2021-06-20
L’Anm suona il corno da battaglia: «Non accetteremo pagelle alle toghe»
Il sindacato dei magistrati contesta i quesiti di Lega e Radicali. Maurizio Turco: attacco alla democrazia, ci vogliono arrestare tutti?Prim'ancora che una sola penna biro sia stata messa a disposizione dei cittadini per firmare i sei referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dal Partito Radicale, c'è già chi issa barricate e scava trincee.Come se una raccolta di firme referendaria non fosse per antonomasia un esercizio di democrazia: prima occorre trovare 500.000 cittadini che sottoscrivano una richiesta abrogativa, poi bisogna convincere il 50% più uno degli italiani a recarsi al seggio, e infine c'è da persuadere la maggioranza dei partecipanti a votare sì.Si tratta di quanto stabilisce l'articolo 75 della Costituzione, che consegna ai cittadini italiani una seconda scheda. Con la prima scheda, quella elettorale, si eleggono i propri rappresentanti in Parlamento; con la seconda, quella referendaria, si possono abrogare le leggi approvate dalle Camere (con alcune eccezioni: leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto, di ratifica dei trattati internazionali).Alla luce di queste elementari considerazioni, appare francamente incredibile la levata di scudi preventiva compiuta ieri dal presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia: «Il fatto stesso che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell'impianto riformatore messo su dal governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l'apprezzamento della magistratura».Quanto al primo punto evocato da Santalucia, siamo nel regno delle opposte valutazioni politiche, tutte legittime: qualcuno può effettivamente ritenere che promuovere dei referendum sulla giustizia significhi non aver fiducia nella robustezza dell'impianto normativo predisposto dal ministro Marta Cartabia; qualcun altro può avere invece scarsa fiducia nelle capacità riformatrici di Camere numericamente dominate dai grillini; qualcun altro ancora, infine, può ritenere che promuovere i referendum sia un modo di togliere le castagne dal fuoco al governo, aiutandolo, sminando i conflitti interni all'esecutivo e dando la parola ai cittadini. Comunque la si pensi su queste diverse ipotesi, non si vede come ci si possa permettere di aggredire l'esercizio di una libertà costituzionale.Quanto poi al secondo punto, e cioè l'accenno al «gradimento della magistratura» fatto da Santalucia, c'è da rimanere basiti. I cittadini non hanno forse diritto di sottoporre anche i magistrati a uno scrutinio democratico? Oppure per i magistrati, e solo per loro, deve valere l'antica canzone di Caterina Caselli «Nessuno mi può giudicare»? Sarebbe paradossale se proprio la casta togata commettesse lo stesso errore compiuto in altri tempi dalla vecchia casta politica: non comprendere il dissenso dell'opinione pubblica, non percepire i sentimenti e le ragioni dei cittadini.Ma Santalucia è parso già in battaglia: «Credo che spetti all'Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo». Il crescendo del presidente dell'Anm sembra inarrestabile: «Rischia di prendere quota la propensione a valutare in termini di inadeguata timidezza, se non di inaccettabile gattopardismo, l'atteggiamento riformatore che non mostra i muscoli del radicalismo ideologizzante, che non si fa percepire come disposto ad abbattere vecchi steccati, che poi il più delle volte sono presidi di diretta connessione costituzionale». Ragionamento francamente curioso: l'Anm avoca a sé la difesa di valori costituzionali, ma poi contesta l'esercizio di uno strumento pienamente costituzionale come il referendum.Inevitabile, netta e giustificata la replica dei promotori dell'iniziativa referendaria. «Parole gravissime», commenta Matteo Salvini. «Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare». E in serata, dal palco della sua manifestazione a Roma, Salvini, mostrando i moduli referendari che potranno essere firmati dal 2 luglio, ha aggiunto: «In Italia la sovranità appartiene al popolo. Guai a chi minaccia gli italiani, che sono gli unici padroni di questa splendida terra». Mentre il Partito Radicale ha chiesto assai opportunamente «al presidente del Csm, Sergio Mattarella, una ferma reazione a difesa della Costituzione». Il segretario del PR Maurizio Turco, sempre nella manifestazione della Lega, ha precisato: «È un attacco alla democrazia. C'è un tentativo da parte della magistratura organizzata di mettere a tacere i cittadini. O ci vogliono arrestare tutti?». Dallo stesso palco, Giulia Bongiorno, rispondendo all'Anm, ha detto: «Non stiamo dichiarando guerra ai magistrati indipendenti, quelli dalla parte della correttezza». E ha chiuso citando Giovanni Falcone: «Il pm non deve avere nessun tipo di parentela con il giudice, non deve essere una specie di paragiudice».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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