2024-11-05
L’Anm fa la vittima ma poi chiama centri sociali e Lgbt contro il governo
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L’assemblea dei magistrati si trasforma in un processo politico all’esecutivo. Bordate anche alla stampa: «Restate nei limiti».C’è chi se la prende con i giornalisti, accusati di sciacallaggio mediatico e che devono imparare «a usare la penna», soprattutto «perché il diritto di cronaca ha dei limiti». C’è poi chi torna ad attaccare il governo «omofobo e fascista» di Giorgia Meloni, che non aiuta i migranti e discrimina gli omosessuali. E c’è chi urla «siamo tutti Marco Gattuso», in solidarietà al giudice che ha rinviato alla corte di giustizia Ue il decreto Paesi sicuri: Gattuso non era presente e si è limitato a mandare una lettera.Doveva essere un’assemblea straordinaria non politicizzata e non di attacco al governo, quella organizzata a Bologna dall’Anm, l’associazione nazionale magistrati. E invece gli interventi finali di un esponente dei centri sociali bolognesi, (tale Damiano che esordisce dicendo di trovarsi per la prima volta «non da imputato» in mezzo ai giudici) e di una dei leader del gruppo Lgbt Cassero («siamo contro l’omofobia di governo»), hanno reso la riunione nella sale delle colonne del tribunale civile di Bologna un duro affondo contro Palazzo Chigi. Eppure prima dell’inizio c’è chi aveva provato a smorzare i toni. O almeno questo aveva fatto intendere il presidente Giuseppe Santalucia, nel preambolo, con i cronisti, dove aveva più volte ribadito che l’assemblea di oggi «serve per stemperare lo scontro». Santalucia lo ha spiegato più volte durante il suo intervento, anche quando gli hanno chiesto un commento sulle parole del ministro Matteo Salvini. «Non vogliamo lo scontro, ma dobbiamo rispettare il mandato che ci conferisce la Costituzione». Ma allo stesso tempo, secondo il numero uno dell’Anm, questo governo rischia di essere peggiori di quelli di Silvio Berlusconi che per anni si sono scontrati con la magistratura. «Una volta erano le toghe rosse delle Procure a essere attaccate mentre i giudici erano stati tenuti da parte, ora invece sono i giudici civili a essere accusati di parzialità», dice Santalucia. «Questa insofferenza nei confronti del potere giudiziario si sta allargando a macchia d’olio. Per questo siamo preoccupati». Di sicuro la magistratura appare più che mai compatta contro l’esecutivo dopo le polemiche per la decisione del giudice del tribunale civile di Bologna Gattuso di rinviare alla Corte di giustizia Ue il decreto Paesi sicuri, bloccando il rimpatrio di Shamsul Islam, trentenne del Bangladesh. Tanto che a dicembre è già prevista una nuova assemblea nazionale. Nell’aula delle colonne del tribunale bolognese, gremito come non mai, ci sono soprattutto magistrati e avvocati. Trovare cittadini è difficile. C’è chi si lamenta che non ci sia la diretta di Radio Radicale. Ci sono poi le camere penali di Bologna, ci sono esponenti di Magistratura democratica ma anche di Magistratura indipendente. Chiedono tutele. Proprio per questo motivo i magistrati hanno presentato al Comitato di presidenza del Csm una «richiesta urgente» di apertura di pratica a tutela «della indipendenza e autonomia dei magistrati del collegio giudicante, e in particolare del suo presidente, e della stessa magistratura». Nel documento depositato al Comitato di presidenza si ricorda che l’ordinanza di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Ue adottata dal tribunale di Bologna «ha formato oggetto di dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali; dichiarazioni in nessun modo correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell’ordinanza e gravemente delegittimanti dei magistrati che l’hanno pronunciata e di tutta la magistratura». Ma oltre che con ministri e politici di centrodestra, tutti se la prendono con gli articoli di giornale che hanno parlato di Gattuso. «Non si tratta di dossieraggio», dice ancora Santalucia, «ma rovistare nella vita privata non è altro che un tentativo maldestro di alcuni organi di stampa di intidimidirci». Rocco Maruotti del comitato direttivo centrale dell’Anm, arriva a citare il film Quarto Potere di Orson Wells per spiegare cosa i giornalisti devono scrivere. «Nella scena finale compare la scritta No Traspassing, perché anche il diritto di cronaca ha dei limiti». Negli interventi c’è poi chi ricorda cosa rischiano i giudici che non fanno rispettare le leggi dell’Unione europea. «Se non rispettiamo la legislazione europea, così come interpretata dalla Corte di Giustizia, se non rispettiamo esattamente quelle sentenze incorriamo nella responsabilità civile», dice un giudice di Cassazione. Ma poi c’è spazio anche per i centri sociali. Si affaccia Damiano, di cui non si sa il cognome, ma solo che fa parte dei Municipi Sociali di Bologna, collettivo che si distingue per occupazioni e annuncia nei prossimi giorno manifestazioni contro «i lager di governo in Albania». C’è poi il gruppo Cassero, associazione Lgbt che dagli anni Settanta si definisce movimento «frocialista». Santalucia lo ribadisce anche alla fine. «Noi non facciamo opinione sulle scelte del governo, stiamo in silenzio rispetto a tutto ciò che sta intorno alle politiche del governo e alle politiche dell’immigrazione. Interveniamo quando siamo chiamati in causa». Ma l’assemblea di Bologna dice l esatto contrario.
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