2021-09-28
Le donne ridotte a «corpi con vagina». Rivolta universale contro «The Lancet»
La celebre rivista scientifica finisce nella bufera per l'ossequio grottesco alla cultura trans. Terragni: «La gente non tace più».Offendere gran parte dell'umanità è, a suo modo, un'impresa. Non è da tutti. E infatti a mancare pesantemente di rispetto alle 4 miliardi e passa di donne del globo, svilendole a meri «corpi con le vagine», non è stata una testata qualsiasi bensì The Lancet, rivista scientifica di livello mondiale - tra le tre migliori in assoluto - con quasi 200 anni di storia. L'incredibile uscita, in realtà, avrebbe pure potuto suscitare uno sdegno relativo, se non fosse stata piazzata là dove è impossibile non notarla: in prima pagina. Questa, per l'esattezza, la frase completa: «Storicamente, l'anatomia e la fisiologia dei corpi con la vagina sono state trascurate». Sono parole tratte da «Periods on display», un articolo interno firmato da Sophia Davis, consistente nella recensione di una mostra sulla storia delle mestruazioni al Vagina Museum di Londra conclusasi il 19 settembre. A parziale discolpa della Davis e della stessa Lancet c'è chi ha osservato come sia stato lo stesso museo ad impiegare il termine «corpo» al posto di «donna», termine che comunque ricorre nell'articolo della discordia.Tali precisazioni non hanno però minimamente attenuato polemiche che, al contrario, durano da giorni e non accennano a sfumare. «Si afferma che si è notato che per centinaia di anni le donne sono state trascurate e poi, subito dopo, non si è neppure in grado di nominare quelle stesse donne», ha commentato su Twitter la scrittrice femminista Milli Hill. «Per i signori medici siamo davvero solo “corpi con la vagina"?», si è invece chiesta Susan Dalgety attivista e firma familiare ai lettori di The Scotsman. L'indignazione per la plateale misoginia mostrata da Lancet non sta certo interessando solo delle donne.«Com'è possibile che “una delle riviste mediche più importanti al mondo" apparentemente non sappia cosa sia una donna?», è stata la reazione di Calvin Robinson, firma del Daily Telegraph e del Daily Mail. Ci sono perfino collaboratori della rivista che hanno deciso di chiamarsi fuori. Un esempio clamoroso è quello di David Curtis, docente onorario di Genetica presso l'University College di Londra che, sulla vicenda, si è detto incredulo e furioso: «Sono schifato. Ho scritto a Lancet per dirgli di togliermi dalla lista dei revisori, di cancellare il mio abbonamento e di non contattarmi mai più e in nessun caso». Anche in Italia le reazioni non sono mancate. Contattata dalla Verità, la scrittrice femminista Marina Terragni, oltre a dirsi indignata, invita a leggere il fatto nell'ambito di una cornice più ampia, definendolo «uno dei tanti episodi di questa sedicente inclusività che, per includere lo 0,0% della popolazione - cioè, nella fattispecie, i transmen, persone che si definiscono uomini ma hanno la vagina -, di fatto cancella metà dell'umanità». «Lancet non ha quindi fatto altro», sottolinea l'intellettuale, «che accodarsi alla linea della British medical association, delle ostetriche americane e di quanti affermano che non solo le donne hanno le mestruazioni, non solo le donne abortiscono né solo le donne partoriscono».Tuttavia, in questo episodio «c'è un elemento di novità», continua la Terragni, «ed è da costituito da una rivolta generalizzata da parte di donne, di accademici, di psicologi. Mai come stavolta si è vista una resistenza grande, diffusa e forte contro chi vuole imporre un certo pensiero». Probabilmente ciò è dovuto allo spessore universalmente riconosciuto a Lancet. Rispetto a questo, la scrittrice fa notare alla Verità un paradosso, e cioè quello di una scienza che, da un lato, promuove la «medicina di genere, centrata sulle differenze biologiche, fisiologiche e anche sulle diverse reazioni alle cure di uomini e donne» e, dall'altro, «cancella le donne».«Ma ora basta, la gente non sta più zitta», conclude Terragni, evidenziando come quest'episodio possa costituire una sorta di spartiacque, di linea di demarcazione passata la quale il politicamente corretto non sarà più lo stesso o, almeno, non riscuoterà più il gradimento di prima. Staremo a vedere se sarà davvero così. Quello che è sicuro è che non si ricorda, tanto meno sulle pagine di una rivista scientifica di primo piano, che gli uomini siano mai stati definiti «corpi con il pene». In questo senso, l'uscita di Lancet costituisce un unicum anche se, ha ragione la Terragni, rientra in un processo.In effetti, quando termini come «padre» e «madre» vengono rimpiazzati con «genitore 1» e «genitore 2», quando compagnie aeree archiviano, ritenendolo discriminatorio, il celebre saluto «ladies and gentlemen», e quando perfino i produttori di strumenti musicali aboliscono la dicitura «maschio e femmina» degli spinotti, che la parola «donna» potesse diventare problematica era solamente questione di tempo.