2020-11-12
L’amore impossibile del giovane Brahms per Clara, la moglie di Robert Schumann
Johannes Brahms (Getty Images)
Per anni il grande compositore si tormentò tra il desiderio per la compagna del suo maestro e il timore di dichiararsi.Il sentimento di malinconia irradiato dalle opere di Johannes Brahms è stato spesso considerato l'elemento caratterizzante della sua musica. Una interpretazione più ricca e convincente della sua arte ci viene offerta da uno degli scrittori prediletti di Brahms, Friedrich Schiller. Egli scrisse infatti Sulla poesia ingenua e sentimentale che trova nella musica di Brahms una delle sue migliori applicazioni. La poesia ingenua è per Schiller quella caratterizzata dall'immediatezza del sentire. Quella sentimentale è filtrata da un pensiero raziocinante, che impedisce la spontaneità. Brahms si pone quindi a mezza via fra la poesia ingenua e quella sentimentale. Nulla è più efficace di questa sua testimonianza: «Durante l'inverno mi sono esercitato assai intensamente nel contrappunto! A quale scopo? Per poter denigrare meglio le mie belle cose? Ma per questo non ce n'è bisogno. Per diventare professore al Conservatorio? Nemmeno. Per imparare a scrivere meglio la musica? Forse... Eppure anche questa non è la mia speranza. C'è invece qualcosa di tragico quando alla fine si diventa più saggi di quanto ce ne sia bisogno».Di fede luterana, Brahms rimase per tutta la vita umanamente e eticamente tale. Non abbandonò mai la lettura della Bibbia che gli era stata donata nell'anno della sua nascita e dalla quale egli trasse i testi per le composizioni corali sacre. La leggeva assiduamente e fino alla morte rimase per lui uno dei libri più importanti. Il compositore tedesco, suo amico, Walter Niemann dichiarò una volta: «Il fatto che Brahms abbia iniziato la sua attività creativa con la canzone popolare tedesca e abbia chiuso con la Bibbia rivela il vero credo religioso di questo grande uomo del popolo».Nel 1868 ebbe luogo la prima esecuzione del Requiem Tedesco (Ein Deutsches Requiem) per soprano e baritono soli, coro e orchestra, op. 45. Il suo cammino trionfale avrà inizio il 10 aprile di quell'anno, in un Venerdì Santo, nella cattedrale di Brema alla presenza di Clara Schumann, Johannes Joachim, Max Bruch e persino del suo vecchio padre. Sul podio è lo stesso Brahms: a 35 anni non deve dispiacergli un trionfo così incontestato che gli darà il crisma di uno dei maggiori compositori viventi. Il Requiem è detto «tedesco», perché il testo liturgico tradizionale è sostituito da parole bibliche cantate non in latino ma in lingua germanica. Quest'opera gli fu ispirata dalla morte, avvenuta nel 1865, della madre a cui era profondamente legato.La sua perdita fece sentire più forte che mai il morso della solitudine a Johannes, che subito scrisse a Clara Schumann ricevendone una pronta, consolante e affettuosa risposta. Probabilmente pensò anche al matrimonio, come confidò timidamente ad alcuni amici: lo vinse però il bisogno di indipendenza, forse l'indifferenza del carattere o l'incostanza. Solo più tardi Brahms chiarì all'amico Widmann questa sua esitazione, scrivendogli: «Ho perduto l'occasione buona. Quando desideravo una famiglia non potevo offrire ad una moglie quello che sentivo era giusto offrirle. Quando avevo l'età giusta per sposarmi mi mancava la posizione per farlo; ora è troppo tardi. Quando mi sarebbe piaciuto sposarmi, la mia musica o era fischiata o accolta… con glaciale freddezza. Allora, per me stesso, potevo sopportare facilmente la cosa perché sapevo il suo valore e sapevo che un giorno le sorti sarebbero volte a mio favore. E quando, dopo simili insuccessi, rientravo nella mia camera solitaria, non ero infelice. Al contrario! Ma se in quei momenti avessi dovuto incontrare gli ansiosi occhi interroganti di mia moglie e avessi dovuto rispondere alle parole “un altro insuccesso", questo non lo avrei potuto sopportare. Perché una donna può amare un artista di cui è diventata la moglie e fare anche quello che si dice credere nel proprio marito: ma non può avere mai la certezza di vittoria che è nel cuore di lui. E se ella avesse voluto confortarmi… bah (!) non posso nemmeno pensare che razza di inferno sarebbe stato, almeno per me… Ogni cosa perciò è andata per il meglio».Sono felice di concludere questa testimonianza sulla vita di Brahms parlandovi del Concerto per violino e orchestra in Re Maggiore e che fu eseguito per la prima volta sotto la direzione dello stesso Brahms nel gennaio del 1879 a Lipsia, dal celebre violinista Joseph Joachim. Il Concerto per violino fu concepito nel corso dell'estate del 1878 a Pörtschach am Wörther See, un villaggio della Carinzia nel quale il compositore soggiornava in quel periodo. Brahms, non essendo un violinista, era preoccupato della difficoltà della resa strumentale di ciò che stava componendo. Prima di proseguire nel lavoro mandò a Joachim la parte solistica del primo movimento. In una lettera del 21 agosto, Brahms annuncia la composizione: «Amico caro, vorrei mandarti un certo numero di passaggi per violino. Mi chiedo se non sei tanto sprofondato in Mozart e forse in te stesso, da poter trovare un'ora per guardarli». Il giorno seguente Brahms manda a Joachim una sezione del primo movimento copiata in bella e commenta: «Mi è sufficiente che tu dica una parola o che ne scriva qualcuna sopra la parte: difficile, scomodo, impossibile, eccetera».Joachim rispose immediatamente esprimendo entusiasmo e stupore per alcuni passi che definisce «violinisticamente molto originali». Joachim consigliò di scrivere il concerto in tre movimenti anziché in quattro. Molte preziose informazioni tecniche furono perfettamente recepite da Brahms ed il frutto di questa lunga amicizia e stima consegnarono ai posteri una delle opere musicali più belle del repertorio violinistico.Il concerto è concepito sinfonicamente, con una ricchissima presenza orchestrale, senza indulgere in sentimentalismi. Al contrario, vi è in esso una solidissima struttura formale. Il violino canta meravigliosamente i temi principali ed è compito principale del direttore di non sovrastare la parte solistica che rischia, in alcuni punti, di venir sopraffatta dalla imponente sonorità del tessuto orchestrale. Ho avuto il privilegio di eseguire questo concerto con due grandi direttori e con una celebre orchestra la Philharmonia di Londra a distanza di un anno l'uno dall'altro. Nella interpretazione di Carlo Maria Giulini risaltava una straordinaria ricchezza e gamma di colori, mentre Wolfgang Sawallisch privilegiava la costruzione architettonica e ritmica e non potrei dire quale delle due concezioni mi avessero maggiormente colpito. Si è trattata, in ogni caso, di una esperienza profonda.Brahms morì a Vienna il 3 aprile 1897, pochi mesi dopo la scomparsa della sua amica di una vita, Clara Schumann. Fu sepolto nel cimitero centrale di Vienna, nel «quartiere dei musicisti».
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