capoluogo ligure la Procura, dopo la Asl3, aveva aperto un fascicolo per fare luce sul rispetto delle norme di sicurezza dopo il crollo di una rampa in cemento e poi di una cancellata nel giro di un paio di mesi. In quelle occasioni ci furono alcuni feriti ma non vittime. L’azienda lomellina gestisce lavori edili per conto terzi organizzando poi con altre aziende locali tutte le operazioni. Proprio come successo nel cantiere della tragedia di Firenze, dove ci sono almeno trenta aziende che collaboravano sotto l’egida dell’esecutrice Aep. La società non avrebbe personale di manovalanza nei cantieri, ma solo responsabili tecnici. Nel frattempo, si agita la politica. La segretaria del Pd, Elly Schlein, è «decisa a riproporre il tema» della sicurezza sul lavoro «all’attenzione del governo, che ha gli strumenti per affrontarlo», fanno sapere dal Nazareno. Aggiungendo che da parte dei dem c’è la disponibilità ad «abbandonare lo scontro con il premier Giorgia Meloni».
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)